DAC9: nuova direttiva UE su cooperazione fiscale e tassazione minima globale

Il Consiglio dell’Unione Europea ha raggiunto un accordo politico sulla nuova direttiva DAC9, destinata a migliorare la cooperazione amministrativa in ambito fiscale e a rafforzare lo scambio di informazioni tra le autorità tributarie degli Stati membri.
Questa iniziativa si inserisce nel quadro del Pilastro 2 dell’accordo globale OCSE/G20, volto a contrastare l’erosione della base imponibile e lo spostamento artificiale degli utili, garantendo che le grandi imprese multinazionali siano soggette a un’aliquota fiscale effettiva minima. Con la DAC9, l’UE compie un ulteriore passo avanti nell’attuazione delle regole sulla tassazione minima globale, recependo gli impegni assunti a livello internazionale.
DAC9: trasparenza e cooperazione rafforzata
La nuova direttiva aggiorna e amplia le disposizioni della DAC (Direttiva sulla cooperazione amministrativa), semplificando il processo di rendicontazione per le grandi imprese e potenziando la condivisione di dati tra le amministrazioni fiscali nazionali. In particolare, la DAC9 introduce un modulo standard per la dichiarazione delle imposte complementari, allineato con quello sviluppato dal Quadro Inclusivo OCSE/G20 sul BEPS (Base Erosion and Profit Shifting).
Le multinazionali e i grandi gruppi nazionali con un fatturato annuo combinato di almeno 750 milioni di euro saranno tenuti a utilizzare questo formato per segnalare le informazioni fiscali necessarie a garantire il corretto funzionamento del regime di tassazione minima. La direttiva stabilisce inoltre che i profitti di queste imprese saranno soggetti a un’aliquota minima del 15%, in linea con gli standard internazionali.
Un passo avanti verso una maggiore equità fiscale
Secondo Andrzej Domański, Ministro delle Finanze della Polonia, la DAC9 rappresenta un progresso significativo nel garantire che le grandi multinazionali rispettino gli obblighi fiscali in modo più equo e trasparente. “Le aziende interessate avranno un formato unico per la presentazione delle informazioni fiscali, mentre le autorità tributarie degli Stati membri potranno cooperare più efficacemente nello scambio di dati rilevanti. Questo semplificherà notevolmente il processo dichiarativo e ridurrà l’onere amministrativo sia per le autorità fiscali che per le imprese coinvolte”, ha dichiarato Domański.
Anche Gaetano De Vito, Presidente di Assoholding ed esperto di fiscalità internazionale, ha sottolineato l’importanza della direttiva: “L’approvazione della direttiva DAC9 da parte del Consiglio dell’Unione Europa rappresenta un passaggio fondamentale per il rafforzamento della cooperazione in materia fiscale a livello europeo. Questo provvedimento non solo migliora lo scambio automatico di informazioni tra le autorità degli Stati membri, ma garantisce anche un’applicazione più efficace delle regole sulla tassazione minima delle multinazionali, contribuendo a una maggiore equità fiscale e trasparenza nel mercato unico”.
De Vito ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale del meccanismo di scambio di informazioni introdotto dalla direttiva: “Il principio di imposizione minima effettiva al 15% per i grandi gruppi multinazionali, già sancito dalla direttiva sul secondo pilastro, trova ora un supporto concreto in un meccanismo di scambio di informazioni che consentirà alle amministrazioni fiscali di monitorare e verificare il rispetto delle nuove disposizioni. L’integrazione di questa direttiva nel quadro normativo UE risponde a una necessità ormai ineludibile di creare un sistema fiscale sempre più integrato a livello continentale ed in grado di eliminare meccanismi di dumping esiziali per una base imponibile unica europea”.
Prossimi passi e scadenze per gli Stati membri
Il testo della DAC9 dovrà ora essere formalmente adottato dal Consiglio una volta completata la revisione linguistica. Successivamente, sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione. Gli Stati membri avranno tempo fino al 31 dicembre 2025 per recepire la direttiva nel proprio ordinamento. Anche i paesi che optano per un ritardo nell’attuazione della “Direttiva Pilastro 2” dovranno comunque rispettare questa scadenza.
Contesto internazionale: un accordo di portata globale
L’accordo sulla tassazione minima effettiva nasce dal più ampio processo di riforma fiscale internazionale promosso dall’OCSE e dal G20. Il Pilastro 2, approvato l’8 ottobre 2021 da quasi 140 paesi nell’ambito del Quadro Inclusivo sul BEPS, mira a garantire un’aliquota fiscale minima per le multinazionali, riducendo le possibilità di elusione e garantendo un gettito equo per i paesi in cui le imprese generano profitti.