VENEZIA 2017 | Maurizio Tesei e il suo Mauro ne IL CONTAGIO

Lido di Venezia – Maurizio Tesei, interprete dalle sfumature intense e multiformi, ne Il contagio è Mauro, uno spacciatore che attraverso la sua attività, mosso da una bruciante ambizione, riesce ad emergere dalla borgata e a raggiungere una ricchezza al di sopra delle aspettative. Il film è stato presentato in concorso alle Giornate degli Autori, sezione autonoma della Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia. Tesei incarna uno dei personaggi principali della storia con abilità e confidenza sorprendenti. Al Lido ci ha raccontato la sua esperienza con simpatia ma anche con la serietà di chi conosce il proprio ruolo meglio di chiunque altro.
Mauro è un personaggio complesso, un uomo forte, determinato e per certi versi anche sensibile, ma logorato da un desiderio di potere che pian piano lo distrugge dal di dentro. Qual è stato il tuo approccio con questa figura così importante de Il contagio?
“Per quanto mi riguarda Il contagio nasce circa nove anni fa quando Nuccio Siano, sceneggiatore del film, si innamorò del romanzo di Walter Siti e firmò la regia di uno spettacolo teatrale in cui io interpretavo Mauro. La sceneggiatura del film è totalmente differente dallo spettacolo teatrale ed è stata per me una sorpresa, ma Mauro è un personaggio che ho cominciato a costruire partendo dal libro. I registi del film, Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, avevano visto lo spettacolo e si può dire che non avevano altro Mauro al di fuori me! Tra l’altro Mauro è uno dei pochissimi personaggi di questo romanzo autobiografico che non trovava riscontro nella realtà. Siti mi ha raccontato di aver creato il personaggio ispirandosi ad una persona incontrata solo per poche ore di cui non ha mantenuto nemmeno il nome”.
Il contagio è un film corale con un cast artistico importante e folto, come siete riusciti a coordinare e collegare insieme tutti i personaggi della storia?
“I registi hanno avuto da subito le idee molto chiare sui personaggi e la coesione necessaria tra loro, ma sono stati sempre anche apertissimi ad ogni proposta e all’improvvisazione. Abbiamo fatto molto lavoro a tavolino, che è un tipo di procedimento che si usa molto in teatro. Copiane alla mano abbiamo parlato molto tra noi e alla fine sapevamo tutto dei personaggi . Questo permette di arrivare ad essere sul set delle macchine con tempi di scena quasi perfetti”
Infatti una delle scene più belle e forti del film è costituita proprio dal lungo piano sequenza in cui Mauro ad un party sotto effetto di droghe e alcool subisce una metamorfosi mostruosa. La tua straordinaria capacità di modificare sia al livello fisico che espressivo il tuo aspetto è sorprendente e trasmette perfettamente il degenerante tormento interiore ormai incontenibile che affligge Mauro sempre più. Come avete preparato la scena?
“A livello psicologico quella è una delle scene più violente del film. In realtà è stato tutto preparato in una notte in cui abbiamo girato 14 take. Si dovevano coordinare più di 150 comparse per ricreare quella sorta di incubo che stava vivendo Mauro in quel momento. Io mi sono fatto mandare il percorso definitivo di Mauro seguito dalla steadycam, un dato molto tecnico. Dopo aver immagazzinato il percorso delle riprese e conoscendo il percorso emotivo del personaggio, quello che è uscito fuori in realtà è tutto frutto dell’improvvisazione. Credo che un piano sequenza del genere farebbe gola a tanti attori e quando l’ho letto ho capito che una volta realizzata questa scena avrei finalmente compreso se la recitazione è davvero il mio mestiere”.