EASY | Weekend con il morto

Un uomo, una bara e un’autostrada.
È questa la grottesca premessa che il regista esordiente Andrea Magnani propone per la
sua commedia Easy, un viaggio facile facile.
La trama vede un antieroe, Isidoro, lento e taciturno, chiuso nella sua quotidiana routine
fatta di cibi grassi, anti-depressivi e tentativi di suicidio prendere le redini della sua vita a
causa di una singolare occasione: accompagnare nell’ultimo viaggio verso casa la bara
contenente il corpo di Taras, un immigrato ucraino deceduto in seguito ad un tragico ed
evitabile incidente in cantiere. Il road trip “in sella” ad un carro funebre porta la strana
coppia alla volta dei Carpazi, tra disavventure, emozioni e una palpabile ed elementare
voglia di Europa che aleggia, silenziosa ma percettibile, una volta attraversate le Alpi. Un’
avventura italo-ucraina, un ponte culturale quanto grottesco.
La trama, semplice e senza plot twist, è forse il punto più debole della pellicola, che colpisce invece per la
sua poetica, lasciando spesso lo spettatore solo con i grandi silenzi,
story telling quasi più da Western che da commedia, e le meravigliose e pittoresche
location.
Isidoro e Taras spaziano tra le grandi pianure affacciate sul Mar Nero e i piccoli villaggi
sperduti nelle montagne, per poi ritrovarsi nelle colossali fabbriche di gusto sovietico,
simbolo di quel regime le cui radici ideologiche, nonostante la dissoluzione, restano ancora
vive e ben piantate in quelle terre geograficamente e culturalmente così lontane, eppure
mai così vicine come negli ultimi anni.
La sotto trama sociologica è sapientemente declinata in una sceneggiatura che racconta
gli evidenti anacronismi di un paese le cui modernissime autostrade e le grandi città
rubano lo spazio ai villaggi rurali fermi ai romanzi di Dostoevskij. Una nazione e un
popolo che parlano tanto di Europa, e mai di Russia.
Lo spettatore si trova di fronte ad un film assolutamente europeizzante, un melting-pot
di lingue e culture che coesistono in armonia, formando un uniforme tessuto sociale in cui
nessuna voce “stona”, dal camionista georgiano che intona l’italianissima “Felicità” alla
piccola famigliola cinese che gestisce un ristorante tra i boschi vicino Kiev. Personaggi che
hanno culture e lingue diverse, ma che nonostante questo si capiscono, si aprono, si
intrecciano senza bisogno di mediatori, abbattendo così simbolicamente le ultime barriere
culturali che ancora in questo periodo storico minacciano il continente Europeo, tra muri e
respingimenti, pregiudizi e scetticismi.
La fotografia mostra magistralmente i grandi spazi innevati e solitari (con una
colorazione fredda e secca, opposta invece ai caldissimi colori scelti per gli interni) ma
spesso stringe il protagonista in una inquadratura, quasi soffocante, per
enfatizzare gli effetti dell’ansia e della vertigine, di cui Isi soffre.
L’interpretazione di Nicola Nocella mostra un’evoluzione radicale di Isidoro, da
taciturno e imbambolato trentacinquenne vittima della vita e delle circostanze a vero e
proprio fautore del suo destino. Un Jim Belushi all’italiana, che nelle difficili sequenze in
mezzo alla neve, fiumi gelati e impraticabili strade montane strizza l’occhio al Di Caprio di
The Revenant, senza orsi stavolta ma con diversi litri di vodka dei Carpazi, la
Samohonka.
Voto: 6 Loden su 10
Dati tecnici di Easy, un viaggio facile facile
TITOLO: Easy
USCITA: 31/08/2017
REGIA: Andrea Magnani
AIUTO REGIA: Marco Cervelli
SCENEGGIATURA: Andrea Magnani
DURATA: 91 minuti
GENERE: Commedia grottesca
PAESE: Italia, Ucraina
CASA DI PRODUZIONE: Pilgrilm Film, Bartlebyfilm, Fresh Production
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Tucker Film
FOTOGRAFIA: Dmitriy Nedria
MONTAGGIO: Luigi Mearelli
COSTUMI: Aliona Zavydivska, Marianna Sciveres
CAST: Nicola Nocella, Libero De Rienzo, Barbara Bouchet, Ostap Stupka, Veronika Shostak