Dopo 132 giorni operai liberi dal Fisco
La giornata del 13 maggio rappresenta una “liberazione” per tutti coloro che percepiscono uno stipendio medio da operaio. Per la Cgia di Mestre, infatti, “gli operai italiani dal 13 maggio non lavoreranno più per il fisco italiano. In altre parole, dopo 132 giorni lavorativi, potranno festeggiare il giorno di liberazione fiscale”. Un’attesa che scivola più in là nel tempo per altre tipologie di lavoratori: per gli impiegati con redditi superiori ai 24.000 euro, la data della “liberazione” sarà il 23 giugno. E ciò perché tali lavoratori, non beneficiando del bonus da 80 euro sull’Irpef, dovranno lavorare per il fisco italiano per 173 giorni.
Nel 2014, il termine del versamento delle tasse per la media totale dei lavoratori italiani era fissato solamente per il 22 giugno. Nel 2013, invece, era stato necessario attendere 158 giorni per poter considerare i soldi guadagnati interamente propri.
Secondo il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, un modo per liberarsi prima dalla scure fiscale esiste: “Contraendo in maniera strutturale la spesa pubblica improduttiva possiamo ridurre anche le tasse. Per far questo è necessario riprendere in mano il federalismo fiscale che, a mio avviso, è l’unica strada percorribile per raggiungere questo obbiettivo. Infatti, le esperienze europee ci dicono che gli stati federali hanno un livello di tassazione ed una spesa pubblica minore, una macchina statale più snella ed efficiente ed un livello dei servizi offerti di alta qualità”.
Rispetto all’anno scorso, continua, “il bonus mensile degli 80 euro è stato reso permanente. Rispetto al 2014, il guadagno netto annuo è di 320 euro. L’anno scorso, infatti, questa misura di alleggerimento fiscale ha esperito i suoi effetti solo a partire dal mese di maggio, quest’anno, invece, dal mese di gennaio. Va altresì segnalato che dal 2015 c’è una lievissima riduzione delle accise sui carburanti, pari a 0,24 centesimi al litro, che diventano 0,29 se si considera anche il risparmio Iva”. La Cgia sottolinea che sul calcolo del giorno di liberazione fiscale 2015 influisce l’incognita della tassazione locale.
“Nella nostra simulazione, infatti, sono state riproposte le medesime aliquote utilizzate per il 2014, non disponendo in questo momento di informazioni oggettive Tuttavia, non si può ignorare che i Comuni, ad esempio, a fronte delle esigenze di bilancio, potrebbero decidere di aumentare la Tasi, l’addizionale Irpef o l’Imu. Ulteriore elemento di preoccupazione sono le clausole di salvaguardia, in particolare quelle previste dalla Legge di Stabilità 2015. Si ricorda, infatti, che se la Commissione europea non approverà le nuove regole in materia di fatturazione verso la pubblica amministrazione (split payment) e verso la grande distribuzione (estensione del reverse charge), per reperire 1,7 miliardi di euro è previsto l’aumento delle accise sui carburanti”.
Giuseppe Ferrara
12 maggio 2015