PETIT PAYSAN | L’orgoglio di un regista nato in una fattoria

Nato in una fattoria lattearia, il regista Hubert Charuel con il film Petit paysan ha scelto di non rinnegare le sue origini contadine e di raccontare, attraverso il cinema, la passione per un mestiere antico e insieme un dramma rurale dei giorni nostri che affligge i piccoli allevatori. Storia molto umana e personale che sfiora il thriller sociale, Petit paysan è stato presentato lo scorso anno a La Semaine de la Critique del Festival di Cannes, ha poi vinto 3 Premi César ed è stato insignito del Premio Foglia d’Oro al Festival France Odeon di Firenze.
“Ho fatto questo film per sbarazzarmi del senso di colpa per non aver portato avanti la tradizione e l’impresa di famiglia. Io sono fiero delle mie origini ma un tempo temevo il giudizio degli altri. Oggi però essere un contadino non significa essere necessariamente una persona ignorante” rivela con sincera onestà il regista durante l’incontro con la stampa romana alla presentazione del film.
Petit paysan è la storia di un eroe singolare. Pierre (Swann Arlaud) è un giovane allevatore di vacche da latte, nella sua vita si è sempre dedicato con instancabile passione al semplice lavoro della sua fattoria. Improvvisamente però il futuro dell’azienda di famiglia viene minacciato dalla comparsa di un’epidemia vaccina che si sta diffondendo in Francia e che sembra aver colpito anche una delle sue vacche. Per evitare di incorrere nel rischio che tutto il suo bestiame venga abbattuto, Pierre si spinge fino ai limiti della legalità coinvolgendo anche sua sorella veterinaria, Pascale (Sara Giraudeau).
“Sono figlio di contadini -ha raccontato il regista Charuel – e la fattoria del film è quella della mia famiglia che non è più in attività. Petit paysan trae spunto dalla crisi della mucca pazza, nella cui circostanza si applicò un rigido principio di cautela per evitare la diffusione del morbo. Io ne ho avuto esperienza diretta perché quando mia madre, che era innamorata delle vacche di cui si prendeva cura nell’azienda di famiglia, ha sentito la notizia in televisione ricordo che disse: – Se mi fanno fuori le mie mucche io mi suicidio -. Sono partito da qui”.
La storia di Pierre in Petit paysan tocca corde assai drammatiche prendendo spunto dalle attuali vicende relative alle diverse epidemie bovine che negli ultimi anni hanno colpito tantissimi piccoli allevatori. Il film racconta però anche i risvolti più intimi di un mestiere umile e antico che conserva in sé la purezza e la dignità di un’atavica relazione tra uomo e natura.
“Gli eroi sono gli agricoltori e gli allevatori. Lavorano sette giorno su sette e con il loro lavoro nutrono le persone senza guadagnare tanto. Swann Arlaud, l’attore che interpreta Pierre, non aveva esperienza nell’ambito dell’agricoltura, ma sapevo che la sua recitazione doveva passare anche attraverso il corpo e i gesti a stretto contatto con gli animali; così l’ho mandato a trascorrere tre settimane nella fattoria di alcuni amici e alla fine questi si sono trovati così bene con lui che quasi avrebbe voluto che non andasse più via”.
Insieme a Swann Arlaud in Petit paysan protagoniste d’eccezione sono anche le vacche stesse, decine di esemplari con cui l’attore recita con grande partecipazione. Per gestire l’impresa eccezionale sul set Charuel si è avvalso di un’aiutante indispensabile, sua madre stessa, che oltre a supervisionare la gestione degli animali recita anche nel film.
“Petit paysan è un film anche sulla famiglia. Io rappresento una rottura rispetto alle tradizioni della mia perché non ho seguito l’esempio dei miei genitori, ma per questo film ho voluto mia madre al mio fianco”.
PETIT PAYSAN | Scheda tecnica
TITOLO ORGINALE: Petit paysan
VOTO: 6,5/10
PAESE: Francia
ANNO: 2017
GENERE: drammatico
DISTRIBUZIONE: Nomad Entertainment
USCITA: 22 marzo 2018
DURATA: 90′
REGIA: Hubert Charuel
SCENEGGIATURA: Claude Le Pape, Hubert Charuel
INTERPRETI: Swann Arlaud, Sara Giraudeau
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: Sébastien Goepfert
MUSICHE: Myd