NAPOLI VELATA | Ozpetek spiega il mistero e la passione nascosti nel film

A Napoli non si parla d’altro, il film di Ferzan Ozpetek, Napoli velata, ha deluso tante aspettative e soprattutto ha diviso i gusti di tanti napoletani. Gli obiettivi del regista turco erano alti: restituire sullo schermo il fascino suggestivo della Napoli nascosta, il mistero, la passione, la musica e la cultura partenopea più ambigua. L’intenzione non sembra essere andata del tutto a segno, ma Ozpetek non si scompone e sui social risponde con lucida onestà artistica.
Che film è Napoli velata? È un thriller psicologico ad alto tasso di sensualità, ma anche un viaggio in una Napoli sospesa tra magia e mistero, ragione e follia.
“Ho raccontato -dice Ozpetek- il mio personale viaggio – ‘stordito e abbagliato’ – dentro Napoli. La visione di me stesso dentro una città costruita come un palcoscenico teatrale tra le quinte di due sistemi vulcanici”
Il film prende il nome dalla straordinaria e famosa statua del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, che rappresenta la figura di Gesù, deposto dalla croce, coperta da un sudario trasparente di marmo che fluisce sul corpo. Lungi dal nascondere la figura alla vista, il velo accentua ogni dettaglio del corpo sottostante, rivelandolo. Psicologicamente parlando, questo è ciò che accade alla protagonista. In Napoli velata il volto melanconico e smarrito di Giovanna Mezzogiorno diventa quello di Adriana, un medico legale la cui vita viene sconvolta da una passione improvvisa e travolgente per Andrea (Alessandro Borghi) a cui segue un misterioso delitto violento. Il loro incontro risveglia in Adriana ombre del passato difficili da cancellare che continuano a vivere nascoste tra i vicoli, i palazzi e gli ambienti di una Napoli bellissima ma popolata da arcani segreti.
“Napoli – ai miei occhi – è femmina – dice Ozpetek-. Così Napoli è diventata Adriana, il personaggio interpretato da Giovanna Mezzogiorno, che ho fatto camminare su due binari narrativi razionali: l’inchiesta poliziesca e lo sviluppo psicologico del suo trauma. Senza mai però cedere né alle leggi del Thriller né a quelle della Psicanalisi, altrimenti mi avrebbero tolto il Mistero della Passione, che è l’unico elemento che mi interessava”
Per Ozpetek, insieme alla Mezzogiorno e a Borghi, recitano anche Peppe Barra, Biagio Forestieri, Lina Sastri, Isabella Ferrari, Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Loredana Cannata, Carmine Recano, Angela Pagano, Antonio Braucci, Antonio Grosso.
La Napoli barocca e segreta fa da cornice ad una storia in cui il paesaggio seducente, gli ambienti, austeri e popolari al tempo stesso, l’arte e la musica, cariche di sensualità, risvegliano i fantasmi del passato e gli interiori turbamenti, irrisolti e repressi, dei personaggi.
Secondo The Hollywood Reporter “La fotografia sensuale, la musica e le location sono a tal punto coinvolgenti da riuscire a far trascurare allo spettatore una trama debole, che indugia più sull’ambiguità psicologica che su un solido lavoro di indagine poliziesca… La sceneggiatura di Ozpetek, Valia Santella e il coproduttore Gianni Romoli opta per un finale artistico e ambiguo, piuttosto che per una risoluzione definitiva. È una scelta che delude quel genere di pubblico al quale piacciono le storie con una conclusione. Tuttavia nel finale c’è una svolta che conferisce al personaggio confuso e monosillabico di Adriana una necessaria e profonda motivazione”.
Qualcosa però, oltre la storia, non arriva. Ozpetek questa volta non riesce a toccare le corde più profonde dello spettatore e lascia, anche in chi lo apprezza, un senso di insoddisfazione. Così, di fronte alle numerose critiche, il regista, rendendo un signorile omaggio al suo pubblico, spiega sul suo profilo facebook.
“‘I film, senza gli altri, non esistono. E gli altri sono, come noi, autori del film’. Questa frase scritta da un grande regista, Marco Ferreri, mi rappresenta completamente. Ho sempre pensato che lo spettatore è l’ultimo Autore del film, quello che lo completa.
Ogni film, anche se ha una sua oggettività tecnica, in realtà è sempre completamente soggettivo: ogni spettatore porta via con sé il proprio film, lo fa suo, sia che gli piaccia o no. Per questo io amo e rispetto ogni opinione su quello che ho fatto, perché ogni critica (positiva o negativa) e ogni riflessione mi fanno scoprire spesso cose nuove sul film e mi raccontano anche molto di chi le fa.
Per questo il dibattito che si è aperto naturalmente intorno a ‘Napoli velata’ mi fa molto piacere. Non c’è niente di peggio per chi fa una qualsiasi opera che cadere nell’indifferenza”
E, rivolgendosi direttamente a chi Napoli la conosce bene in molti suoi dettagli, aggiunge.
“È ovvio che non ho raccontato Napoli com’è o come dovrebbe essere. La città ha un diretto rapporto con gli Inferi, metafora di quell’eterna lotta tra Vita e Morte che in realtà è la dichiarazione di una convivenza: quella tra Razionalità e Irrazionalità. Napoli è la messa in scena di questa duplicità, del rapporto quasi sessuato tra Logos e Caos. E mi sembra che anche le reazioni di parte del pubblico riflettano questa duplicità: chi cerca la chiusura del cerchio razionale di tutto e chi invece si abbandona al flusso delle suggestioni. Ma anche chi, e ne ha diritto, si rifiuta di entrare e di mettersi in gioco”
Ozpetek infine conclude il suo messaggio.
“Spero di essere riuscito ad accogliere Napoli dentro di me tanto quanto Napoli stessa è stata generosa a prendermi. Ma per lei è stato facile: mai terra è stata così curiosa dell’altro da sé, così pronta a fare sue le storie degli altri, anche quelle più nascoste e segrete”
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NAPOLI VELATA | Scheda tecnica
TITOLO ORGINALE: Napoli velata
GENERE: drammatico, noir, thriller psicologico
VOTO: 6/10
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Entertainment Italia
USCITA: 28 dicembre 2017
DURATA: 113′
REGIA: Ferzan Özpetek
SCENEGGIATURA: Gianni Romoli, Valia Santella, Ferzan Özpetek
INTERPRETI: Susanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Peppe Barra, Biagio Forestieri, Lina Sastri, Isabella Ferrari, Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Loredana Cannata, Carmine Recano, Angela Pagano, Antonio Braucci, Antonio Grosso
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: Gian Filippo Corticelli
MUSICHE: Pasquale Catalano