L’elezione di Joe Biden segna un cambio di rotta sul clima

Il rientro negli accordi di Parigi, un piano multi miliardario per la riconversione e la ripresa verde ma anche l’obiettivo zero emissioni entro il 2050. Il neoeletto presidente degli Stati Uniti Joe Biden, fa ben sperare scienziati e ambientalisti riguardo un netto cambio di rotta rispetto alle politiche sul cambiamento climatico.
Lo scontro Biden-Trump sul clima e le politiche scellerate del tycoon
I temi ambientali sono stati oggetto di forte scontro in campagna elettorale durante la quale Biden ha più volte accusato Trump di essere un “piromane” alla luce del suo eccessivo ottimismo in merito ai gravi incendi che da agosto hanno devastato la California. Tutta colpa dei singoli governatori per il tycoon, per cui il surriscaldamento globale non è che un argomento fastidioso, in contrasto con le politiche di espansione economica. Tutta colpa dei governatori responsabili di non “rastrellare i boschi”, trattasi dunque di un problema di manutenzione boschiva, priva di legami con l’incremento delle temperature.
E non è tutto. «Il clima di raffredderà» tuonava lo stesso presidente. Guardando ai tempi recenti ha fatto discutere la rimozione del capo del programma federale che produce il rapporto sul cambiamento climatico Michael Kuperberg per fare spazio ad esperti con visioni meno allarmanti come David Legates dell’università del Delaware, per cui il diossido di carbonio non è inquinante.
Da lì poi la scelta più clamorosa ufficializzata il 4 novembre scorso, giorno dell’uscita formale degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi dopo l’annuncio di ritiro nel 2017. Un’assenza pesantissima capace di compromettere l’efficacia dell’accordo visto il peso degli Stati Uniti in termini di emissioni di monossido di carbonio dall’inizio dell’era industriale.
Il rientro negli accordi di Parigi e un piano da 1700 miliardi per la riconversione
Con l’elezione di Joe Biden l’uscita avrà ben poco effetto in seguito all’annuncio del neo presidente di rientrare nell’accordo entro tre mesi dal suo insediamento tenendo conto dei tempi tecnici per essere riammesso nell’intesa. Una prospettiva naturalmente accolta con entusiasmo dalla stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che afferma «attendiamo con ansia il ritorno degli Usa. È tempo per una nuova agenda transatlantica adatta al mondo di oggi».
Secondo il portale Climate Action Tracker, l’impatto positivo di un cambio di rotta da parte di Biden potrebbe tradursi in una riduzione del riscaldamento globale di 0,1 gradi da qui al 2100. In effetti le misure annunciate da Biden sono promettenti, tanto che c’è da chiedersi se ci sarà il margine di attuarle, tenendo conto dell’opposizione che il neopresidente incontrerà con tutta probabilità presso i repubblicani in Senato. Fra gli obiettivi rientrano le zero emissioni entro il 2050 oltre ad un piano da 1.700 miliardi di dollari di investimenti per una “ripresa verde” dalla pandemia.
Non ultimo, Biden si è detto un fervido sostenitore dell’ambizioso Green New Deal proposto dalla giovane leader progressista Alexandria Ocasio-Cortez che guarda alla “big picture” mettendo gli obiettivi climatici al centro di un piano mirato anche all’inclusione sociale oltre che ai diritti alla salute e al lavoro. Un piano definito “utopico” e bollato come socialista da parte repubblicana, con tanto di facile ironia fra chi auspicava mezzi di locomozione mossi «a lacrime di unicorno» e abbuffate di cheesburgher che con il GND diventeranno un «miraggio».