Fessenden, la radio e il primo concerto di Natale
Un importante anniversario per gli amanti della radio
Il giorno della vigilia del Natale segna una nascita importante; conosciamo ormai da millenni quella cristiana, la cui prioritaria importanza, nonché l’occasione di parlarne, incombe ed è pertinente ad altre sedi di dibattito. Il 24 dicembre del 1906, per gli amanti della cultura radiofonica, ricorre un anniversario sicuramente non a tutti conosciuto quanto estremamente significativo. In una giornata apparentemente gelida e innevata (almeno ad un raggio di venticinque chilometri di distanza), Reginald Fessenden (1886-1932), di origini canadesi, anzi quebechiane, diventa pioniere della radio e padre putativo degli speaker radiofonici.
Tesla, Marconi, Fessenden
Fessenden aveva già sperimentato sei anni prima, esattamente nel 1900, un primo tentativo di connessione radiofonica, riuscendo a registrare un flebile messaggio di saluto a pochissimi chilometri di distanza, sperando nell’ascolto e nella risposta di alcuni vicini. Eminenti studiosi del suo calibro, da Nikola Tesla a Guglielmo Marconi, alla fine dell’Ottocento, avevano cominciato a studiare e testare l’utilizzo delle onde elettromagnetiche per la registrazione e la trasmissione di messaggi; principio fisico (e matematico) su cui si basa l’intera scienza della radiofonia, in tutta la sua affascinante complessità tecnica e tecnologica.
Un atipico enfant prodige
L’ingegnere canadese, cresciuto in Ontario, si rivelò fin dai suoi primi passi nel mondo accademico, una sorta di enfant prodige, con qualche atipicità. Estremamente brillante ma poco incline agli studi e con poco senso per gli affari, aveva bussato alla porta di Thomas Edison a New York, senza diploma e senza alcuna esperienza, ma con un gran desiderio di apprendere. Respinto la prima volta, riuscì con tenacia a farsi accettare nella grande società Edison Machine Works, fino ad ottenere fiducia, promozioni importanti e un incarico universitario alla Purdue University prima e a quella della Pennsylvania poi. Fu da quei laboratori che lo studioso aveva proseguito e ampliato gli studi sul genere, permettendo un importante avanzamento nella teoria della modulazione di ampiezza del suono e pervenendo a un sorprendente risultato di duplice comunicazione che superava i confini atlantici, oltrepassando anche la limitante teoria dell’unica e sola possibilità di trasmissione di messaggi telegrafici tramite gli impulsi (per intendersi, il codice Morse). I più tangibili risultati pervengono proprio tra il novembre e il dicembre del 1906.
Il migliore amico dello speaker radiofonico
Quella del 24 Dicembre, ricordata nella storia come la prima, autentica, trasmissione radiofonica di un concerto di Natale, batteva contemporaneamente alcuni record; il primo, e per semplificare, l’abbattimento delle barriere della distanza, tramite un sistema “wireless” ante-litteram. Il secondo, la trasmissione in broadcast non solo di un messaggio vocale, dalla voce comunque flebile e nostalgicamente lontana, ma anche di un messaggio musicale, con l’emanazione di un suono di un violino e di un pianoforte. Il terzo, e non meno importante, la reciprocità della trasmissione e ricezione del messaggio radiofonico di considerevole durata, che comportava la rottura da un isolamento quasi obbligato e la conseguente creazione di un rapporto di intima (e diretta) comunicazione tra il ricettore e il produttore del messaggio radiofonico. Perché, da sempre e più che mai, il vero amico dello speaker radiofonico rimane l’ascoltatore.