Il primo album di Venerus: la sua Magica Musica ora è di tutti
Lo stavamo aspettando ed è finalmente uscito lo scorso 19 febbraio, Magica Musica, il nuovo e primo album per Andrea Venerus, in arte Venerus. L’album, uscito per Asian Fake e Sony Music Italy, è il primo album ufficiale, preceduto dai due EP “Love Anthem” e “A che punto è la notte”.
Si tratta di un disco ricco e corposo, ben 16 tracce, che vantano collaborazioni e feat con MACE (che ha prodotto 12 tracce dell’album), Frah Quintale, Calibro35, Rkomi e Gemitaiz, oltre ai produttori Crookers, Tommaso Colliva, Vanegas, Amanda lean¬ for climbing.
A primo impatto colpisce l’estetica dell’album, della cover e delle foto di Sha Ribeiro. Le immagini dell’album raffigurano ambientazioni oniriche e surrealiste in un senso pop, dominate da colori sgargianti. Venerus appare diviso a metà tra un mondo reale e un al di là fantastico, tra un mondo terrestre e un Eden immaginifico.
«Forse che appartengo a un mondo un po’ magico»
Questa frase tratta dal brano Ogni pensiero vola conferma come l’elemento magico sia essenziale nella comprensione di questo album. C’è una tensione all’astrazione, all’evasione e alla perdizione, che diventa una sorta di precisa indicazione d’ascolto. Occorre ascoltare ogni singola traccia con la volontà di perdersi e di sentirsi trasportati Altrove.
L’artista milanese descrive dalla sua pagina Instagram Magica Musica in buona sostanza come un concept album, come un “manifesto di metafisica”.
Magica Musica è un fungo. È il mio manifesto di metafisica. È la musica che amo. È la mia libertà creativa, che non ha padroni se non l’intuizione e l’amore. È l’amore cosmico, è l’essere cosmico. È il sentirsi a tratti astratto. È un’opera a lento rilascio, il seme di un fiore arrivato da fuori l’atmosfera. È il potere dell’empatia, una legge universale. Sono i piccoli suoni, è micromusica. Magica Musica è il mio incantesimo.
Il richiamo al seme arrivato dallo spazio, dall’ambiente al di là dell’atmosfera ci rimanda all’intervista che Venerus ha realizzato appena una settimana prima dell’uscita di Magica Musica con l’ingegnere Franco Malerba, il primo astronauta italiano della storia, che fece parte dell’equipaggio portato in orbita dallo Space Shuttle Atlantis nel luglio 1992, nello stesso anno in cui Venerus compiva un altro viaggio ben particolare, quello della sua venuta al mondo.
Quanti bambini alla domanda “cosa vuoi fare da grande?” rispondono che il loro desiderio è fare l’astronauta? Venerus è stato uno di quei bambini che sognavano di fare l’astronauta, prima di conoscere la musica. C’è qualcosa che accomuna, però, la vita di un astronauta con quella di un artista o di un musicista, vale a dire il non aver paura di addentrarsi nel mistero, che sia il mistero dello spazio cosmico o il mistero di noi stessi. L’intreccio tra micro e macrocosmo si può sentire, trasposto in musica, nelle tracce Brazil e Namasté.
«C’è una certa solitudine che mi prende manco fosse un’abitudine»
Questa seconda frase è tratta, invece, dal brano Una certa solitudine. Finora si è messo in luce come questo album apra a dimensioni ulteriori, siano esse cosmiche o magiche. Ma c’è un’altra dimensione, ugualmente pura e incontaminata, che è personale, interiore e introspettiva.
Siamo esseri connessi per natura, connessi al mondo, agli altri e a noi stessi. Oltre ad una tensione verso l’altrove, c’è un’esigenza di introspezione e di ricerca di uno spazio, non cosmico, ma intimistico in tracce come Buyo, Canzone per un amico e Sei acqua.
L’eclettismo non è solo una caratteristica dei testi di questo album ma anche della musica. Sempre dalla sua pagina Instagram, leggiamo come Venerus consideri la domanda “Che genere fai?”, una domanda noiosa. La musica di Venerus rivela molte influenze, che vanno dal soul e R&B all’elettronica, al rap e a slanci dal jazz. A tutto ciò si aggiungono nelle tracce dei suoni naturali o ambientali della vita quotidiana, come le campane ad inizio di Sei acqua o la piscina di Salmo a partire dal minuto 1:41 di Luci.
C’è una ragione precisa per cui è inutile cercare di definire di che genere stiamo parlando in Magica Musica. Perché è un album affascinante, intrigante, originale, che invoglia all’ascolto ripetuto, che fa compagnia seppur nella solitudine, anche quella sana, che ognuno vive “manco fosse un’abitudine”. Di fronte a tutto ciò, abbiamo ancora bisogno di etichette, di definizioni, di individuare un genere musicale entro cui classificare un magma simile? Mai titolo fu più indovinato per una musica: essenzialmente magica. Questo il genere: il genere della magia.