THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS | Le 50 sfumature di western dei Coen

C’è l’ironia comica e agghiacciante dei Coen, quella che dietro ad una risata riesce a veicolare considerazioni sull’uomo e il suo modo di stare al mondo, a volte tragiche, a volte toccanti, a volte profonde, ma c’è anche un’assoluta libertà creativa all’interno di uno dei generi più classici del cinema. The ballad of Buster Scruggs di Joel e Ethan Coen, in Concorso alla 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è un entusiasmante western suddiviso in 6 episodi in cui ogni capitolo racconta e gioca con una storia diversa sul West americano.
Le storie sono racconti brevi creati e raccolti dai due registi nell’arco di quasi 25 anni. A lungo sono rimasti nel cassetto in attesa di essere sviluppati ciascuno in un film diverso, ma poiché tutti si svolgevano grossomodo all’interno dello stesso genere, alla fine i due fratelli hanno ritenuto che il formato antologico fosse quello più adatto. Un tema unico declinato in episodi diversi, un po’ come facevano negli anni ’60 alcuni registi italiani molto apprezzati dai due cineasti statunitensi, come Monicelli e Visconti.
In The ballad of Buster Scruggs ogni episodio ha un suo registro e un suo tema. Si parte con il puro sarcasmo comico dei primi e, passando per l’amara ironia del terzo, si arriva ad un livello drammatico di sentimenti umani sempre più toccanti con gli ultimi capitoli. L’intero film segue una sua linea di progressione interna che lega in modo del tutto omogeneo ogni episodio, seppur ciascuno molto diverso dall’altro, senza che si abbia mai la sensazione di interruzione. I tempi narrativi sono straordinariamente adatti ad ogni racconto e i ritmi sorprendono per la loro perfezione. Nemmeno per un istante l’attenzione scema. Si ha la sensazione di un insieme che travalica i confini del singolo episodio.
Ogni racconto di The ballad of Buster Scruggs, dal punto di vista narrativo ed estetico, è particolare e diverso dagli altri, cosa che, a ben vedere, consente di scoprire all’interno dello stesso classico western diversi sottogeneri. Dal singing, al western più cupo, The Ballad of Buster Scruggs manifesta anche tutto il desiderio dei due registi di giocare e sperimentare con una serie di racconti sulla frontiera americana. Ogni episodio si focalizza su un personaggio e ogni personaggio ha una sua musica e una sua location, che sottolineano la specifica vena narrativa di ogni storia.
Confezionato come un vero e proprio libro di racconti, The Ballad of Buster Scruggs si apre proprio con la storia del cowboy canterino Buster Scruggs interpretato da Tim Blake Nelson. Il secondo capitolo, Near Algodones, è interpretato da James Franco che veste i panni di un alquanto sfortunato cowboy rapinatore di banche. Meal Ticket, il terzo episodio, ha sfumature più cupe e amare e vede come protagonista un taciturno Leam Neeson. Con il quarto invece si apre un più luminoso panorama bucolico per una storia che si potrebbe definire Disney in versione Coen, il protagonista è Tom Waits, anziano ma ancora forte cercatore d’oro in All Gold Canyon. The Gal Who Got Rattled è il quinto lungo episodio che si sviluppa soprattutto lungo una sconfinata prateria le cui colline circondano una lunga carovana in viaggio come onde di un oceano verde attorno ad una nave; i protagonisti di questo capitolo sono Bill Heck, Zoe Kazan, Grainger Hines. Infine il libro si chiude con The Mortal Remains in cui Brendan Gleeson veste i panni di un irlandese.
The ballad of Buster Scruggs sarà distribuito da Netflix.