Dal forcone al trattore: storia delle rivolte contadine in Europa

Mentre Charles Michel, dopo l’incontro di dicembre scorso, si è visto costretto a convocare per l’1 febbraio una riunione straordinaria del Consiglio dell’Unione Europea, sempre a Bruxelles, alla Grand Place strombazzano e irrompono i trattori dei contadini rivoltosi. Il rombo dei motori e la puzza del letame non raggiungono però il quartiere europeo, dove si riuniscono i leader intenti a discutere di bilancio pluriennale, sostegno all’Ucraina e Medio Oriente.

«È una rivolta?» «No sire, è una rivoluzione».
Queste le parole che dovrebbero riecheggiare nei palazzi del potere ma così di certo non è. È vero invece che in tutta Europa continuano i disagi per le proteste dei lavoratori del settore agricolo che chiedono una revisione delle politiche nazionali ed europee definite inadeguate e non sostenibili.
In Francia, lunghe file di trattori marciano verso la capitale con l’obiettivo di bloccare l’accesso a Parigi e come i vicini tedeschi che avevano mandato in tilt le strade di Berlino iniziando le proteste lo scorso dicembre, lamentano tra le tante cose un eccessivo aumento del gasolio agricolo.
Le proteste hanno ormai raggiunto anche l’Italia e, dopo aver scosso Romania, Polonia e Grecia, continuano a Melegnano in Lombardia dove i contadini hanno iniziato un presidio che durerà per i prossimi quattro giorni.

Se quello spirito europeo che dovrebbe accomunarci intorno ai valori di uguaglianza, libertà e sostenibilità non riesce a mantenerci coesi, in verità, dal basso, vediamo provenire questa forza centripeta e tellurica che storicamente unisce le fasce sociali più deboli. Il furore di chi, vessato oltremodo, accende la protesta. Non vogliamo troppo scomodare la Storia e, in sole tre tappe, ripercorriamo alcune significative rivolte contadine.

Der deutsche Bauernkrieg
Se in molti ricorderanno Lutero e l’importanza della Riforma protestante, forse avranno dimenticato che il monaco agostiniano fu a favore della feroce oppressione operata contro i contadini tedeschi che tra il 1524 e il 1526 stavano mettendo a ferro e fuoco l’intero Sacro Romano Impero. Come sempre le cause di quella che è passata alla storia come la guerra dei contadini tedeschi sono molteplici e vanno ricercate in un assetto sociale squilibrato, nel fomento etico e religioso evocato dalla riforma religiosa allora in atto e, come oggi, da un eccessivo gap economico tra classi.

La ghigliottina contadina
La più celebre rivoluzione della storia occidentale, quella francese, inizia convenzionalmente il 14 luglio 1789 con la presa della Bastiglia, fortezza adibita a carcere politico e simbolo di quel potere assoluto che in quanto tale continuava a non preoccuparsi dei bisogni del popolo. Il grido questa volta era “Liberté, Egalité, Fraternité” e a pronunciarlo, almeno a Parigi, erano i rappresentanti del Terzo Stato. Nelle campagne francesi, intanto, tra i contadini si alimentava “la grande paura” e, con l’arrivo di false notizie da disparate parti di Francia, nacque una frenesia collettiva che sfociò in saccheggi e devastazioni contro i castelli, simbolo di quel sistema feudale che doveva essere colpito, mutilato, decapitato, proprio come il re.

La Sicilia nel Regno d’Italia
Ricorderemo infine solo uno tra i molteplici moti contadini che scossero l’Europa sul finire del XIX secolo, e lo facciamo proprio da una delle regioni più a sud dell’Unione Europea. È il 1889 quando, spontaneamente, gli agricoltori della Sicilia si uniscono nei fasci siciliani dei lavoratori, spinti da spirito democratico e socialista chiedono più diritti e tutele a un governo, il primo di Giovanni Giolitti, che della questione meridionale aumentò solo il divario. Le rivolte vennero infine sedate da Crispi ma l’esperimento siciliano fu faro per le successive proteste contadine e operaie.
Mentre Lutero riteneva che la “masnada” dei contadini andasse annientata perché il potere dei sovrani proveniva da Dio, noi, in verità, ci sentiamo più vicini al pensiero di Thomas Müntzer: «Fanno divulgare tra i poveri il comandamento di Dio: “Non rubare”. Ma questo non vale per loro».