Perfect days: la bellezza è negli occhi di chi sa guardare
Perfect days: la bellezza è negli occhi di chi sa guardare
Sembra un film giapponese ma è del tedesco Wim Wenders, che realizza una delle sue migliori opere dell’ultimo periodo. Non è un caso che il Giappone lo abbia scelto come suo rappresentante per il miglior film straniero agli Oscar.
Scopriamo che nella routine quotidiana c’è sempre spazio per fugaci momenti di bellezza.
Il regista celebra così la gentilezza e la capacità di guardare oltre la superficie, apprezzando soprattutto le piccole cose. E lo fa con il gusto di raccontare una storia, pura e semplice, che ci insegna a guardare ciò che ci circonda con gli occhi accesi. Sempre pronti a cogliere anche un solo momento di bellezza durante la giornata.
Perfect days: la bellezza è negli occhi di chi sa guardare
Il lusso della semplicità
Perfect days: la bellezza è negli occhi di chi sa guardare
Hirayama parla pochissimo, vive in armonia con una natura che non si stanca mai di curare e immortalare, è metodico e ascolta solo musicassette: Eric Burdon, Patti Smith, Van Morrison, Lou Reed e Janis Joplin.
La storia è incentrata su quest’uomo ordinario che per lavoro pulisce i bagni pubblici di Tokyo e lo fa in maniera scrupolosa. Proprio da queste toilette rimaniamo affascinati nella prima parte del film, perché sono vere e proprie opere di design, distribuite in mezzo ai parchi o ai margini delle strade.
I giorni perfetti dell’uomo che pulisce i bagni sono in realtà una serie di giornate di straordinaria quiete, fatte di lavoro in tranquillità, ritmi lenti e ben scanditi, atti di cortesia e poi di immersioni nella lettura e nella buona musica.
Il nocciolo della trama sono queste giornate limpide ma anche uggiose, riscaldate da un sole che si diffonde tra i rami, trascorse a fare qualcosa che non è affascinante ma lo diventa quando guardiamo con la profondità del nostro sentire. E percepiamo la felicità, vorremmo essere Hirayama, attraversato da una pace interiore e grato dei più semplici gesti.
Un passaggio continuo di persone che vanno e vengono, una nipote che arriva a trovare l’uomo e svela un piccolo frammento del suo passato. Non sappiamo quasi nulla, ma tanto ci basta perché a lavorare è la nostra fantasia.
Il bene comune
Hirayama ha sempre un mezzo sorriso rivolto verso il cielo, verso il mondo.
Una ricerca del bello che è parte di giorni perfetti, dove ritrovare la magica ritualità di un fascio di luce che si insinua tra le foglie degli alberi o negli incontri quotidiani con quelle persone che sono diventate la sua famiglia.
Kōji Yakusho è l’interprete principale, premiato a Cannes come miglior attore, che in maniera delicata ma sicura riesce a penetrare il cuore del pubblico. Sempre educato, mai scontato, in perfetto stile giapponese, Hirayama parla attraverso le sue azioni e il suo è un messaggio di accortezza verso il prossimo.
Perfect days ci fa apprezzare questa vita apparentemente spoglia ma scremata dell’inessenziale, come la casa del protagonista, in cui a prevalere è l’ideale del bene comune.
È un film fatto di pochi gesti, ripetuti, giorno dopo giorno. E di pochissime parole, ma in cambio è attraversato da molti sguardi che trasmettono serenità.
In ciò che a noi appare scarno e modesto si nasconde qualcosa di più profondo, la bellezza è negli occhi di chi sa guardare!
Perfect days: la bellezza è negli occhi di chi sa guardare