Verso le presidenziali in USA: eterni duelli e third parties
Manca meno di un anno all’election day in USA, ma la campagna elettorale (così come le speculazioni sul suo esito) è già in corso. È ormai chiaro il ritorno degli storici rivali: Trump e Biden.
Ma saranno gli unici a correre per la presidenza USA? Sembrerebbe di no, vista la comparsa sulla scena di alcune mine vaganti, tra cui Robert Kennedy Jr.
Cosa aspettarsi dalle elezioni USA 2024
Per un presidente americano uscente è quasi automatica la ricandidatura. Non c’è molta opposizione e c’è ancora una certa popolarità. Ecco perché la ricandidatura di Biden per la presidenza USA 2024 era scontata.
Fra l’altro, il sistema di elezioni “mediate” dai delegates e dai caucuses non lascia tanta scelta in generale.
Rimane sorprendente la candidatura di Trump, sulle cui spalle gravano 37 capi d’accusa e che proprio l’anno prossimo dovrà sottoporsi a processo. Non solo, qualora venisse condannato, potrebbe comunque essere eletto, poiché nella Costituzione USA non viene posto nessun limite del genere.
Una cosa è certa: il duello Trump-Biden non è più tanto alimentato. Se uno dei due candidati è estremamente controverso, l’altro è molto anziano e molti sono i dubbi sull’efficacia del suo operato.
In altre parole, gli americani non sembrano entusiasti di ritrovarsi i soliti Cip e Ciop.
R. Kennedy Jr: il third party del momento
Robert Kennedy Jr si era candidato alle presidenziali del 1968, dopo l’assassinio di JFK, suo zio. Dopo essersi candidato coi dem quest’anno, sfidando Biden, ha deciso di candidarsi come indipendente.
Non è la prima volta che si assiste ad un fatto del genere in USA, proprio per questo ha destato l’attenzione di molti. Gli indipendenti, storicamente, hanno creato scompiglio nel bipolarismo abituale americano, si pensi alla sconfitta di Bush nel 1992 (il caso Ross Perot).
Robert Kennedy Jr è un ambientalista e sindacalista, ma presenta tratti tipicamente repubblicani: forte oppositore degli aiuti all’Ucraina, negazionista del COVID-19, no-vax e soprattutto complottista.
È infatti uno dei principali sostenitori della teoria per cui ci sarebbe un legame tra vaccini e autismo.
Secondo le inchieste di Reuters/Ipsos, non avrebbe molta probabilità di vittoria (circa il 14% dei consensi). Ciò non significa però che questo terzo partito non possa rovesciare, magari in maniera indiretta, le carte in tavola.
Quale dei due candidati ne uscirebbe più danneggiato? Non è facile determinarlo, anche perché Trump e Biden sono già abbastanza deboli.
Due senza tre
Le elezioni presidenziali USA, da sempre, sono state guidate dal numero due: due macro-partiti, due candidati.
Ciò ha garantito la spettacolarità dei comizi: da una parte ci sono le agitatissime convention dei rossi, dall’altra quelle altrettanto esuberanti dei blu. Questo è possibile anche grazie ai costi enormi richiesti per fare campagna elettorale in USA.
Un terzo incomodo è automaticamente poco gradito da chi sta già correndo per la carica, questo non vale però per chi dovrà andare a votare, anzi.
La comparsa degli indipendenti come Robert Kennedy Jr potrebbe essere vista come una ventata d’aria fresca, ecco perché potrà succedere di tutto alle presidenziali del 2024.