Lo scherzetto di Orson Welles
Una delle prime fake news della storia radiofonica
In una placida domenica del 30 ottobre 1938, per l’americano che si accingeva ad accendere la radio per seguire una trasmissione radiofonica, non si sarebbe trattato di un giorno normale. Alla vigilia di Halloween, la festa più temuta dalle società occidentali, persino Orson Welles contribuiva a confondere le acque con un prodotto radiofonico di grande piglio e arguzia, tradendo consapevolmente quel tacito accordo di autentica fiducia che lega il radiofonista al suo ascoltatore.
Nel suo meraviglioso libello Norme per la redazione di un testo radiofonico (1953), Carlo Emilio Gadda si esprimeva in questi termini: “Il radiocollaboratore non deve presentarsi al radioascoltatore in qualità di maestro, di pedagogo e tanto meno di giudice o di profeta, ma in qualità di informatore, di gradevole interlocutore, di amico. I suoi meriti e la sua competenza specifica sono sottintesi, o per meglio dire sono stati già enunciati dal nome, dalla “firma”. Mai espressione sembrerebbe più adeguata per descrivere le impeccabili attitudini informative di Orson Welles nel contesto radiofonico; se non fosse che l’episodio in questione, di per sé tipicamente informativo, è intriso di una ingannevole crudeltà, e fu a lungo criticato da un nugolo di americani spaventati e traumatizzati, forse non ancora ben evangelizzati sulle fake news.
La guerra dei mondi: dal romanzo al broadcast
Il celebre episodio del 30 ottobre, rigorosamente in diretta, faceva parte della serie antologica Mercury Theatre on the Air (prodotta da radio Columbia Broadcasting System); per l’occasione Orson Welles aveva riadattato, con straordinaria e inquietante veridicità, il romanzo di fantascienza The War of the Worlds (La guerra dei mondi) di Herbert George Wells, traendone un sofisticato e intenso prodotto di fiction sonora. Corroborato da una trama accattivante – lo sbarco di alieni poco inclini all’amicizia nel territorio americano – e dalla caratteristica peculiare del programma radiofonico, ossia la diretta senza interruzioni pubblicitarie (il cosiddetto “sustaining show”), Welles era riuscito perfettamente nell’intento di registrare in diretta questa presunta invasione. Chiamando a testimoniare scienziati, esperti della materia, serissimi membri del governo, e facendo leva sui brividi di suspense che ancora oggi colgono di sorpresa l’ascoltatore, la trasmissione descriveva, minuto dopo minuto e con dovizia di particolari, la terribile calata di ettapodi, gli allarmanti raggi luminosi emanati dalle loro navicelle spaziali, e soprattutto degli effetti devastanti sugli esseri animati e inanimati.
La fiducia dell’ascoltatore
A questo l’ascoltatore dell’epoca aveva assistito con un implacabile senso di preoccupazione ed impotenza e con un sentimento di angosciante paura, tale da provocare una vera e propria reazione di panico di massa. Per quanto, come ripete Gadda, gli ascoltatori sono monadi, esseri singoli chiusi nelle loro solitudini auditive, il potere divulgativo della radio universalizza e unifica persino gli spiriti più appartati. Nonostante, in alcuni passaggi dell’episodio, fosse stato ribadito il carattere fittizio dell’emissione, la competenza e la credibilità del programma di informazione americano, nonché la magistrale scrittura e conduzione da parte di Welles, hanno permesso la realizzazione di uno scherzo perfetto, che rimane probabilmente il più insuperabile degli incubi sonori che le feste di Halloween abbiano mai conosciuto.