FIGLI | Quanto ci mancherà Mattia Torre

La recensione di Figli
Il primo gennaio del 2016 usciva nelle sale Quo vado? di Gennaro Nunziante, film con cui Checco Zalone riusciva nella mastodontica impresa di superare se stesso e di fatto incoraggiava l’ennesima speranza di rinascita del cinema a casa nostra. Nei mesi successivi uscirono altri lavori divenuti cult negli anni a venire, tra cui Lo chiamavano Jeeg Robot di Mainetti, Veloce come il vento di Matteo Rovere ed il mai del tutto compreso The Pills – Sempre meglio che lavorare.
C’erano volti nuovi, autori emergenti che di sicuro avrebbero spaccato il nostro mercato dell’audiovisivo come fosse una noce di cocco (il periodo tra il 2014 ed il 2017 è anche quello della trilogia Smetto quando voglio).
In questi primi scampoli di 2020 pare si respiri un’atmosfera molto simile a quella di quattro anni fa.
C’è fermento per l’inaspettata risposta del pubblico nelle sale (nella prima parte di gennaio si registra addirittura un +30% rispetto agli incassi dello stesso periodo nel 2019). E cotanto ottimismo è giustificato dal fatto che a far da traino verso il successo siano stati proprio i titoli italiani: Pinocchio di Garrone, La Dea Fortuna di Ozpetek, Hamamet di Amelio.

Grandi autori – riconosciuti anche a livello internazionale – che evidentemente hanno saputo trovare la giusta formula per coniugare esigenze artistiche e necessità di cassetta (forse il primo titolo che rintraccia questa tendenza fu, in primavera, Il traditore di Bellocchio).
E qualcosa sembra muoversi anche sul fronte della commedia. Ad indicare la rotta c’è sempre Luca Medici, con Tolo Tolo, a seguire troviamo Ficarra e Picone con Il Primo Natale e la speranza più sincera è che anche Figli di Giuseppe Bonito possa sfruttare questa scia ed arrivare al grande pubblico.
Il motivo di tale speranza è molto semplice: Figli è una commedia brillante, magnificamente diretta ed ancor meglio interpretata dai due protagonisti, Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi (il nostro cinema ha finalmente ritrovato una coppia uomo-donna che funziona).
L’ottima strategia promozionale li vede correre via, fuggire verso il nulla. Sulla locandina campeggia una scritta: un film di Mattia Torre.
Il lungometraggio è infatti tratto dal monologo I figli ti invecchiano, scritto dal recentemente scomparso autore di Boris.
La mano di Torre si sente eccome. Nelle battute taglienti, nella capacità impareggiabile di registrare gli aspetti comici della nostra quotidianità.
Nella struttura del film tutto si muove per paradosso, procede secondo un effetto domino scaturito dalle contingenze del reale. Per fermare l’inevitabile c’è da sperare soltanto nella bonarietà dell’autore, deus ex machina che a suo piacimento sa farti volar via dalla finestra per sfuggire alle situazioni più pressanti.
Perché avere dei figli è un impegno a tempo pieno, un impegno che ti invecchia, abitua la spina dorsale a pose sempre più curve, sempre più prone.
Sacrifici carichi di gioia. La stessa che pervade l’anima di chi guarda Figli, ci si specchia (o comunque auspica di farlo) e più o meno implicitamente ringrazia Mattia Torre di aver dato voce ad un indicibile e bellissimo disagio, quello di essere genitori.
Grazie Mattia. E grazie a Valerio Mastandrea, vero e proprio giustiziere di tutte quelle anime belle che in vita non ebbero abbastanza spazio per raccontare il proprio cinema.
Voto: 9/10
La scheda tecnica di Figli
REGIA: Giuseppe Bonito
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Mattia Torre
DATA DI USCITA: 23 gennaio
DURATA: 97′
GENERE: commedia
PAESE: Italia, 2019
CASA DI PRODUZIONE: Vision Distribution, Wildside e The Apartment
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Vision Distribution
FOTOGRAFIA: Roberto Forza
MONTAGGIO: Giogiò Franchini
MUSICHE: Giuliano Taviani e Carmelo Travia
CAST: Paola Cortellesi, alerio Mastandrea, Stefano Fresi, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Andrea Sartoretti, Carlo De Ruggieri