Il Conformista di Bertolucci trasmette un messaggio sempre attuale

Il Conformista di Bertolucci trasmette un messaggio sempre attuale
Nel vasto panorama del cinema italiano e mondiale, pochi film possono vantare l’influenza e la risonanza de Il Conformista, diretto con maestria da Bernardo Bertolucci nel 1970. Questo capolavoro, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, va oltre l’ordine cronologico delle sue inquadrature per scavare nelle pieghe più oscure dell’animo umano.
In questo articolo, esploreremo le ragioni che rendono Il Conformista un’opera iconica e discuteremo alcuni dei suoi elementi distintivi.
Si tratta della travagliata storia di Marcello Clerici, interpretato in modo magistrale da Jean-Louis Trintignant, un uomo che lotta strenuamente per adattarsi alle rigidità della società fascista italiana degli anni ’30.
Il suo compito è assassinare un vecchio professore, un intellettuale antifascista in esilio a Parigi. Questa missione costringerà Marcello a un confronto doloroso con il suo passato, le sue paure più profonde e la lacerante ricerca della sua vera identità.

Crisi identitaria e ricerca di sé
Bertolucci e il direttore della fotografia Vittorio Storaro creano un mondo cromatico, giocando con luci e ombre per rappresentare i tormenti interiori del protagonista e realizzano così un’opera dalla ricercata estetica visiva. L’incredibile scena dell’omicidio nel bosco, con le foglie autunnali che cadono lente e inesorabili, è solo uno dei molti esempi dell’uso mirabile della cinematografia per esplorare la complessità umana.
Il film è un caleidoscopio di simbolismo che arricchisce ulteriormente la trama.
Marcello viene spesso riflesso attraverso specchi, una metafora visiva della sua battaglia per l’identità mentre i frammenti di specchi rotti simboleggiano la sua psiche fratturata. Questa simbologia rendendo la visione ancora più coinvolgente e ricca di significato.
Il Conformista è una miniera di riflessioni filosofiche, esplora il tema della conformità sociale e politica, sfidando la moralità delle azioni compiute in nome della convenzione. Marcello, protagonista complesso, cerca disperatamente di adeguarsi ai dettami del suo tempo, ma giunge a comprendere le tragiche conseguenze della sua cieca obbedienza.
Marcello commette il male perché ne è attraversato ed è l’unico modo che conosce per vivere in una realtà che lo vuole sottomesso e conformista, per l’appunto.
Emergono domande vitali sulla responsabilità individuale e la moralità in contesti politicamente oppressi, interrogativi che mantengono la loro urgenza persino nell’odierno mondo.

Lo sguardo penetrante di Bertolucci
Bertolucci getta anche una luce acuta sulla società italiana dell’epoca e, in senso più ampio, sulle società totalitarie. Dipinge il desiderio di conformarsi come una via che può condurre all’oppressione e alla violenza, mettendo in mostra come regimi autoritari possano manipolare le masse.
Un tema molto complesso ripreso, in chiave intrinsecamente più perversa, da Liliana Cavani nel suo Il portiere di notte. Qui un ex ufficiale nazista lavora come portiere notturno in un albergo viennese e all’improvviso l’orrore della Shoah riemerge, quando incontra nuovamente un’ex deportata ebrea.
Tali questioni, pur radicate nell’Italia degli anni ’30, sono universalmente pertinenti e richiamano alla mente le sfide morali che l’umanità deve affrontare in ogni epoca.
Il Conformista è un’opera cinematografica straordinaria e un’immersione profonda nell’animo umano.
Con la sua estetica visiva, il simbolismo ricco e le intime riflessioni filosofiche, il film affronta questioni fondamentali sulla società, la conformità e la moralità. Ancora oggi è un faro nel panorama del cinema internazionale, meritevole di essere esplorato e rivalutato per la sua eterna rilevanza e il suo impatto indelebile.
Il Conformista di Bertolucci trasmette un messaggio sempre attuale
