CLIMAX | Il girone infernale mancante nella Divina Commedia

“Vivere è un’impossibilità collettiva”. È un breve flash nel bel mezzo del delirio infernale che ha luogo in Climax, eppure quella frase si fossilizza nella mente dello spettatore a livello inconscio. Martella ben più forte della playlist techno riprodotta senza pausa e che fa da contorno alla marcia macabra contemporanea, fatta di corpi che si muovono insieme ma ognuno con la propria sinuosità e volontà. In tutto il film non ci sono due ballerini che facciano per un istante un movimento uguale, perché la danza della vita è la cosa più strettamente personale che ognuno di noi possa avere. L’unica cosa che ci accomuna, ahinoi, è la follia collettiva, la frenesia tinta al neon che ci unisce quotidianamente e ci spinge sempre di più nel baratro. Ma senza divagare troppo, meglio cominciare dal principio.
Dunque, Climax di Gaspar Noé parte da un presupposto semplice e di facile comprensione. Un gruppo di ballerini si trova all’interno di una scuola abbandonata nella periferia di Parigi, nel 1996, per prepararsi ad un’esibizione. Quando la sera decidono di far festa, tra un ballo ed un altro i ragazzi sorseggiano una sangria fatta in casa, che presto si scopre essere stata “allungata” con dell’LSD. È l’inizio di una lunga notte, animata dai raptus involontari e sfrenati dei malcapitati ballerini. La discesa agli inferi è tutt’altro che metaforica, poiché la bestialità insita in ogni essere umano è libera di uscire e seguire il proprio corso senza che nessuno possa opporsi in alcun modo. Sotto alle demoniache luci rosse e verdi dei neon che illuminano le stanze e i corridoi della scuola si consumano atti violenti e selvaggi, filmati con lunghi e documentaristici piani sequenza da Gaspar Noé, intenzionato a mostrare allo spettatore nei minimi dettagli fin dove si possa spingere l’animo umano.
Il vero punto di forza del film, nonostante la moltitudine di pregi che Climax dimostra di avere, è che la droga è un mero pretesto narrativo che permette di mostrare ben altro. Oltre a costituire il punto di connessione con la realtà dei fatti (il film prende spunto da un episodio di cronaca realmente accaduto negli anni 90 ad una troupe di ballerini, fatta eccezione per gli incidenti seguenti) è più che altro una giustificazione, una protezione che rende meno disgustose le nefandezze ritratte sullo schermo. Perché a pensarci bene, le pulsioni immortalate da Noé, ancora una volta autore di una prova tecnicamente sublime, giacciono solamente sotto la superficie. Sono pronte ad esplodere, spesso ci arrivano sotto forma di sogni o incubi, ma sono sempre lì dietro l’angolo a tormentare le menti dell’essere umano. La nostra unica salvezza è l’arte, perché l’arte è espressione da sempre di pulsioni sopite.
Quando scorre spontanea e libera da sovrastrutture, l’arte (e in particolar modo la danza in questo caso) può assumere la forma delle più disparate emozioni umane, è caos e anarchia non ancora decifrate. E tutto questo è anche il cinema di Gaspar Noé: è la potenza delle immagini, delle emozioni che accadono di fronte allo spettatore senza uno scopo prestabilito. Per chiunque abbia voglia di lasciarsi trasportare in un viaggio diverso, di farsi travolgere da una scossa che passa sotto la pelle e continua per molte ore dopo la fine della proiezione, allora benvenuti sull’ennesima giostra mozzafiato filmata da un grande artista. Per gli altri resta comunque la magra consolazione di poter definire per l’ennesima volta un suo film “disturbante”. Tutto sommato hanno ragione, gli esseri umani sanno essere parecchio disturbanti.
VOTO 8,5
Dati tecnici di Climax
TITOLO: Climax
USCITA: 13 giugno 2019
REGIA: Gaspar Noé
SCENEGGIATURA: Gaspar Noé
DURATA: 95 minuti
GENERE: drammatico, thriller, orrore
PAESE: Francia, Belgio, Stati Uniti d’America, 2018
CASA DI PRODUZIONE: Rectangle Productions, Wild Bunch, Arte France
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Europictures
FOTOGRAFIA: Benoît Debie
MONTAGGIO: Denis Bedlow, Gaspar Noé
MUSICHE: Pascal Mayer, AA.VV.
CAST: Sofia Boutella, Romain Guillermic, Souheila Yacoub, Kiddy Smile, Claude Gajan Maull, Giselle Palmer, Lea Vlamos