VENEZIA 2017 | THE SHAPE OF WATER: Il fantasy e l’amore come pensiero politico

Lido di Venezia – Indiscutibilmente un successo, il calore con cui pubblico e stampa hanno accolto ieri l’anteprima di The shape of water, attesissima opera di Gulliermo De Toro in concorso a Venezia 74, non lasciano dubbi sul valore del film. Una fiaba vera e propria, surreale e dolce, ambientata in un’America in piena Guerra Fredda dai colori e dallo stile un po’ vintage. Secondo il regista messicano un racconto sull’amore e contro la paura carico di un messaggio pienamente politico.
Si può dire che l’idea di questo film sia nata simultaneamente e quasi magicamente dalle menti di Del Toro e di Sally Hawkins, interprete principale del film. Il regista pensava da tempo ad un film su di un uomo sirena che si innamora di una donna e che vedesse protagonista l’attrice britannica; intanto Sally, per conto suo, immaginava la scrittura di un film in cui una donna si trasforma in pesce. Quando i due sono venuti in contatto e si sono confrontati la loro sorpresa nello scoprire la singolare coincidenza è stata grande ed ha fatto subito scattare la scintilla creativa che ha dato origine al film. “Quando il mio agente mi ha chiamata – racconta la Hawkins alla stampa presente alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia– per dirmi che Del Toro stava pensando a me per realizzare questo suo progetto mi è quasi caduto il telefono di mano. Nella vita a volte accadono cose magiche”.
La sceneggiatura, vivace, intensa e trascinante, è di Vanessa Taylor, nota autrice di alcuni episodi della seconda stagione di Games of Thrones, ma Del Toro ci tiene ad aggiungere che il personaggio di Elisa, la protagonista interpretata dalla Hawkins, è stato creato quasi interamente da quest’ultima. “Ho scritto una biografia dettagliata per tutti i personaggi del film – ha detto Del Toro in conferenza stampa-, solo Elisa e la creatura non le hanno, per loro mi sono affidato a Sally e Vanessa che conoscevano questi due personaggi molto meglio di me”.
Con The shape of water Del Toro non delude le aspettative di quanti lo hanno amato per i suoi racconti più sublimi come Il labirinto del Fauno. La sua narrazione fiabesca e surreale parte con una storia che per certi aspetti potrebbe ricordare un po’ La bella e la Bestia e un po’ Il favoloso mondo Amelie del 2001, ma via via si discosta sempre più da queste due storie per assumere le tinte di un noir fantascientifico con sfumature romantiche e magiche.
Elisa è la principessa muta e solitaria che lavora come impiegata delle pulizie in un laboratorio governativo di massima sicurezza. La sua vita cambia radicalmente quando lei e la sua amica e collega Zelda (Octavia Spencer) scoprono una creatura marina su cui il governo intende portare avanti oscuri esperimenti. Elisa, sensibile, ma anche forte e intelligente, affascinata da questa misteriosa creatura pian piano trova il modo di relazionarsi con lui. Tra loro si instaura un legame di profonda empatia ed Elisa attraverso il suo silenzio diventa la sola che riesca comunicare con lui.
The shape of water è la metafora fiabesca attraverso la quale Del Toro ha scelto di affrontare temi importanti e attuali come amore, diversità e paura dell’ignoto contrapposta alla speranza di un esaltante futuro. “La favola – ha spiegato lo stesso regista- è l’antidoto che fa cadere le difese di un ascoltatore. Attraverso la favola le persone si lasciano andare al racconto e si aprono a temi e riflessioni anche importanti. È sempre stato così. Questa storia è ambientata nel ‘62 ma vale anche per l’America di oggi che è sempre la stessa e le fantasie di allora si sono cristallizzate molto. Sono messicano e so cosa significa essere guardato come l’altro e lo trovo spaventoso. Oggi si sceglie la paura piuttosto che l’amore e questo rende tutto più difficile”.
Completano il cast le splendide interpretazioni di Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones e Michael Stuhlbarg e le musiche emozionanti di Alexander Desplat che contribuisco al fluire del film come un racconto scritto sull’acqua .