Al di la dei sogni

Mi sono sempre chiesta che cosa contraddistingua gli esseri umani dagli altri esseri viventi. In fondo, che ci piaccia o meno, apparteniamo tutti al regno animale. E’ vero, noi umani abbiamo il dono della parola e grazie a questo pensiamo di essere più intelligenti (anche se spesso è proprio questo “dono” che toglie ogni dubbio sul contrario); noi costruiamo case, strade, macchine (con tanto di ringraziamento da parte di Madre Natura: alluvioni, terremoti, frane); produciamo denaro e fino al nostro ultimo respiro cerchiamo di averne sempre di più per poter finalmente “godersi la vita” (all’età pensionabile, se ci si arriva, quando le energie diventano sempre meno e la voglia di “godersi la vita” si riduce nel rilassarsi in poltrona davanti alla tv). E allora, cos’è che ci contraddistingue? E’ questo arraffare, parlare, costruire, che fa la differenza tra la nostra specie e le altre? Siamo davvero così speciali?
Poi, guardo il mondo da un’altra prospettiva. Ogni specie, tranne la nostra, è sincera. Gli animali non si fanno problemi sul bene o il male, sul brutto o il bello. Viaggiano su una linea diversa: il bisogno, l’istinto. E in parte, quando nasciamo, nei primi anni di vita, anche noi siamo così: cerchiamo gli abbracci della mamma, vogliamo giocare con gli altri bambini senza farci problemi sul ceto sociale o il colore della pelle, piangiamo se vogliamo e ci mettiamo a ridere quando ci va, non ci interessa il giudizio degli altri, ma ci piace stare in compagnia. Siamo sinceri, siamo veramente noi.
Ed è proprio allora che esce fuori ciò che ci contraddistingue dalle altre speci: noi sogniamo. Non parlo dei sogni notturni, parlo dei sogni ad occhi aperti, della proiezione di noi. Solo gli esseri umani possono sognare, gli altri animali vivono il presente, noi costruiamo nella nostra mente il futuro. E infatti i bambini spesso dicono: “Io voglio diventare veterinario”, “io voglio diventare calciatore”, “io voglio fare il gelataio”. Sognano di “diventare”, e se la passione continua anche durante la crescita diventa obiettivo e ragione di vita, linfa vitale.
E da ragazzi i sogni prendono forma. C’è chi sogna di avere figli da crescere, c’è chi sogna di amministrare un’azienda, chi sogna di cantare, chi sogna di viaggiare per il mondo, o chi vuole fare ricerca, o creare, o andare sulla luna. Migliaia di sogni, che sono il motore dell’anima. Già, la voglia di essere ciò che abbiamo immaginato nella nostra testa ci dà la spinta ad andare avanti, a inventare, costruire, a migliorare il mondo. Il fine ultimo è far diventare il sogno realtà.
Qualcosa, però, sta minando alla nostra specie, ci sta distruggendo proprio attraverso il sogno. Quel qualcosa siamo noi. Abbiamo permesso che la realtà superasse i sogni invece di essere sua complice, abbiamo lasciato decidere le nostre sorti a umani senza scrupoli che forse avevano il sogno di diventare tiranni e schiacciare gli altri, abbiamo lasciato cadere la nostra anima per qualcosa di materiale e intangibile al tempo stesso. Gli Stati ci stanno chiudendo in gabbie trasparenti, ci succhiano l’anima ogni giorno, ci bombardano di informazioni inutili o pessimiste, ci stanno insegnando a mettere da parte il nostro credo, per vivere nell’angoscia e nella paura degli altri, della mancanza di un futuro, di non poter aiutare la nostra famiglia.
Ci stanno distruggendo e noi glielo stiamo facendo fare. Tanti giovani crescono senza voglia di vivere, perché il sognare non è più permesso, perché non è possibile pensare di diventare un medico se poi la casta dei medici è chiusa, non posso sognare di crescere una famiglia se non mi danno la possibilità di comprarmi una casa, non è possibile aprire una gelateria se poi mi tartassano di tasse e devo chiudere. Nessun sogno è permesso, nessuna proiezione del tuo futuro può essere possibile, l’unica cosa da fare è morire o vivere come morti.
E l’Italia è in prima linea. Il Paese più bello del mondo forse, ma il più inutile. Nessuno può pensare di poter vivere bene qui, si può al massimo sopravvivere. E i giovani, quelli che ancora sognano, quelli che vogliono tentare di fare qualcosa per il mondo, per se stessi, per la propria anima, scappano via. Lasciano tutto pur di dare respiro a ciò che sono realmente, pur di non essere chiusi in gabbia.
Ecco perché c’è un’emigrazione massiccia ed ecco perché sugli aerei le lacrime sgorgano quando lasciamo i nostri affetti. Amiamo il nostro Paese che ci sta uccidendo e dobbiamo andarcene. Si spera di andare avanti da un’altra parte, dove ancora si può sognare e dove i sogni si possono realizzare. Sono isole felici in un mondo che sta crollando.
L’Italia? Aspetta l’apocalisse mentre tutto rimane fermo e immobile, in un lento e agonizzante declino. E forse solo quando ci sarà la distruzione si potrà ricostruire, si avrà il sogno di quell’Italia che ha fatto la storia. Ora, però, l’Italia sta morendo e i cadaveri che la governano stanno trascinando tutti nella tomba.
—-
Questa è la Nuova Radio Londra, per tutti coloro che ancora sognano, non arrendetevi. Dobbiamo realizzarci e cambiare le cose, siamo noi che abbiamo in mano il nostro destino.
di Giulia Carla De Carlo