TUTTI I SOLDI DEL MONDO | Da Spacey a Plummer il vero protagonista è il denaro

“Niente”: così rispose J. Paul Getty, per il riscatto di suo nipote l’uomo più ricco del mondo non avrebbe pagato niente ai rapitori. Al di là del drammatico fatto di cronaca passato alla storia, Ridley Scott nel suo film racconta di quell’eccezionale, geniale petroliere, umanamente spietato, che seppe accumulare Tutti i soldi del mondo ma che fu anche capace di reagire in modo eccezionalmente duro di fronte ad una delle più angosciose situazioni familiari immaginabili.
La complessa figura di J. Paul Getty, che questi fosse interpretato da Kevin Spacey o Christopher Plummer, suscita un fascino agghiacciante e sconcertante che Scott e lo sceneggiatore David Scarpa hanno saputo rendere in modo vivido. Ai produttori, che, a sole sei settimane dall’uscita ufficiale dell’attesa pellicola, hanno preso la drastica decisione di rigirare con Plummer tutte le scene originariamente interpretate da Spacey, a causa delle gravi e infamanti accuse di molestie da cui quest’ultimo è stato recentemente investito, va quantomeno il merito di aver fortemente creduto in una sceneggiatura convincente.
Le contraddizioni della storia di Getty e della sua famiglia riservavano aspetti e spunti di grande pregio narrativo, che decisamente riescono a tenere lo spettatore col fiato sospeso per più di due ore di film. Il tocco della regia di Scott poi impreziosisce il racconto, nonostante questo si dilunghi a volte in qualche particolare inutile sulla figura del magnate. Una tentazione a cui era difficile sfuggire data la notorietà della storia che in se stessa non poteva costituire il vero punto di forza del film.
L’obiettivo di Tutti i soldi del mondo a ben vedere in effetti non era quello di raccontare la storia di un tragico rapimento universalmente noto, almeno nelle sue linee generali, quanto piuttosto descrivere il potere che il denaro può avere sulle persone anche quando -e forse soprattutto quando- queste sembrano aver raggiunto le più alte vette di potere.
La storia raccontata da Scott in Tutti i soldi del mondo si discosta molto dalla realtà dei fatti riguardanti il rapimento di Paul Getty III. È vero che ‘ndrangheta e brigate rosse vengono rappresentati nel film con estrema libertà creativa e probabilmente, per quanti ricordano quell’epoca e quei luoghi drammaticamente noti per i brutali rapimenti che furono commessi, il contrasto tra realtà e finzione risulterà deludente. Tutti i soldi del mondo però racconta un’altra storia, quella di una dinastia condannata e dannata dalla spropositata ricchezza del suo capostipite e lo fa ricreando un mondo, un universo parallelo cupo, privo di calore e straripante di opere d’arte di straordinaria bellezza che porta il disperato marchio di un creatore avido, taccagno e profondamente materialista.
Jean Paul Getty interpretato da Plummer (Dickens – L’uomo che inventò il Natale, 2017) è al tempo stesso un personaggio extra terreno e realisticamente profondo. Resta però la curiosità di conoscere come fosse quello partorito dall’algida recitazione di Spacey, trasformato da un elaborato make-up e dalle protesi. Tuttavia presto avremo il piacere di vedere in televisione invece Donald Sutherland vestire i panni del grande multimiliardario nella serie di cui recentemente Danny Bolyle ha terminato le riprese; si intitola Trust e riprende proprio le vicende legate al rapimento Getty.
Della nuora, la vera Abigail Harris Getty (Gail), madre del giovane John Paul Getty III, non si hanno molte notizie, ma l’interpretazione di Michelle Williams (Manchester by the sea, 2016, e The greatest showman, 2017) ci restituisce un personaggio che, nonostante l’apparente composta freddezza, tiene degnamente testa al suocero. La sua determinazione unita all’affetto materno genera una forza capace persino di contrastare la potenza dell’uomo più ricco del mondo.
Decisamente edulcorata è invece la figura di John Paul Getty III, nella realtà definito come un giovane bohémien, dedito sin dall’adolescenza all’uso di droghe, che frequentava nightclub, manifestazioni di sinistra e faceva una vita da hippie. In Tutti i soldi del mondo l’erede dell’immenso patrimonio appare più come un ingenuo adolescente vittima di un mondo sospeso tra pubblico e privato.
TUTTI I SOLDI DEL MONDO | Scheda tecnica
Titolo Originale: All the Money in the World
Genere: thriller, drammatico
Paese: Stati Uniti d’America, Regno Unito
Anno: 2017
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: David Scarpa
Produzione: Imperative Entertainment, RedRum Films, Scott Free Productions, TriStar Pictures
Durata: 136′
Interpreti: Michelle Williams, Christopher Plummer, Mark Wahlberg, Charlie Plummer, Romain Duris. Marco Leonardi, Timothy Hutton, Andrew Buchan, Giuseppe Bonifati, Maurizio Lombardi, Andrea Piedimonte
Sinossi: Roma, 1973. Alcuni uomini mascherati rapiscono un ragazzo adolescente di nome Paul Getty III (Charlie Plummer), nipote del magnate del petrolio Jean Paul Getty (Christopher Plummer), noto per essere l’uomo più ricco al mondo e al tempo stesso il più avido. Il rapimento del nipote preferito, infatti, non è per lui ragione sufficientemente valida per rinunciare a parte delle sue fortune, tanto da costringere la madre del ragazzo Gail (Michelle Williams) e l’uomo della sicurezza Fletcher Chace (Mark Wahlberg) a una sfrenata corsa contro il tempo per raccogliere i soldi, pagare il riscatto e riabbracciare finalmente il giovane Paul.
Una vicenda pubblica e privata che sconvolse il mondo per aver rivelato a tutti un’incredibile verità: che si può amare di più il denaro che la propria famiglia.
Distribuzione: Lucky Red
Giudizio tecnico: 7/10