Crisi e terapia di coppia, quando la parola «fine» può aspettare

«Appartenere a qualcuno significa entrare con la propria idea nell’idea di lui o di lei e farne un sospiro di felicità», così scriveva la poetessa Alda Merini. La ricerca di un compagno e la vita di coppia ruotano attorno a questo sospiro di felicità. Che un rapporto nasca sulla scia di una potente passione o sul culmine di un lento conoscersi, lo scegliersi è dettato dal benessere fisico e mentale che si sprigiona nella relazione con l’altro. È inevitabile, oltre che fisiologico, che questo atavico desiderio muova l’intera esistenza.
L’innamoramento è genetico, arrendiamoci al fatto che anche nella contemporaneità di un mondo iper-tecnologizzato comandano ancora i ferormoni. Ci innamoriamo con il naso, attraverso i messaggi chimici che la persona emette. Visto da questa prospettiva, l’amore duraturo sembra un’alchimia ancora più complessa da raggiungere, soprattutto in una società che sembra sempre a corto di tempo da dedicare agli affetti profondi, frastornati come siamo dai mille impegni, lavorativi e di svago.
L’amore di coppia, si sa, è un amore che può logorarsi. Le statistiche parlano chiaro, senza entrare nei meandri delle percentuali, si fatica a sostenere l’impegno di una stabilità. Se da una parte internet ha dato la possibilità di rimanere costantemente connessi con la persona amata e l’eventuale famiglia costruita con essa, la Rete si è anche rivelata la classica arma a doppio taglio in cui evadere. Ognuno di noi ha sperimentato il momento in cui si avverte un calo, che può essere dell’attrazione fisica, della capacità di comunicare, del rispetto o di quel piacere di stare insieme che era il collante di un trasporto romantico che sembrava destinato a non finire mai. Si può allora cadere in molteplici trappole che ci possono portare a ferire noi stessi e chi ci è vicino, cadendo nel vuoto della noia e di una forzata routine quotidiana, nell’inferno di litigi continui o nel vortice delle pulsioni che ci spingono a cercare altrove ciò che non ritroviamo più in chi abbiamo scelto.
Ormai tutto è facile, tutto è fattibile. Basta un clic e possiamo veder realizzato ogni sogno e ogni perversione, senza limiti e barriere che siano di età, geografiche o morali. Lo smartphone è lì, pronto a rispondere ad ogni nostra esigenza; i social, le chat, la geolocalizzazione, strumenti più facili di una terapia di coppia. Si evade e si sperimenta all’inseguimento di qualsiasi tipo di soddisfazione o di curiosità, con il cybersex e le cybercoccole a essere l’ennesimo placebo pronto all’uso e consumo. L’emancipazione detta la regole e la libertà del singolo può spaziare ovunque, con fantasie di un tempo ad essere diventate ordinaria realtà. Si ragiona per categorie, si etichetta, si diventa milf e toy boy, spersonalizzando anche il tradimento.
In che modo la terapia di coppia può salvare una relazione?
Quando una coppia va in crisi, non sempre si ha la lucidità per definire i confini di ciò che accade. Il rischio è che si mandi al macero non solo ciò che naturalmente non ha più ragione d’essere (con la fine ad essere arrivata perché il partner era sbagliato o perché veramente non c’era più nulla da salvare) ma anche ciò che si potrebbe e dovrebbe salvare nell’amore di una coppia che aveva all’interno tutti gli elementi per durare: il «ti desidero» dell’attrazione fisica e della passione che può essere risvegliato, il «ti amo» dell’intimità e dei sentimenti, il «ti scelgo» razionale.
Affidarsi a specialisti in terapia di coppia può aiutare a mettere in luce le componenti fondamentali per cui vale la pena lottare e da cui ripartire. L’attrazione fisica a sé stante è momentaneamente galvanizzante, ma da sola origina soltanto un’infatuazione da amori destinati a morire sotto la spinta data dall’assuefazione e dall’ennesima voglia di cambiare. La stabilità non si improvvisa, è una scelta volontaria che va rinnovata e non sempre da soli si riesce a rivitalizzare le affinità e i valori che rendono un amore completo e desiderabile. Allora sì la vita di coppia può diventare un cammino, in cui la storia del passato di lega nel presente al progetto di un futuro.
