31° Torino Film Festival: Le démantèlement recensione

Diretto dal regista Sébastien Pilote, autore del precedente lungometraggio intitolato “Le vendeur” (2011), vincitore del Premio Fipresci al 30° Torino Film Festival, “Le démantèlement”, appartenente alla sezione “Torino 31”, è la storia di Gaby Gagnon, proprietario di una fattoria situata nelle campagne canadesi, che gestisce da più di 40 anni, e padre di Marie e Frédérique, residenti a Montreal. Un giorno, la figlia maggiore, a causa del suo imminente divorzio, chiede al genitore un ingente aiuto economico, e Gaby consapevole di non disporre della cifra richiesta, decide con dolore di vendere la sua azienda e i terreni circostanti, per amore della sua famiglia.
In “Le démantèlement” assistiamo al cambiamento interiore e materiale di un uomo di mezza età, separato dalla moglie da tempo, che all’improvviso si vede privato di tutte le sue certezze, prima fra tutte quella rappresentata dal suo lavoro, costituito dall’allevamento di pecore, suo sostentamento da una vita, per far fronte alle difficoltà personali ed economiche della figlia più grande. Gaby forse non è ancora pronto per la pensione, per vivere una seconda esistenza dedita al riposo, ma un avvenimento esterno indipendente dalla sua volontà, rimette in gioco tutto, costringendolo a scegliere tra la sua fattoria e i problemi della famiglia, constatando senza ombra di dubbio che la seconda opzione è quella più urgente da affrontare. L’uomo è distrutto, ma il bene provato per le sue adorate figlie supera qualsiasi altra sua delusione e tristezza, perché è una cosa che deve essere fatta.
“Le démantèlement” racconta la vicenda di un’eroica figura maschile che da perdente iniziale, da personaggio disgregato nel suo intimo sentire, per aver dovuto rinunciare a qualcosa che significava molto per lui, diventa un vincente proprio perché in grado di anteporre i bisogni delle figlie ai suoi, non pentendosi della sofferta decisione presa, e Gaby Gagnon, protagonista di questo splendido affresco filmico di vita sì faticosa ma semplice e colma di soddisfazioni, è interpretato con grande professionalità dall’attore Gabriel Arcand.
“Le démantèlement” è una sorta di percorso iniziatico, atto a sondare con estrema attenzione emozioni e sentimenti dei personaggi, rendendoli vulnerabili ad ogni tipo di paura, ricordo, tormento e sconfitta, di fronte ad una realtà fredda ed ostile che non fa sconti a nessuno, ma proprio per questo ancora più vera, nella quale il pubblico è testimone di un sacrificio obbligato, quello di un padre così “innamorato” della famiglia, che scende a compromessi con gli ostacoli che la vita gli frappone davanti, unicamente per il bene di ciò che ha di più caro al mondo.
“Le démantèlement” è un’immensa storia d’amore, da una parte quella dell’amore di un padre per le sue figlie, e dall’altra quella dell’amore di un uomo per la sua terra e i suoi incancellabili ricordi. Infine, il merito del regista Sébastien Pilote sta nelle inquadrature, nello sguardo dignitoso di Gaby Gagnon, ormai conscio che esiste un tempo per la semina e un tempo per il raccolto, e lui ora è disposto a cogliere la preziosità derivante dall’affetto incondizionato sentito per le sue figlie, e per lui è tutto quello che conta davvero.
di Selene Virdò
27 novembre 2013