Dominik Moll: News From Planet Mars
E’ una riuscita commedia di Dominik Moll che ha partecipato al 66mo Festival di Berlino, con un cast di una sobrietà esilarante portato in situazioni di estrema irrazionalità.
Il protagonista della storia è Philippe Mars (François Damiens), impiegato in un’azienda informatica, divorziato e padre di due figli, Sarah e Grégoire. La sua esistenza scorre monotona alternandosi tra casa e lavoro, dove nello stesso ufficio da anni svolge mansioni discrete, tornato a casa si occupa poi dei due figli. La famiglia di Philippe è una famiglia di eccessi, e di psicosi.
Sarah ha diciasette anni ed è oltremodo ambiziosa. Le sue giornate le passa tra i libri, non smette di studiare neppure per un minuto maniacalmente, respingendo qualsiasi tipo di contatto umano con il padre. Spaventata da un futuro incerto che si prospetta alle nuove generazioni, considera la mancanza di ambizione paterna una mancanza di personalità, su cui gettare tutto il suo disprezzo. Grégoire ha tredici anni, è un ragazzo idealista e sensibile, diventato da poco vegetariano, alle prese con le prime vicende amorose. L’accusa mossa dai figli verso Philippe è di essere un inetto come padre, secondo Grégoire, come uomo, secondo Sarah.
Philippe sta lavorando ad un progetto informatico insieme a Jérôme(Vincent Macaigne), un collega decisamente stravagante e imprevedibile al limite della patologia. Per rilassarsi Jérôme accarezza una mannaia, oggetto con il quale distruggerà una postazione lavorativa negli uffici ai piani superiori. Perso completamente il senno, come una sorta di Orlando Furioso, scaraventa poi la mannaia contro il muro, tagliando via un pezzo di orecchio di netto a Philippe. L’orecchio ricucito viene poi bendato, facendo assumere a Philippe le sembianze del pittore olandese Van Gogh, cosa che fa notare più di un personaggio.
Il protagonista è una calamita del folle, più attira situazioni paradossali, più il paradosso aumenta, a tal punto che non si capisce più se Philippe nella sua gentilezza non sia proprio il più strampalato tra i folli. Tra i molti valori in cui crede di sicuro la gentilezza è il valore assoluto, perché attraverso questa si possono aiutare gli altri, sebbene alla fine si ritrovi sempre il solo a dover fare la cosa giusta. Philippe si è arreso alla vita, alle persone, al corso degli eventi. Non è più in grado di ascoltare il prossimo, ma continua ad aiutarlo. Per questo accetta di ospitare Jérôme, evaso dall’ospedale psichiatrico. L’ospitalità di Philippe come anche la sua gentilezza vengono poi messi a dura prova dagli altri personaggi, con un crescendo parassitario: L’ex moglie di Philippe gli lascia i due figli per partire come inviata a Bruxelles; la sorella gli affida il cane che il protagonista si è rifiutato fino all’ultimo di ospitare; Jérôme occupa il letto degli ospiti portandosi dietro anche Chloe, una ragazza conosciuta all’ospedale psichiatrico, che occuperà per cavalleria il letto di Philippe. Tutti i personaggi fanno leva su Philippe, cercando di spronarlo a cambiare la sua vita.
La prima è proprio Sarah, che da’ al padre del perdente, fermo ancora al XX secolo, prigioniero di un lavoro mediocre e senza prospettive. Chloe, la ragazza di cui è innamorato Jérôme, l’accusa invece di essere un gorilla in gabbia, di stare fermo per non alimentare la sua claustrofobia. Alla fine Philippe nella sua frustrazione generale di essere sempre messo in discussione per le banalità degli altri viene posto di fronte al vero problema: Il non riuscire più ad ascoltare gli altri. Così anche Philippe dimostra che sa come compiere azioni folli, iniziando a distruggere il salone di casa, distruggendo così la sua prima prigione, la sua prima maschera del quotidiano. Dimostrando anche le sue passioni e le sue pulsioni. Il sogno ricorrente di Philippe è quello di essere un’ astronauta, di uscire appunto dai confini, di galleggiare nella sua vita, compiendo però qualcosa che può solo lui, qualcosa di straordinario.
Da questo punto in poi, vi è un crescendo di azioni sconsiderate e disattente, in cui Philippe dimostra ai figli ma anche a Jérôme e Chloe, che è in grado di amarli per come sono, senza alcun tipo d’incapacità. Dimostrando sul finale anche ai proprio genitori, morti due anni prima che appaiono a Philippe come visioni spettrali, che i valori che gli sono stati trasmessi è in grado di trasmettergli a sua volta, con la stessa felicità e spensieratezza delle due piccole figure.
La vita, l’amore, la follia, la morte sono affrontanti nella pellicola con una serenità che è prospettiva saggia per un messaggio pedagogico di riflessione. Ognuna di queste parti va presa nella giusta misura, fatta evadere al momento giusto e ospitata con gentilezza.