Buone vacanze Italia. Analisi nevrotica di una stagione turistica

Dopo una primavera sotto zero, il settore turistico italiano attraversa una stagione che è iniziata tardi, anzi tardissimo, e che prosegue zoppicando. Le più colpite sono le città d’arte dove la cifra di turisti stranieri che mancano all’appello si aggira attorno ai 34 milioni.
Roma, Firenze, Venezia, Milano sono vuote rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La riapertura delle frontiere all’interno dell’UE (le limitazioni che permangono) ha dato ossigeno solo in parte alle grandi destinazioni del turismo internazionale. Quelli che mancano sono i clienti alto spendenti con americani, russi e cinesi fra i capofila. Soffrono particolarmente le località che vivono principalmente di turisti stranieri – vedi la costiera amalfitana e Taormina – che tamponeranno di meno rispetto ad altre puntando sul turismo domestico. Nel complesso dunque, da nord a sud si lavora in deficit. In Veneto il crollo dei turisti provenienti dall’estero si aggira attorno al 70% e a Venezia le riaperture degli alberghi hanno più che altro un significato simbolico.
Nelle grandi città non aiuta il protrarsi del lavoro agile che pesa sui servizi vicino agli uffici. Secondo Confesercenti la perdita per le strutture di alloggio e ristorazione correlate allo smartworking vale circa 250 milioni di euro al mese, ovvero 1,76 miliardi di euro guardando a fine anno.
Il bicchiere mezzo pieno: i dati positivi del turismo domestico
In una recente intervista rilasciata ai microfoni di Radio Radicale il presidente dell’Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) Giorgio Palmucci, sceglie di guardare al bicchiere mezzo pieno. Usando una celebre espressione, magari il turismo domestico non potrà “ribaltare il risultato” ma di sicuro può alleggerire l’impatto del Covid. A questo proposito vanno considerate alcune cifre.
La percentuale di italiani che scelgono di trascorrere le vacanze nel proprio paese rappresenta il 50% delle presenze totali. Questo ci dà un vantaggio importante su nazioni a vocazione turistica quali Croazia, Spagna e Grecia che dipendono totalmente dal turista straniero. Quest’anno l’83% dei nostri connazionali sceglierà di rimanere in Italia, una percentuale sostanziosa dovuta al recupero degli “esterofili” che altrimenti non ci pensano due volte prima di montare in aereo e lasciare il Bel Paese per le vacanze.
Anche il fattore tempo gioca un ruolo cruciale. Con ferragosto alle porte si attende un aumento delle prenotazioni che già in diverse località della penisola sono sold-out. E a far ben sperare sul colpo di coda dell’estate sono anche i turisti che andranno in vacanza tra settembre e ottobre. Una magra consolazione ma pur sempre una speranza che aiuta a tirare avanti fino alla fine della stagione. Non ultimo, il tanto chiacchierato bonus vacanze – secondo il ministro Franceschini richiesto da oltre un milione di famiglie – che potrebbe vivacizzare lo scenario. Tuttavia è presto per tirare le somme anche alla luce delle lamentele di molti albergatori che hanno difficoltà a concedere il bonus fra burocrazia e mancanza di liquidità che rende inappetibile lo sgravio fiscale. Per Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, «benino» è il voto assegnato al bonus che pesa come «una goccia in mezzo al mare».
Bene camper, appartamenti e turismo all’aria aperta
Cambiano i tempi, cambia il turismo. La tutela della propria salute in periodo di Covid va a braccetto con la vacanza all’aria aperta e possibilmente in autonomia. Bene dunque gli appartamenti che in regioni come Toscana, Sicilia e Puglia hanno fatto registrare ad AirBnB numeri più che soddisfacenti.
Lo stesso vale per i campeggi. La vacanza in tenda, low-budget e a contatto con la natura è apprezzata tanto quanto il turismo itinerante che sta vivendo un vero e proprio boom. Stando ai dati di giugno della piattaforma di camper-sharing Yescapa, le richieste hanno subito un’impennata del 200% rispetto allo stesso periodo del 2019. Un trend confermato dai venditori di camper che quest’estate hanno concluso buoni affari. La soluzione, pratica e sicura, sembra ideale anche per i gettonati weekend lunghi che durante l’estate 2020 sono più frequenti rispetto alla tradizionale vacanza lunga.
Le isole felici fra picchi montani e colline del vino
Mentre città d’arte e località di mare boccheggiano (per queste ultime si prevede un -51% sul 2019), la montagna vince lo scettro di isola felice. La stagione sulle Dolomiti è iniziata e prosegue bene grazie a ciclisti, alpinisti e appassionati di trekking attirati dalla bellezza delle nostre montagne ma anche dalle garanzie di sicurezza che queste offrono rispetto ai lidi (semi-)affollati.
«Le previsioni fino a metà settembre sono buone, siamo fiduciosi di portare a casa una stagione positiva» afferma il direttore Azienda di turismo della Val di Fassa Andrea Weiss ai microfoni dell’ANSA. Anche la vacanza in collina resiste bene al Covid. Nella zona del Prosecco ci si gioca la carta dell’UNESCO per attrarre e fidelizzare nuovi turisti e cicloturisti. Rimanendo in Veneto, anche il lungolago di Garda veronese registra affluenze positive con il 75% di occupazione delle camere nei fine settimana e 50% nel periodo infrasettimanale.
Parola agli esperti: diversificare e valorizzare i piccoli centri
E mentre quest’estate si tira a campare, i dati dell’Istat ricordano l’urgenza di sviluppare nuove strategie per valorizzare un settore che vale 25,6 miliardi di fatturato (dati 2019). Consorzi e associazioni sono d’accordo, la chiave sarà diversificare. Ciò significa valorizzare le località al di fuori delle rotte internazionali del turismo promuovendo l’affluenza di nuovi visitatori nei piccoli centri o nei piccoli borghi che dal punto di vista culturale e gastronomico non hanno nulla da invidiare alle grandi località e che al contrario possono rispondere in modo eccellente a chi ricerca esperienze turistiche immersive. Calarsi nello stile di vita “all’italiana” rimane sinonimo di benessere e joie de vivre. Il turista più ambito? Quello cinese.