Rome Wine Expo 2023. Vini al Palatino
Si è conclusa ieri la seconda edizione del Rome Wine Expo, evento organizzato da Riserva Grande che, anche quest’anno, ha portato nel cuore della capitale vini di tutta Italia e non solo.
Continua l’ascesa del vino di qualità, si moltiplicano gli eventi e le piccole e medie aziende. È indubbio come il vino italiano ricopra sempre di più un’importanza determinante nel mercato europeo e mondiale. Non parliamo delle solite grandi aziende nostrane che, continuando a produrre qualità a livelli altissimi, difficilmente riuscirebbero a deludere ma realtà più di nicchia che ancor di più valorizzano i nostri terroirs.
L’esposizione
Per la durata di tre giorni, dal 4 al 6 marzo, l’evento ha consentito ad esperti del settore e appassionati di vino di conoscere aziende anche giovanissime che si inseriscono nel mondo enologico con uno sguardo fresco che, allo stesso tempo, si allontana dalla produzione “industriale”. Due le sale del Hotel Palatino che hanno ospitato i banchi d’esposizione: la Sala Cesarini e la Sala Tevere. Dalla Franciacorta al lago Biviere, l’estremo nord e il lago salmastro più a sud d’Italia. C’è stato spazio per tutti, con una significativa presenza di cantine laziali; regione che negli ultimi anni vive un’evidente primavera. Medie e piccole aziende, dunque, che si distinguono per caparbietà e grande passione. Sempre più complesso risulta infatti piazzarsi in modo originale in un mercato che si, è in crescita, ma che allo stesso tempo non fa emergere se non originalità e qualità finissime. Ciò che maggiormente si è notato è la particolare attenzione posta da buona parte delle cantine, a tecniche di vinificazione “ancestrale” che molto riprendono di quel “fare il vino” che è stato un must delle generazioni passate. Un ritorno alle radici che affonda sempre più profondamente nella storia dei nostri territori. Infine, una menzione speciale va di certo fatta a tutto il banco della Georgia che, grazie alle sue rappresentanze, ha permesso di fruire alcuni vini della regione caucasica, tra questi i singolari “orange wine” che molto si discostano dal palato medio nostrano ma che eccellono per raffinatezza.
Le masterclass
Non solo degustazione ma formazione e approfondimento hanno decorato i tre giorni dell’expo. Ben quattro le masterclass che si sono svolte durante le due giornate aperte al pubblico. Di seguito i focus e le curatele: “Le zone e i terroirs del Chianti Classico. Un viaggio sensoriale nel cuore del sangiovese” a cura di Marco Cum e di Roberto Stucchi Prinetti; “La Francia Del Vino. I grandi territori che hanno costruito il mito leggendario: Champagne. Alsazia, Loira, Costa Del Rodano, Borgogna e Bordeaux” a cura di Marco Cum; “Il Lazio tra antichi vitigni ritrovati e territori in evoluzione” a cura di Saula Giusto; “La Toscana Iconica. Grandi terroirs a confronto: Bolgheri, Chianti e Classico, Montalcino, Carmignano, Montecucco, Montepulciano e la Maremma” a cura di Marco Cum.
Un evento, dunque, che speriamo possa rinnovarsi e ampliarsi per una successiva edizione, in un mondo di appassionati e cultori del vino che non attende altro se non ritrovarsi, in modo conviviale, per degustare e discutere di calici sempre ricchi di amore e dedizione per la vite.