I David di Donatello 2022: una cronaca annunciata
Infine, il trionfo di Sorrentino
Finalmente Paolo Sorrentino, e l’Italia intera, possono cantare vittoria. La cerimonia degli Oscar nazionali, ossia i David di Donatello di cui avevamo parlato in un precedente articolo (che si può leggere qui, ndr), tenutasi ieri, 3 maggio, ha decretato È stata la mano di Dio come miglior film (e come miglior regia). Dopo mesi di attese, speranze, delusioni e falsi allarmi, è in patria che Sorrentino riesce ad ottenere un riconoscimento ufficiale al suo intenso, e recentissimo, lavoro cinematografico, il più autobiografico di sempre.
Ma quest’edizione, particolarmente sobria ed aggraziata, complice anche la presenza dell’elegantissima Drusilla Foer al fianco di Carlo Conti, che ha visto anche il ritorno del pubblico in sala, ha elargito numerosi riconoscimenti anche ad altri capolavori e personalità del cinema nostrano, già in parte predetti nelle scorse settimane.
I premi agli attori
Primi fra tutti i premi agli attori, protagonisti e non, in lizza per l’ambita statuetta donatelliana; a cominciare dalle donne, dalle giovanissime donne come Swami Ruotolo che, a soli diciassette anni e al suo esordio cinematografico al fianco del regista Jonas Carpignano, alza il suo recente trofeo per la sua interpretazione di A Chiara.
Grande soddisfazione anche per la fittizia madre di Sorrentino nel pluripremiato film del regista partenopeo: Teresa Saponangelo, dopo aver sfiorato molte volte la vittoria, si concede un radioso sorriso per il suo premio come miglior attrice non protagonista.
Mario Martone, per il suo intenso Qui rido io, punta sul diretto (ed omonimo) discendente di Eduardo Scarpetta. E fa bene: il giovane e affascinante attore partenopeo si aggiudica il premio come miglior attore non protagonista per il ruolo di Vincenzo Scarpetta.
È tuttavia con estrema gioia e soddisfazione che salutiamo il riconoscimento forse più meritato di questa edizione 2022: Silvio Orlando riceve con grandi e giuste lodi il David per la migliore interpretazione maschile per il ruolo del detenuto nel film Ariaferma; oltre alla magistrale recitazione di Orlando, la pellicola può contare anche sul prestigioso riconoscimento come migliore sceneggiatura originale.
Ode a Freaks Out
Ma è sicuramente il colossale Freaks Out di Gabriele Mainetti che sbanca, ottenendo numericamente un premio in più di Sorrentino (tra cui miglior scenografia, miglior fotografia, miglior trucco, migliori effetti visivi, per la maggior parte dunque premi tecnici); non è certo la battaglia numerica a contare, ma la constatazione che il film è stato ripagato dell’enorme sforzo esecutivo e produttivo.
Non ha deluso le aspettative nemmeno l’incensato Ennio di Giuseppe Tornatore: già dato per scontato vincitore dell’edizione di quest’anno, effettivamente riceve la preziosa statuetta come miglior documentario, categoria in cui era nominato.
Belfast viene riconosciuto come miglior film internazionale: l’edulcorato ed anch’esso autobiografico film di Kenneth Branagh ottiene un David. A riceverlo il biondo e dolce protagonista Jude Hill (nel film il piccolo Buddy) che, tra le braccia di Drusilla Foer, ringrazia in italiano per il premio.
Lacrime e commozione non sono mancati nella lunghissima (e quasi estenuante) cerimonia annuale: tra il ricordo a Monica Vitti, recentemente scomparsa, il premio alla lunga, settantenaria carriera, di Giovanna Ralli, e ad Antonio Capuano, direttamente dalle mani del suo conterraneo Sorrentino.
Un passaggio di testimone, che segna la simbolica e metaforica quadratura del cerchio di questa edizione 2022.