Rimborsi in Regione Basilicata: al via gli interrogatori
Sono iniziati questa mattina, nel palazzo di Giustizia di Potenza, gli interrogatori di garanzia dei due assessori dimissionari di centrosinistra e del capogruppo del Pdl, anch’egli dimessosi dal suo incarico, coinvolti nell’inchiesta della Procura di Potenza sull’uso illecito dei rimborsi da parte di assessori e consiglieri regionali della Basilicata. Gli interrogatori proseguiranno nei prossimi giorni con gli altri otto consiglieri con l’obbligo o il divieto di dimora.
Le indagini, riferite al periodo 2010-2011 e condotte da Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, sono scattate grazie ai rapporti tra un gruppo consiliare e la dirigenza nazionale. A seguito delle voci di rimborsi illeciti a membri del gruppo, si è deciso di estendere gli accertamenti a tutti i consiglieri della Regione Basilicata.
Le indagini, comunque, hanno avuto anche un’altra origine, parallela rispetto alla precedente: durante le indagini riguardanti vicende connesse al Potenza S.C., squadra di calcio allora iscritta alla Prima divisione di Lega Pro, gli investigatori si sono imbattuti in un riferimento ai rimborsi regionali.
Svolti gli ulteriori accertamenti, i pubblici ministeri (prima Eliana Franco e Sergio Marotta, poi anche Francesco Basentini) hanno messo insieme tutto il materiale raccolto, aprendo uno scenario probatorio che ha dell’imbarazzante.
Tra gli scontrini controllati nell’ambito dell’inchiesta c’è anche quello emesso da uno dei più rinomati ristoranti di Milano, specializzato nella cucina argentina: 394 euro spesi in piatti tipici e poi illecitamente riavuti come rimborso per l’attività politica e amministrativa dal capogruppo del Pdl alla Regione Basilicata, Nicola Pagliuca, ora agli arresti domiciliari. Nella fattura, regolarmente presentata agli uffici regionali, risultava il “Gran Lomo”, un filetto di manzo da 99 euro, oltre ad altri piatti esotici prelibati, come il piatto di “Rueda de Lomo” da 26 euro o di “Arroz verdulero” da 12, accompagnati, naturalmente, da una bottiglia di vino rosso rosso doc, un Amarone da 66 euro. Il tutto, ovviamente, pagato con il denaro pubblico.
Giuseppe Ferrara
30 aprile 2013