CULTURA NEXT DOMINI | Valter e Eleonora Rossi, due cuori e una… tipografia

“L’arte é cosa mentale” Leonardo da Vinci
Gli occhi cerulei si accendono e catturano immediatamente l’attenzione. Ascoltarlo è una gioia e un privilegio.
Siamo alla GAM a Roma che ospita “Impronte dell’Arte” ed é con l’affermazione di Leonardo che Achille Bonito Oliva, grande amico e curatore della mostra, inizia l’intervista pubblicata a catalogo.
Guida d’eccezione proprio Valter Rossi che mi narra la storia della 2RC, la creatura sua e di sua moglie Eleonora Careddu. Una coppia di ferro nella vita e nel lavoro, ancora oggi uniti ed entusiasti come il primo giorno.
Il sodalizio iniziato sui banchi di scuola, li porterà ad approfondire un tema specifico, la grafica considerata, fino al loro irrompere, la Cenerentola dell’arte, o comunque uno strumento più passivo, e la studiano in tutte le sue sfaccettature. Individuate e recuperate ben presto tutte le tecniche, vanno oltre sdoganandola dalla mera riproduzione per farne un genere espressivo a sé, equiparato a tutti gli effetti alla pittura o alla scultura, all’architettura.
Ē con questo sentire che appena usciti dall’Accademia di Brera aprono a Roma con il cugino Franco Cioppi un piccolo studio la 2RC Stamperia d’Arte che si distingue nel suo genere perché intende essere un laboratorio tecnico che sviluppi o crei come nel loro caso tecniche di grafica tali da permettere agli artisti di produrre direttamente, non solo di riprodurre un soggetto.
Pubblicano nel ‘60 la loro prima cartella grafica, con acqueforti e acque tinte di Lucio Fontana, maestro d’arte e di vita, con cui si aggiudicano il I premio per la grafica a Tokyo, un punto d’arrivo per tanti, per loro quello di partenza.
Fondamentale nella loro formazione Lucio Fontana che conferma l’intuizione di fare della grafica un genere a sé, concetto ribadito poi anche da Alberto Burri. Qualcosa di mai esistito prima nasceva dalla simbiosi tra artista e artefice, con un’impareggiabile Eleonora, il cui senso del colore gareggia con la fantasia della natura stessa.
La 2RC fin dagli albori si distingue per invogliare l’artista alla sperimentazIone facendosi artefice e strumento dell’artista stesso. Tra il 1962 e il 1969 stampa Afro, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Adolph Gottlieb, Achille Perilli, Beverly Pepper, Gio Pomodoro, Giulio Turcato, Giuseppe Santomaso, e naturalmente Lucio Fontana.
Il desiderio di Valter ed Eleonora di estrapolare l’essenza creativa degli artisti li spingerà anche a spostarsi avendo come compagni il loro profondo rispetto per l’arte e il bisogno di avventura e … una tipografia diciamo così portatile. Apriranno una stamperia vera a New York, mentre continua l’attività a Roma, e arrivano a vette impensabili tanto da far dire a Vittorio Rubiu a proposito delle incisioni di Burri, “…incisioni più vicine alla pittura, quasi da scambiarsi con essa…”
L’apertura della stanza dei loro sogni si concretizza quando l’UNESCO, siamo nel ‘70, incarica la 2RC di realizzare una cartella di grafica che li porterà a contatto con diversi artisti di fama mondiale : Juan Mirò, di Alberto Burri abbiamo già detto, Alexander Calder, Victor Vasarely, Victor Pasmore, Sonia Delaunay, Louise Nevelson, Sebastian Matta, Man Ray, Max Bill, Wotruba.
La peculiarità del loro lavoro è nota ormai a livello internazionale e nasce una fitta e proficua collaborazione con i più grandi talenti contemporanei. Lavorando con Pierre Aleschinsky nel 1973 prendono la decisione di trasferire la stamperia nei diversi atelier, evitando che sia l’artista a muoversi.
E toccheranno cosi Bodrum (Turchia), Menton (Francia), Palma di Majorca(Spagna), Los Angeles (California), Southampton e Montauk(Long Island), Palm Beach (Florida), Point Race(California) e lo studio di New York.
Le loro incisioni di formato grande e comunque inusuale, attirano intorno alla 2RC non solo il collezionismo privato e museale ma l’interesse di artisti della portata di Afro, Sam Francis, Henry Moore, Pierre Soulages, Giacomo Manzù, Nancy Graves, Arnaldo Pomodoro, George Segal, Graham Sutherland, e tanti altri che frequenteranno la stamperia allora situata in via de’ Delfini, per realizzare le loro opere maggiori.
La grande dimensione li trova protagonisti assoluti sia per l’abilità tecnica sia per il colore in cui Eleonora come dicevamo, è imbattibile. L’incontro con Pasmore, dovuto a Burri, si snoda tra Roma, Londra dove l’artista ricopriva l’incarico di Direttore del Piano Urbanistico, e Malta la sua residenza.
Il lavoro grafico compiuto poi nei primi anni ’80 da Henry Moore è grandioso e tale fu il suo entusiasmo che decise di prestare ai Rossi cinque grandi sculture in occasione dell’inaugurazione della nuova stamperia, Vigna Antoniniana Stamperia d’Arte a Roma nella nuova splendida sede a un passo dalle Terme di Caracalla.
Curiosità insaziabile, amore per l’arte e per chi ne possiede il dono, passione, padronanza del mezzo, certo… ma queste doti impagabili non bastano a spiegare la forza innovativa di questo iter sentito più come missione. Ė l’ amore la ragione di questo successo, quell’amore che fin dai banchi di scuola unisce i nostri due artefici, dotati di quell’umiltà socratica che è una luce nell’incognita del vivere, e che è l’humus dell’intelligenza.
Il tuo artista preferito? Non esiste. “Ogni artista ha portato qualcosa e ne hanno goduto tutti”.
E progetti? Certo, sempre. Ora è necessario continuare i rapporti iniziati in Cina, ai massimi livelli 10 anni fa ( ndr ) seguiti dalla figlia Simona, aprire un luogo vivo a Urbino nei fondi del Palazzo del Laurana per insegnare ai giovani cos’è il miracolo della grafica indistinguibile da un dipinto, continuare in qualche modo l’esperienza didattica fiorentina di questi ultimi anni… tante cose. Chiusa la mostra il 2 giugno aspettiamo il prossimo appuntamento. Buon lavoro a questi straordinari Artefici!
Catalogo 2RC con testi di Cristina Collu Direttrice della Galleria Nazionale dkArte Moderna e Contemporanea e di Lucia Trio Santafè Direttrice della Dipartimento Stampe e Multipli della Bonhams di Londra
Curatore Achille Bonito Oliva.
“Ogni artista ha portato qualcosa e ne hanno goduto tutti.”
Progetti? Certo, sempre. Continuare i rapporti iniziati in Cina, ai massimi livelli 10 anni fa, seguiti dalla figlia Simona, aprire un luogo vivo insegnando ai giovani cos’è il miracolo della grafica indistinguibile da un dipinto.
Buon lavoro Artefici!