Bryan Cranston al Giffoni Experience: ragazzi, abbiate il coraggio di mettervi anche in situazioni scomode

Due incontri e un calorosissimo tappeto blu, nella settima giornata del Giffoni Experience il grande protagonista, star e mito dall’aspetto paterno, è stato Bryan Cranston. L’idolo di milioni di fan nel mondo che lo hanno seguito e ammirato nella straordinaria serie televisiva Breaking bad e in film indimenticabili come Drive, Argo e Trumbo, si è presentato ai giovani del Festival con la stessa naturalezza e giovialità con cui ci si presenta ad un incontro tra amici.
Attore, regista e produttore cinematografico, vincitore di quattro Emmy e un Golden Globe, Cranston al Giffoni non smette di ripetere quanto il poter conversare con giovani appassionati di cinema sia per lui una soddisfazione unica e ben più grande e gratificante che rivolgersi ad una platea di giornalisti. Il suo primo consiglio ai ragazzi, detto e ripetuto a più riprese nell’arco della giornata, è quello di seguire le proprie passioni con determinazione soprattutto quando queste sembrano più scomode e in due incontri spiega il perché di questa sua ferma convinzione.
I ragazzi sembrano avidi prima di tutto di conoscere la persona che sta dietro i grandi personaggi che hanno visto interpretati da Cranston. Gli chiedono che tipo di ruolo preferisca, quanto di lui entri nei suoi personaggi e quanto le storie di questi abbiano influenzato la sua vita. “Amo interpretare sia personaggi realmente esistiti che personaggi di finzione –spiega l’attore-, per quelli realmente esistiti faccio molte ricerche per approfondire il personaggio, mentre per quelli inventati ho la possibilità di spaziare in situazioni diverse. Onestamente a me piace interpretare entrambi i tipi, ma cerco di non portarli mai a casa. Penso che l’importante sia che la vita come attore non travalichi la gioia che si può trovare nella vita di tutti i giorni in famiglia, perché la prima finisce presto mentre la seconda dura molto, molto tempo”.
Cranston scherza e ironizza con i ragazzi soprattutto sulla moralità del personaggio che gli ha dato grande notorietà, Walter White, il professore di chimica protagonista di Breaking bad: “Studiate chimica – dice ai ragazzi- può farvi diventare veramente ricchi! Per il personaggio di Walter sono stato all’università del sud della California per imparare la chimica e poi sul set durante le riprese di Braking bad avevamo degli esperti di chimica che ci insegnavano le procedure, così realmente so come si creano metanfetamine! Naturalmente scherzo. In realtà quando studiavo a scuola non amavo la chimica ma con il passare del tempo e dopo l’esperienza in Breaking bad mi rendo conto che la vita è chimica e senza la chimica non si può fare nulla”.
Si percepisce che il personaggio di Walter White ha segnato in modo particolare l’esperienza di Cranston e i ragazzi sono molto curiosi di sapere cosa pensa di lui e gli chiedono persino quale sia il limite tra bene e male: “Come attore cerco di non giudicare mai i personaggi che interpreto, anche se di Walter inizialmente mi sono sforzato di pensare che agisse per fare qualcosa di buono per la sua famiglia, ma devo riconoscere che andando avanti il suo ego ha preso il sopravvento e ha veramente esagerato. Credo che tutti abbiamo l’opportunità di scegliere se essere il meglio o il peggio di noi, molto dipende dall’educazione che abbiamo ricevuto, dalle influenze che subiamo, dalle situazioni in cui ci troviamo e dalla cultura che abbiamo, ma penso che potenzialmente chiunque di noi potrebbe diventare molto pericoloso. La linea che divide il bene dal male è molto sottile e credo che Walter sia stato messo a dura prova dalle circostanze, è un uomo che si è trovato sotto una forte pressione e ha fallito l’esame della vita. Non ero in grande connessione con Walter ma quando lavori ad un personaggio per tanto tempo è difficile dire chi influenza chi, si finisce per conoscerlo così bene che si è portati a volerlo proteggere e si comincia a sentire un senso di rispetto nei suoi confronti. Walter a suo modo ha avuto un tremendo coraggio e in un certo senso lui sarà sempre parte di me come io parte di lui. Al termine di Breaking bad ho pianto molto, è stato doloroso dire addio alla serie, ma devo dire che sentivo che questa era arrivata a compimento, era completa”. Poi divertito mostra alla folla con orgoglio il suo tatuaggio nascosto tra le dita della mano destra: è il logo di Breaking bad.
Di fronte alla domanda sulla responsabilità che la sua fama gli conferisce in quanto modello per milioni di fan nel mondo Cranston non si tira indietro e ammette: “Non sento questa responsabilità come un peso, forse perché sono arrivato al successo in età matura, al contrario è la benvenuta”.
E infatti ha molti consigli da dare al giovane pubblico che lo ascolta con grande attenzione: “Ragazzi, è importate che scegliate l’arte per amore dell’arte e non perché amate l’idea di vedervi come attori per diventare famosi. In generale qualunque cosa scegliate di fare nella vita fatela per passione e provateci fino in fondo anche se vi sembra che vi siano molti ostacoli davanti. Se non ci provate avete automaticamente fallito. Sforzatevi di mettervi sempre in una posizione in cui non vi trovate a vostro agio, provate a sperimentare anche ruoli professionali diversi, così saprete cosa aspettarvi e alla fine guadagnerete il rispetto di coloro che lavorano al vostro fianco. Anche per me è stato così. La mia carriera professionale è cominciata a 22 anni quando ho capito che c’era qualcosa che al momento non sapevo fare ma che avrei dovuto perseguire e qualcosa che sapevo fare ma non amavo, in quel momento ho compreso che avrei dovuto seguire la strada meno sicura”. In particolare ad un ragazzo che aspira a diventare attore come lui Cranston spiega: “In quest’arte non ci sarà mai carenza di attori e bisogna intraprendere questo mestiere solo se si è davvero innamorati della recitazione, se pensi che potresti essere più felice a fare altro dovresti fare altro. Se sei veramente innamorato di quest’arte anche quando arriveranno i momenti negativi saprai prenderli con filosofia e andare avanti”.
I ragazzi del Giffoni Experience lo considerano un mito, un mentore e persino un padre, tanto che un bambino si alza dal pubblico per chiedergli candidamente: “Se fossi mio padre che consiglio mi daresti?” e Cranston, quasi commosso, risponde: “Se fossi mio figlio ti direi di fare il bravo ragazzo e se davvero volessi fare l’attore, visto che diventerai una brava persona, ti spingerei ad affrontare anche qualche rischio, perché le brave persone anche se cadono non si fanno mai troppo male. E spero tanto che un giorno lavoreremo insieme”.