La ragazza del mondo visita la Biennale Cinema – Venezia 2016

Venezia – Sospeso tra l’essere una storia d’amore e un romanzo di formazione, La ragazza del mondo di Marco Danieli, regista e sceneggiatore del film, riesce a raccontare una storia che ha dell’universale. Le Giornate degli Autori portano alla Biennale Cinema un racconto che parte una realtà particolarissima, quella dei Testimoni di Geova, ma che raggiunge l’esperienza di ogni adolescente che diventa adulto.
Sono la seconda comunità religiosa più numerose in Europa, i Testimoni di Geova sono assai noti per via della loro ortodossia fortemente rigorosa e chiusa. Un film ambientato in un contesto del genere non può che suscitare curiosità nel pubblico tanto per la storia quanto per le possibili reazioni dei membri di questo movimento. Eppure Marco Danieli è riuscito nell’intento di raccontare una storia realistica e credibile senza cedere alla tentazione dell’inchiesta. “Non volevo – racconta il regista – che il film finisse col somigliare ad un documentario sui Testimoni di Geova, al contrario Antonio Manca (altro sceneggiatore del film) e io intendevamo raccontare il romanzo di un’adolescente che dopo essere cresciuta in un gruppo con una forte ortodossia fatta di rigide regole e fortemente strutturato e protettivo, decide di affacciarsi alla vita nel mondo al di fuori della propria comunità”.
La ragazza del mondo è esattamente questo: la storia di due giovani che, sebbene siano l’uno l’opposto dell’altra, attraverso il sentimento d’amore che li unisce trovano la forza per affrancarsi dagli schemi che li legano ai loro mondi di provenienza per cercare di costruirsi un futuro diverso e più libero. Giulia, ben interpretata dalla giovane Sara Serraiocco, e Libero, Michele Riondino, sono colti da un sentimento d’amore l’uno per la’altra decisamente improbabile. Sara è infatti figlia di una famiglia benestante e fortemente osservante delle pratiche religiose dei Testimoni di Geova, mentre Libero è un ragazzo di borgata abituato a vivere di espedienti. Tra loro nasce un amore forte, intenso e sincero, ostacolato in realtà non solo dal contesto familiare e culturale della ragazza ma anche dalla rete sociale in cui Libero è ormai invischiato.
Attraverso Sara e Libero La ragazza del mondo racconta la storia di un percorso di scoperta dell’identità personale che ha un respiro universale. Il film si stacca tanto dal contesto della borgata romana, ormai arcinoto al cinema, quanto dall’angusto e iperprotettivo mondo della comunità religiosa dei Testimoni di Geova, per esplorare lo stupore e il disorientamento di due giovani che scoprono la bellezza e al tempo stesso la pericolosità del mondo reale.
Dopo la proiezione del film a Venezia nelle Giornate degli Autori, Marco Danieli, da buon sceneggiatore, rivela: “Non sono particolarmente spaventato delle possibili reazioni da parte dei membri della comunità dei Testimoni di Geova, perché in definitiva i personaggi rappresentati non sono costruiti in modo manicheo, hanno sia lati oscuri che positivi”. Anche la rappresentazione della realtà e degli ambienti della comunità dei Testimoni di Geova non appare né esasperata né caricata, al contrario sembra decritta in modo molto umano, senza mai cedere ad una narrazione morbosa.