Satira in giallo: il mi-ti-co mondo dei Simpson

“Non metterò in mostra l'ignoranza dei docenti”
[Frase scritta da Bart alla lavagna]
“Salve, salvino” in questo giorno di 32 anni fa ha debuttato, negli Stati Uniti, una serie tv di fortunato successo.
Stiamo parlando de I Simpson, chi può dire di non conoscerli o di non aver mai visto una puntata?
Probabilmente nessuno.
Mentre leggete il nome potete già sentire risuonare nella testa il motivetto iniziale della sigla e immaginare, scena dopo scena, tutta la sequenza che ritrae i protagonisti portandoli a riunirsi sul divano davanti alla tv.
Per dare così inizio ad un nuovo esilarante episodio.

The Simpsons (titolo originale) è, per l’appunto, una serie tv d’animazione creata dal fumettista Matt Groening per il network televisivo statunitense Fox.
La serie ha debuttato in prima serata, con episodi di mezz’ora, il 17 dicembre 1989, mentre in Italia è arrivata per la prima volta il 1º ottobre 1991 sulle reti Mediaset.
Si tratta di una parodia satirica dello stile di vita statunitense che affronta molti aspetti della condizione umana, tra cui la cultura, la società, la famiglia e la stessa televisione.
I protagonisti sono i componenti della iconica famiglia Simpson, composta da: Homer, stereotipo dell’americano di classe media, pigro e maldestro, ma capace di grandi atti d’umanità; dalla moglie Marge, gentile e premurosa nei confronti della famiglia; e dai figli Bart, il classico discolo disobbediente; Lisa, sensibile, anticonformista e con un quoziente altissimo d’intelligenza; e la piccola Maggie che non parla mai.
Tutta la famiglia vive a Springfield, città americana d’invenzione, insieme ai suoi amici e parenti che appaiono come personaggi secondari nella serie.

Dentro la serie
Date le coordinate principali ora possiamo entrare nello strambo e divertente microcosmo dei Simpson.
In una classica scena della serie Homer è sul divano a bere birra Duff e a guardare la tv, commentando ad alta voce tutto quello che gli viene propinato e ridacchiando al suono di “deh-hi-hi-oh”, Marge è in cucina con Maggie mentre Bart e Lisa sono nelle loro camere e stanno litigando per qualche motivo.
“Ciucciati il calzino!” esclama Bart insolente e ride fragorosamente in faccia a Lisa, che sbraita pronunciando termini eruditi e sentenze femministe.
I due urlano e si rincorrono per tutta la casa ma Lisa con la sua voce stridula dà le colpe al fratello, così Homer, infastidito dal chiasso, intercetta Bart ed inizia a strangolarlo definendolo “Brutto bagarospo!”.

Allora interviene Marge che placa ogni situazione con la sua spiccata moralità e l’inquadratura finisce su Maggie mentre aspira rumorosamente il suo ciuccetto rosso.
Questa è la famiglia che ha plasmato e intrattenuto i Millenials, divenendo un pilastro della tv nazionale che in questo caso non è stata una cattiva maestra, come sosteneva il filosofo Popper.
Piuttosto ha formato in maniera critica il pensiero di ragazze e ragazzi, spingendoli a non fermarsi alla superficie di alcuni ideali o punti di vista, ma a scendere in profondità in modo dissacratorio e ironico per conoscerne il cuore pulsante.
In ogni episodio infatti, I Simpson, hanno scardinato un luogo comune, un vecchio dogma o una concezione ipocrita della società occidentale.
Un viviD’oh! progetto
Si può dire che la scelta del colore per i personaggi della seria sia una trovata geniale, chiunque ne rimane assuefatto, ipnotizzato.
Ma le particolarità della serie non finiscono qui: molti episodi della serie sono doppiati da guest star che danno voce o a personaggi fittizi o a loro trasposizioni animate.
Per questo motivo la serie detiene il Guinness dei primati per “Più celebrità partecipanti ad una serie animata”.
Le tematiche sono sempre affrontate in modo canzonatorio, anche le più pesanti, come la morte, o le più complesse, come la religione.
I Simpson si beffano dell’abuso di potere che il governo e le grandi industrie hanno sulla gente comune, mostrando come i politici siano corrotti o quanto i media siano asserviti al potere e facciano cattiva informazione.

Tra i personaggi più discutibili troviamo infatti: il reverendo Timothy Lovejoy che appare indifferente verso i suoi fedeli; il commissario della polizia locale, Winchester, che opera in maniera inefficace e infine, il burbero e altero giornalista Kent Brockman che orienta le notizie solo sulla cronaca locale, ignorando eventi che accadono fuori dalla comunità.
Il programma è, inoltre, celebre per ricorrere spesso a riferimenti culturali e citazioni che comprendono quasi la totalità della cultura pop internazionale, in particolare quella americana, cosicché spettatori di generazioni differenti possano essere inclusi e comprendere la materia di cui si nutre lo show.
Non mancano quindi riferimenti, omaggi a personaggi famosi, parodie di film, canzoni o trasmissioni televisive.
Per anni i critici hanno osannato I Simpson per il loro umorismo, il realismo e l’intelligenza dei testi, considerandolo “lo spettacolo televisivo più irriverente e impertinente mai andato in onda”.
A partire, però, dalla fine degli anni Novanta la trasmissione ha cambiato il tono umoristico, al punto tale che molti commentatori hanno iniziato a definirlo stanco e decadente, mentre i fan hanno cominciato a disaffezionarsi.

Nonostante le critiche ed un vorticoso calo di ascolti I Simpson hanno continuato ad andare avanti alla ricerca di nuovi ammiratori.
A prescindere da queste controversie si può dire con certezza che la loro influenza ha modellato anche alcuni telefilm, come hanno ammesso i creatori di serie quali Malcolm, The Office e La vita secondo Jim.
E voi quale versione dei Simpson preferite?
