NERUDA | Per Larraìn un poeta che scorre come sangue sotto la pelle

Neruda – Un poeta, un diplomatico, un politico, una delle figure più importanti del panorama storico e culturale cileno del secolo scorso, Pablo Neruda. Premio Nobel per la letteratura nel ’71, nel mondo Neruda è conosciuto per le sue poesie, vibranti, appassionate, sanguigne e melodiose, ma per il Cile è un personaggio assai più complesso e significativo, tanto che nel 1953 vinse il Premio Lenin per la pace. Pablo Larraìn, regista cileno, ha scelto di dipingerne un ritratto spettacolare e seducente in un film che si è rivelato una vera impresa cinematografica, Neruda.
In che modo si è documentato per realizzare questo film su un personaggio storico di così grande rilievo e così articolato?
“La mia ispirazione non era sufficiente per parlare di questo personaggio. Pablo Neruda in Cile sta nell’acqua che si beve e le persone ce l’hanno nel corpo, nella pelle, nella testa, nel sangue che scorre nelle vene. Ho letto molte biografie su Neruda, prima di tutto la sua autobiografia, e ho intervistato molta gente che lo ha conosciuto. Neruda era un amante della cose belle, della cucina, del vino, delle donne, dell’arte, della letteratura, dei romanzi gialli, ma anche un diplomatico che convertì il mondo; era un esperto di letteratura e un politico, senatore del partito comunista, ha viaggiato in tutto il mondo ed era un poeta, un grande poeta. Inserire tutto questo in un film sarebbe stato impossibile, ero terrorizzato. Tuttavia è stato liberatorio rendermi conto che non avrei potuto affrontare tutto Neruda in un film. A quel punto la sua figura mi ha dato una ventata di libertà creativa”.
Neruda è un film dalle molte sfaccettature che si compone di scene e ambienti assai diversi tra loro, che si intersecano e si sovrappongono. Come hai scelto di realizzarlo?
“Ci sono voluti 5 anni per realizzare questo film. Neruda è un personaggio troppo vasto, forte e profondo per poterlo ridurre ad una pellicola. Questo film è un western, ma anche un noir; è un film anni ’50, ma anche un film sulla comunicazione ed è il racconto di un viaggio che diventa più importante della destinazione. Due settimane prima di cominciare a girare il film mio fratello, che è il produttore, ci ha chiesto di tagliare almeno 20 pagine dalla sceneggiatura perché non c’erano abbastanza soldi per fare tutto. Guillermo Calderón, lo sceneggiatore, un drammaturgo eccezionale, passammo una settimana chiusi in casa per tagliare il copione e alla fine la sceneggiatura ne uscì fuori più lunga ancora di altre 20 pagine. Non potevamo tagliare, era impossibile. Durante la fase si sceneggiatura ho una linearità ma nel girare costruisco momenti. Il cinema è soprattutto atmosfera, tono, qualcosa di più viscerale.Quando giro un film non penso più linearmente, non uso una coscienza narrativa. I film sono come momenti di vita, pulsioni. Un film è un fatto più viscerale d’istinto. Quando giro prendo dei momenti e li lancio come pezzi che poi verranno messi insieme nel montaggio. La stessa scena posso girarla in più posti. alcune le abbiamo ripetute anche in tre diverse location perché nel cinema lo spazio fisico ha una sua importanza anche simbolica. Lo spazio è sia fisico che di astrazione. Sceneggiatura e riprese sono sempre in lotta tra loro. Secondo me un film si fa lasciando le cose aperte. Non mi piace quando al cinema il regista serve tutte le risposte già pronte, credo che sia importante rispettare l’intelligenza dello spettatore. Mi piace che ci sia una certa dialettica tra pubblico e schermo, come succede nel sesso quando è fatto bene”.
L’ambiente storico e il panorama politico in questo film sono molto importanti. Si può dire che Neruda sia un film anche politico?
“In Cile Neruda è ovunque e io me lo porto addosso, questo film voleva essere un poema, un canto alla persona e al poeta. Certamente però non potevo separare la figura del poeta da quella del politico. Neruda scriveva anche poesie contro le figure politiche e questo era fare insieme poesia e politica. Il film è ambientato nel dopoguerra e quando si fa un film d’epoca non si può fingere di non sapere cosa sia successo dopo. Neruda è un film su un paese, il Cile, che ha vissuto un sogno che non si è mai realizzato e che a distanza di pochi anni ha subito la devastazione del Bastardo. Il film parla di quest’epoca e dei due anni che Neruda trascorse in fuga. Eppure lui stesso non sapeva dire se avesse vissuto, sognato o solo scritto questo periodo. Nel realizzare un film su di lui volevamo rompere con tutto e sentirci anche noi in questo ambito di finzione. A me piace il cinema realista, ma non so farlo. Preferisco un cinema fatto più di atmosfera e cos’ì è nato un un film su Neruda ma con una struttura simile a quella di Borges”.
Neruda
Voto: 8/10
Titolo: Neruda
Uscita: 13 ottobre 2016
Distribuzione: Goodfilms
Paese e anno: Argentina/Cuile/Spagna 2016
Durata: 107′
Genere: drammatico, biografico
Interpreti: Luis Gnecco, Gael Garcìa Bernal, Alfredo Castro
Regia: Pablo Larraìn
Sceneggiatura: Guillermo Calderòn
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=iZsvD4vCv8M