1938 – Diversi | Quella riga dei libri di storia troppo poco letta

Quasi nessuno all’epoca immaginava a quale esito devastante avrebbero portato queste leggi, ma da quando furono deliberate il cammino verso lo sterminio di un popolo cominciò silenzioso e velocissimo. Era il 1938 quando il Consiglio dei Ministri dell’allora governo fascista promulgò le leggi razziali. Dopo ottant’anni un documentario, 1938 – Diversi di Girogio Treves, presentato Fuori Concorso alla 75sima edizione della Mostra Internzionale d’Arte Cinematografica di Venezia, cerca di capire e di far conoscere i meccanismi che diedero vita ad un razzismo feroce. Un film che giunge con un’urgenza sorprendentemente attuale.
Come è stato possibile che un popolo fondamentalmente accogliente e benevolo si sia trasformato, nell’arco di pochissimi anni, in un popolo convintamente antisemita? 1938 – Diversi esplora e racconta quei sottili meccanismi di persuasione che lentamente il fascismo mise in atto e che agirono sulle coscienzae degli italiani grazie all’efficace e pervasiva azione del Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop), centro direttivo della propaganda di regime.
Ancora un documentario sulla persecuzione del popolo ebraico? 1938 – Diversi in realtà nasce con il preciso scopo di non fare un film destinato solo agli ebrei e che riguadi solo gli ebrei. Soprattutto si nota il desiderio di non presentare questo popolo solo come l’eletto, la vittima predestinata alla persecuzione per vocazione. Il regista Giorgio Treves (60: Ieri, Oggi, Domani, 2016), coadiuvato dallo sceneggiatore, Luca Scivoletto, danno al documentario un respiro ben più ampio e universale, in cui le similitudini con la realtà attuale si fanno fortemente sentire.
La storia, la ricostruzione dei grandi eventi, attraverso il contributo di esperti e studiosi di fama, di materiali d’archivio e di documenti d’epoca, si intreccia con i racconti di vita personale riportati dai diretti protagonisti di quelle circostanze. Come la toccante esperienza di Liliana Segre, senatrice sopravvissuta ai campi di concentramento. Le voci di straordinari attori, come Roberto Herlitzka e Stefania Rocca, rileggono le dichiarazioni e i proclami dell’epoca. Il contrasto tra la magniloquente retorica di quegli anni e il contenuto a tratti quasi illogico dei documenti induce considerazioni e riflessioni ancora oggi necessarie.
1938 – Diversi spinge a pensare che in effetti, purtroppo, un’operazione di questo genere sia sempre possibile in qualsiasi epoca e sotto qualsiasi governo, anche non necessariamente dittatoriale. Colpisce, nei racconti dei protagonisti, qualcosa di noto ma mai sufficientemente sottolineato: non solo il popolo italiano in generale, ma gli stessi ebrei italiani in larga scala avevano sottovalutato le derive dell’operazione messa in atto dal fascismo che mirava ad un’assunzione implicita e inconsapevole del razzismo.
1938 – Diversi riesce a rivelare le sfaccettature personali e tragiche e le conseguenze drammaticamente umane di quei divieti che ottant’anni fa echeggiavano freddi, perentori e inevitabili. L’affascinante documentario di Treves racconta, con un ritmo coinvolgente, come quelle prime interdizioni degli ebrei dal servizio militare, dalle scuole, dalle amministrazioni civili e dai movimenti politici, inizialamente passate in sordina rispetto ai tanti mutamenti imposti dal regime, ebbero in realtà forti ripercussioni sull’intero tessuto sociale italiano, sia al livello personale che pubblico, le cui tracce sono rimaste a lungo presenti come ferite difficilemnte sanabili.
Prodotto da Tangram Film in collaborazione con Sky Arte, 1938 – Diversi sarà distribuito nelle sale italiane a partire dall’11 ottobre 2018 distribuito da Mariposa Cinematografica.