Le Fate Ignoranti 2.0 di Ferzan Ozpetek

Ci sono delle piccole opere d’arte che vengono create e sono da ammirare in quanto tali, per la loro stessa intrinseca natura. Così è stato il film di Ferzan Ozpetek “Le fate ignoranti” (uscito nel 2001), che aveva tutto un fascino misterioso e un significato profondo.
Da poco è approdata su Disney+ per Starz l’omonima serie tv, diretta sempre dallo stesso regista e con un cast tutto nuovo.
Le fate ignoranti
Non c’è una definizione chiara per spiegare un titolo così complesso: ciò lo si comprende solamente guardando il film e analizzando questa famiglia ampia, colorata, variegata e allo stesso tempo scomposta in diversi soggetti. Ecco, sono proprio i componenti di questa famiglia le fate ignoranti.
Come questo traspariva dal film, tanto tale disegno sembra essersi un po’ perso nella serie tv appena uscita, che puzza più che altro di fiction poco appetibile.
Volendo anche evitare il paragone tra due forme così differenti (un film e una serie tv) e tralasciando gli anni che nel frattempo sono trascorsi, il prodotto che ne risulta è indubbiamente di scarso interesse e tende a lasciare un po’ l’amaro in bocca.
Un ritorno a casa
Partiamo intanto dai protagonisti: Antonia e Michele, due persone che si ritrovano loro malgrado a fare la reciproca conoscenza e qui interpretati da Cristiana Capotondi (nel ruolo che fu di Margherita Buy) e da Eduardo Scarpetta, nel ruolo che venne invece interpretato da Stefano Accorsi.
Quattro attori diversi, espressivi a loro modo: i due interpreti più giovani devono comunque fare i conti con i loro predecessori e purtroppo ne escono sconfitti.
Ritroviamo la nostra amata Serra (musa del regista stesso), forse il personaggio più iconico e meglio riuscito sia nel film che nella serie tv, che è come quel piatto di pasta al sugo che ti prepari a pranzo, dopo essere stato in America per qualche settimana. Sa di casa, è calore, è colore come i suoi capelli tinti di azzurro puffo, è sincerità ed è bellissimo ritrovarla sugli schermi (sempre interpretata dalla magnifica Serra Yilmaz), per niente cambiata rispetto a 20 anni fa circa.
La fiction che non ti aspetti
Quando hanno cominciato a pubblicizzare la serie tv delle Fate Ignoranti, l’entusiasmo di chi aveva amato quel film con tutto il proprio cuore era salito alle stelle: ritrovare Michele, Antonia, Nora è un’emozione grandissima. Come conoscere anche la madre di Antonia, Veronica (interpretata da una stupenda Carla Signoris) permette di scoprire nuovamente le dinamiche familiari di Antonia e di Massimo (Luca Argentero), che nascondono tanto di non detto e di non vissuto.
La spontaneità in questa serie tv però purtroppo viene a mancare: c’è spesso un senso di piattume e di fermo che la trasformano inesorabilmente e lentamente in quella fiction che non ti aspetti, quella di cui vedi passare il promo su Rai 1 e a cui non daresti due lire. L’emozione via via si spegne e diventa una lieve increspatura del mare: ben vengano i cambiamenti anche nella storia (ma la scena del bicchiere era completamente diversa, perché modificarla?) quando però questi servono a dare passione e vitalità alla scena.
Sentimenti entrambi che vengono un po’ messi da parte in questi 8 episodi, tanto che ci si chiede se forse non siano troppi: la gestione della gravidanza di Antonia ad esempio manca di quel trasporto che era presente invece nel film, proprio per la natura stessa della notizia, la quale veniva appresa da Antonia con stupore certamente, ma che aveva tutte delle conseguenze anche nel suo rapporto con Michele.
Inoltre si ricade spesso nei cliché che non vorremmo più vedere, ma che sono a tutti gli effetti piccoli scivoloni che spesso non rappresentano una vera e propria morale.
Quello su cui il regista non sbaglia mai sono le musiche che fanno da contorno a dei colori e delle ambientazioni piene di calore e di quel sentimento che può definirsi solamente come “casa”. Tornare a questi personaggi dopo tutti questi anni, come spettatori, fa comunque battere il cuore e il format della serie tv permette comunque di seguire lo sviluppo del rapporto tra Michele e Antonia con un certo traposto, indubbiamente diverso da quello che travolgeva il film dei primi anni 2000.
Merita sicuramente dare una possibilità a questa serie tv, anche se l’occhio viene un po’ ferito e anche il cuore dello spettatore, che si sente un po’ spaesato e che ricerca quell’Ozpetek un po’ smarrito.