Per quanto gli input esterni ci proiettino in una costante illusione che la realizzazione di se stessi sia un affare privato, egoistico, di assoluta e indiscussa libertà di fare sempre e comunque, non si può spegnere il bisogno di un amore corrisposto. Una terapia di coppia permette di sondare a fondo ogni aspetto, rivalutando ciò che si era magari spento nella tranquillità di un quieto vivere e di un sentirsi ormai al capolinea. La realtà non è mai statica e l’amore è movimento, una tensione dinamica in cui la complicità va alimentata a 360°, dall’ambito sessuale alla crescita e realizzazione che una persona può favorire in noi. Senza paura delle conflittualità, elementi naturali di un percorso comune fatto anche di incomprensioni e incompatibilità.
L’essere medici di se stessi non è sempre una soluzione buona, soprattutto quando la crisi è profonda. Anche il consiglio dell’amico, seppur con buone intenzioni, si può rivelare controproducente. Affidarsi ad una terapia di coppia spesso è l’unica soluzione per non imbarcare acqua su una nave che sta affondando. Una nave che se riparata ci può condurre ancora lontano. Essere nell’occhio del ciclone non ci fa essere lucidi, uno sguardo esterno ci può aprire a noi stessi come parte di una coppia e aprire la coppia al resto del mondo. L’isolamento non è sano, sia nei momenti difficili che in quelli sereni. La claustrofobia dell’intimo spinge a cercare altrove l’ossigeno che ci manca senza capire che basterebbe spalancare porte e finestre, uscire dal circuito asfissiante che abbiamo creato per ritrovare il desiderio di ritornare dall’altro, per dirsi «ti amo», per raccontarsi, per dormire abbracciati o per vivere un erotismo sopito.
Reinventarsi online, dietro uno schermo che protegge, è molto facile, seduttivo e momentaneamente gratificante, eppure non ci accorgiamo di quanto siamo vittime di una nuova forma di solitudine. È nell’offline che si gioca la partita della vita vera, nel confronto costante con chi ci sta di fronte in carne e ossa, nella connessione umana e non virtuale. È innegabile che nella società odierna i divorzi e le separazioni sono in costante aumento e il sistema coppia è sempre più fragile. Non esiste più un periodo critico nell’evoluzione del rapporto, poiché le separazioni avvengono sia dopo una convivenza brevissima, che all’arrivo di un figlio o dopo 30 anni di vita insieme. Ma la parola «fine» non va scritta comunque con facilità.
Bisogni e speranze si mescolano alla paura di soffrire ed essere feriti dalla persona che abbiamo scelto nella nostra vita, tuttavia la strada della terapia di coppia ci può far capire che l’equilibrio da ricercare per mantenere integro un legame è proprio nell’intima e instancabile condivisione di gioie e dolori, senza maschere, lasciando che l’altro veda le nostre debolezze e fragilità, sicuri che nelle sue braccia troveremo conforto, sostegno e accettazione, mantenendo intatte la nostra preziosa individualità. Forse scopriremo che superare una crisi nella relazione significa arrivare a questa consapevolezza, imparando nuovamente a comunicare senza il timore di sbagliare, senza pretese e illusioni. Se poi nelle difficoltà si riesce a conservare il senso dell’umorismo, direi che si è decisamente sulla strada giusta. Ricordiamoci che «il corso del vero amore non fila mai liscio», come ha scritto William Shakespeare, e qualche scossone è inevitabile.
Il decalogo anti-crisi:
- Dare spazio all’amore e, banalmente, dire spesso «ti amo»
- Essere coerenti, «ogni comportamento è comunicazione e la comunicazione è comportamento»
- Comunicare in maniera aperta e leale
- Riconoscere i propri errori
- Imparare a perdonare
- Rinunciare alla perfezione
- Essere complici e far prevalere nel tempo il «senso del noi»
- Alimentare la passione, ad ogni età
- Creare intimità nella coppia, mettendo a nudo debolezze o vulnerabilità senza paura di venir giudicati
- Impegnarsi per l’altro, senza egoismo
I motivi più comuni della crisi di coppia:
- Un tradimento
- Problemi di tipo sessuale o difficoltà nell’intimità
- Uno dei due non è più innamorato
- La presenza di emozioni negative (noia, rabbia, senso di solitudine e molte altre)
- L’interferenza delle famiglie d’origine
- Problemi materiali, specialmente economici
- Eventi particolarmente difficili da gestire (lutti, malattie, catastrofi)
- Uno dei due ha troppi problemi personali che si riversano sul rapporto di coppia
- Difficoltà nel comunicare
- Gelosia