My Generation – Ritorno alla Swinging London

“People try to put us d-down (Talkin’ ‘bout my generation), Just because we get around (Talkin’ ‘bout my generation)”
Recitavano così le prime frasi di My Generation canzone dei The Who, simbolo di una rivoluzione culturale e sociale che coinvolse le giovani generazioni degli anni ’60 che cercavano il loro posto in un mondo profondamente segnato dalle difficoltà economiche derivanti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. L’eleganza senza tempo di Sir Michael Caine ci fa viaggiare con salti temporali dalla Londra degli anni ’60 a quella dei nostri giorni. Nel 1960 uno dei più grandi attori britannici, due volte Premio Oscar, aveva 27 anni, si definiva di origine cockney (membro della classe proletaria di Londra) poiché figlio di un pescivendolo e di una donna delle pulizie, ma sognava il grande schermo. Proprio per la sua passione per Humphrey Bogart, decise di cambiare il suo nome da Maurice Joseph Micklewhite Jr. a Michael Caine dopo aver visto il film L’ammutinamento del Caine.
Rivolgendosi al pubblico, il Caine di oggi ci spiega quanto fu fortunato ad ottenere un ruolo nel film Zulu (1964) a cui poi fecero seguito Alfie (1964), Un colpo all’italiana (1969) e I lunghi giorni delle aquile (1969). Il documentario My Generation appunto, ideato da lui stesso e diretto da David Batty, fonde insieme le immagini di un Caine giovane che cammina per le strade di Londra ed un Caine maturo, che con visibile emozione ci fa rivivere un periodo che ha dato inizio ad una nuova era culturale e musicale.
Attraverso la sua voce siamo catapultati dal grigiore del dopoguerra alla molteplicità di colori che investì Londra in quegli anni. Michael Caine ci parla della sua esperienza di giovane londinese, di come ogni forma d’arte riprese a vivere, dei locali notturni (come The Ad Lib) in cui si esibivano i Beatles e i Rolling Stones, del ritorno della fotografia come miglior mezzo per mostrare la bellezza e il corpo femminile o per immortalare le icone del tempo, della comparsa delle minigonne con Mary Quant e della rivoluzione della moda che vide le donne uscire dagli schemi e mostrare più di quanto avessero mai mostrato fino a quel momento.
La forza del film sta nel susseguirsi frenetico e dinamico di materiale anche inedito cucito alla perfezione ed in grado di ricostruire in ordine cronologico quello che accadde in quegli anni. Vediamo Mary Quant tagliare una stoffa, David Hockney e la sua arte, David Bailey che fotografa Jean Shrimpton, la bellezza ingenua di Twiggy, David Bowie commesso a King’s Road, l’affascinante Marianne Faithfull con Mick Jagger ed i Rolling Stones prima di salire sul palco nel famoso concerto ad Hyde Park.
L’esplosione di colori e di idee che aveva colpito i primi anni ’60 venne poi improvvisamente minata dall’arrivo delle droghe che allontanò molti artisti dalla scena e portò delle ombre negli anni che ancora oggi vengono visti come i più luminosi di sempre. Ma il Caine dei nostri giorni ci spiega che il mondo ormai era cambiato per sempre, che i giovani erano riusciti finalmente a prendere in mano le loro vite, a compiere una rivoluzione, perché lontani ancora dalla tecnologia e dai computer avevano lo stimolo di incontrarsi, di scambiarsi idee e di spingere ai massimi livelli la loro creatività.
My Generation è un’esperienza sensoriale, una dichiarazione d’amore nei confronti di un’era indimenticabile e di un attore sopra le righe, il tutto accompagnato da una colonna sonora che rende omaggio a Donovan, The Who, The Animals, Cream, oltre ovviamente a The Beatles, The Rolling Stones e The Kinks.
Un inno alla libertà d’espressione e un invito rivolto ai più giovani da parte di Sir Michael Caine: avere il coraggio di essere gli artefici della propria vita e di farne un’opera d’arte.
Voto 8/10
Dati tecnici di MY GENERATION
TITOLO: MY GENERATION
USCITA: dal 22 al 29 Gennaio
DURATA: 85’
GENERE: Documentario
REGIA: David Batty
Scritto da Dick Clement & Ian La Frenais
PAESE: Gran Bretagna
DISTRIBUZIONE: I Wonder Pictures
CAST: Michael Caine, Joan Collins, Paul McCartney, Twiggy, Roger Daltrey, Lulu