L’esperienza di Indivisibili alla Biennale Cinema – Venezia 2016

Venezia – Da nucleo accogliente e protettivo alle volte i legami familiari e affettivi più stretti rischiano di trasformarsi in una gabbia che imprigiona e limita: la storia delle due gemelle siamesi protagoniste di Indivisibili di Edoardo De Angelis (Perez., 2014) è la metafora perfetta del percorso di affrancamento e crescita che ogni giovane di fatto si trova a compiere per scoprire e diventare se stesso. Il film, presentato in anteprima nei giorni scorsi alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica nella sezione Giornate degli Autori, ha vinto il Premio Gianni Astrei – Venezia 2016 alla Biennale Cinema e il prossimo lunedì 12 settembre sarà proiettato anche al Toronto International Film Festival.
“Ogni separazione, in carne viva, porta con sé fatica e dolore, ma senza ciò la vita non nasce o non cresce. A Edoardo De Angelis e al film Indivisibili il Premio Gianni Astrei – Venezia 2016, per aver saputo mostrare la fatica e la difficoltà delle scelte nel percorso di elaborazione della personale autonomia, verso una libertà consapevolmente intrecciata ai gemellaggi dell’anima”: questa la motivazione con cui la Giuria dell’Associazione Fiuggi Family Festival ha scelto di consegnare a Indivisibili il Premio Gianni Astrei.
Indivisibili: separarsi restando unite
Una storia che narra il cammino di due adolescenti verso la scoperta della propria identità personale. Viola e Dasy sono due gemelle siamesi, due persone profondamente diverse cresciute come una in un ambiente familiare e sociale povero soprattutto al livello umano e culturale. La condizione particolare in cui si trovano e il dono di una voce melodiosa però consente a tutta la loro famiglia di mantenersi e di concedersi anche vizi assai poco edificanti. Le due gemelle infatti vengono sfruttate dal padre in esibizioni canore ai matrimoni e alle feste. Tuttavia, proprio quando le ragazze cominciano a sentire la necessità di crearsi una sfera di vita più intima, personale e autonoma, scoprono di potersi dividere. Così quanto più il mondo intorno a loro cerca di trasformale in un fenomeno da baraccone e finanche in un oggetto di venerazione popolare, tanto più Viola e Dasy cominciano a desiderare di poter fare cose normali come tutte le altre loro coetanea. La loro battaglia però non è solo contro la realtà esterna che le circonda e le opprime, ma è anche una lotta interiore contro una parte di se stesse. Viola e Dasy infatti sono combattute al tempo stesso sia dal desiderio di crearsi un proprio spazio di autonomia e libertà l’una dall’altra sia dal bisogno quasi vitale di restare unite ad una parte ormai vitale di se stesse e del proprio corpo.
Un cast perfettamente calzante
Angela e Marianna Fontana sono le due gemelle, identiche anche se non siamesi, che interpretano i personaggi di Viola e Dasy. Spiega Edoa0rdo De Angelis di aver voluto rappresentare “Due ragazze attaccate per il bacino che, guardate singolarmente, dovevano essere belle per permettermi di realizzare quell’equilibrio tra attrazione e repulsione che è la linea guida estetica di ogni inquadratura che compongo”. Angela e Marianna, poco più che maggiorenni, danno in questo film una grande prova di immedesimazione perché recitano davvero attaccate l’una all’altra in una quantomai credibile e realistica simbiosi.
Accanto a loro anche il resto del cast artistico riesce a creare un ambiente umano assolutamente verosimile e ricco di sfumature. Antonia Truppo (Lo chiamavano Jeeg Robot) e Massimiliano Rossi (Gomorra – La serie) sono la madre e il padre delle ragazze, mentre Gianfranco Gallo (Gomorra – La serie) e Beppe Servillo interpretano rispettivamente il ruolo del sacerdote allontanato dalla Chiesa e il chirurgo; tutti molto convincenti nel proprio ruolo.
Conclusa l’avventura alla Biennale Indivisibili passerà per il Toronto International Film Festival nella sezione Contemporary World Cinema e al London Film Festival. Uscirà nelle sale italiane il prossimo 29 settembre.