MISTER UNIVERSO | Il domatore, la contorsionista e l’uomo più forte del mondo

Decadente, nel senso più romantico del termine, e toccante come una piccola fiaba di costume, Mister Universo è un film sospeso tra documentario e racconto di finzione. Unico titolo in lingua italiana presentato al 69. Festival del film di Locarno ha ricevuto dalla Giuria del Concorso una Menzione speciale per essere un film che “tocca il cuore”. Mister Universo porta sul grande schermo la storia di Arthur Robin, primo uomo di colore a vincere il titolo di Mister Universo nel 1957, e rinnova il suo mito con inattese sfumature poetiche.
Tizza Covi, sceneggiatrice e regista, e il regista Reiner Frimmel riescono a trasfondere il fascino del circo e l’amara concretezza della vita dei suoi artisti in una storia delicata dalle tonalità bohémien e naïf. Gli elementi e i personaggi della storia sembrano quelli di un racconto popolare: il giovane domatore, la bella contorsionista, l’uomo più forte del mondo, la cartomante, l’oggetto magico, i leoni, la scimmia prodigio e una canzone rinnegata ma mai dimenticata.
Tairo Caroli, nel film come nella vita, è un domatore di leoni come suo padre, ma la sua vita non va come lui vorrebbe. Anche i suoi animali non stanno bene e sembrano patire insieme al loro padrone il suo disagio. Tra tutti i membri del circo in cui Tairo vive e lavora, solo la bella contorsionista Wendy Weber riesce a stargli accanto con amorevole comprensione. Un giorno però uno degli artisti di nascosto sottrae a Tairo il suo portafortuna, l’unico oggetto in il giovane domatore confidava prima di iniziare i suoi spettacoli, dono di un idolo della sua infanzia. Tairo così decide di partire per un viaggio alla ricerca del suo mito, l’uomo più forte del mondo che molti anni prima aveva piegato per lui con le proprie mani il ferro divenuto il suo magico portafortuna. Era Arthur Robin, Mister universo nel 1957, ma di lui non vi sono tracce su internet. Intanto anche da lontano Wendy continua a sostenere il suo amico nella sua ricerca.
Una storia solo all’apparenza molto semplice. In Mister Universo sono i dettagli, le immagini simboliche sullo sfondo a dare colore, ricchezza e senso al racconto. Una strada che non segue le leggi della gravitazione universale, un ferro piegato, una scimmia quasi umana, una folla in processione e una canzone sconosciuta sono la sintesi simbolica della vita nascosta degli artisti di un circo che procede quasi controcorrente, sottosopra rispetto all’ordine consueto della società. Mentre i racconti di un passato che sembrava dimenticato e lontano rianimano l’entusiasmo e la voglia di ricominciare del giovane Tairo.
Sacro e profano, forza umana e superstizione, legami familiari, affetti e risentimenti, l’incanto e la decadenza sono gli elementi di un mondo, quello circense, che sembra sempre sul punto dis comparire ma che resiste nel tempo ad ogni epoca e cambiamento sociale. C’è nel circo una verità profondamente antropologica che i registi, Tizza Covi e Rainer Frimmel, volevano raccontare attraverso la sorprendente figura di Arthur Robin, sospesa tra mito e realtà.
“C’è un cliché sul mondo del circo che parla di libertà e viaggio. Ma nei primi circhi in cui siamo stati abbiamo visto questi tendoni alle periferie delle città, nel fango e con poco pubblico. Per questo ci interessava far vedere che una realtà diversa con i protagonisti reali” ha spiegato la regista alla presentazione del film a Roma.
MISTER UNIVERSO | Scheda tecnica
VOTO: 7/10
TITOLO: Mister Universo
USCITA: 9 marzo 2016
REGIA: Tizza Covi e Rainer Frimmer
SCENEGGIATURA: Tizza Covi
DURATA: 90′
GENERE: docufilm
ANNO: 2016
PAESE: Austria- Italia
CASA DI PRODUZIONE: Vento Film
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Tycoon Distribution
FOTOGRAFIA: Rainer Frimmer
MUSICHE: Tizza Covi
CAST ARTISTICO: Tairo Caroli, Wendy Weber, Arthur Robin