Turismo Lento. Alla Scoperta delle Bellezze Italiane

Se vi siete mai domandati: “Come sarà il turismo nel futuro?”, dimenticate viaggi spaziali sulla Luna o centri benessere su Marte. La risposta è molto più vicina di quanto pensiate: si chiama slow tourism, cioè turismo lento.
Si tratta di un tipo di turismo alternativo, una vacanza lontana da standard massificati, da luoghi balneari affollati e rumorosi. Prima di tutto è una vacanza decelerata, un modo per fuggire dal ritmo frenetico della quotidianità. Si ha la possibilità di prendersi il proprio tempo per una pausa, e godersi al meglio il territorio: un rapporto profondo e non superficiale con la natura e le comunità locali ospitanti. Significa non passare in modo anonimo in un luogo, ma lasciarsi contaminare da culture e prodotti locali. Così si può veramente dire di aver vissuto un’esperienza possibile solo in quei luoghi, irripetibile. Forse una vacanza un po’ più avventurosa del solito, ma con la consapevolezza di tornare a casa arricchiti di un’emozione e un’esperienza in più.
I modi più diffusi del turismo lento
I modi più diffusi del turismo lento sono: trekking e i cammini, il cicloturismo, il birdwatching, viaggi a cavallo, il turismo fluviale e acquatico. Tutte attività strettamente legate con la natura, e che instaurano con l’ambiente un rapporto di rispetto e scoperta, all’insegna di uno sfruttamento sostenibile ed eticamente giusto.
La domanda per lo slow tourism esiste ed è in continua crescita. Secondo l’osservatorio della Borsa Italiana del Turismo cresce del 9% l’anno, mentre un 16% degli italiani pratica solo turismo sostenibile secondo un sondaggio della Fondazione Univerde. E’ dunque già un fenomeno attuale e che promette di diffondersi ulteriormente.
Questo spiega l’attenzione delle istituzioni per supportare un settore sempre più strategico. Dal 2017 è attivo l’Atlante dei Cammini d’Italia, un sito completo di tutti i cammini nel nostro Paese, o per meglio dire tutti i cammini che hanno soddisfatto i requisiti minimi di servizi lungo il percorso. Sono già tantissimi e nei prossimi anni saranno ancora di più; ci sono itinerari di tutti i tipi: storici, culturali, religiosi, dalle antiche vie dei pellegrinaggi religiosi, come la via Francigena sulle orme di San Francesco, alle vie consolari di epoca romana.
Un grande anticipatore in questo campo è il giornalista e scrittore Paolo Rumiz, che nel 2016 ha interamente percorso a piedi la più antica via romana: la via Appia. Da Roma a Brindisi senza sentieri tracciati ha attraversato un Sud dimenticato. Lentamente ha assaporato la bellezza dei paesaggi, ha conosciuto e sentito le storie degli abitanti di quelle terre. Un viaggio che ha acquisito un valore civile e politico, perché ha riconsegnato alla nostra comunità una via da anni in preda all’incuria, e riportato alla nostra attenzione un territorio dimenticato dallo Stato.
Il 2019 sarà l’Anno Nazionale del Turismo Lento, le iniziative e le proposte in tal senso si moltiplicheranno, e ci si aspetta che sia l’anno di consacrazione di questo tipo di turismo, affinché possa essere conosciuto e praticato dalla maggior parte della popolazione. È una fantastica occasione per riscoprire questo importante patrimonio italiano fatto di sentieri, borghi, boschi, paesaggi, che a lungo è stato trascurato.