Lungo viaggio verso la notte: Lavia e il poema notturno di O’Neill

Non aspettatevi che il Lungo viaggio verso la notte, dal 18 al 30 marzo 2025 al Piccolo Teatro Strehler di Milano, vi porti in un luogo geografico. Dall’alba al calar della notte di una giornata nebbiosa infatti, saremo unicamente nella dolorosa intimità della famiglia Tyrone, nel salone della sua vecchia casa di campagna.
Qui, sotto l’effetto di alcool e droga, con i cuori gonfi di parole di Shakespeare e Baudelaire, i suoi componenti si dilaniano, piangono, recriminano, si insultano, si flagellano, si giustificano. Non c’è una ventata d’aria fresca, né un barlume di speranza. Solo nebbia fuori e ombre dentro.
Gabriele Lavia e Federica Di Martino ci conducono magistralmente nel dramma più autobiografico di Eugene O’Neill, drammaturgo statunitense (1888- 1953), premio nobel per la letteratura nel 1936.
O’Neill ci parla infatti della sua stessa famiglia. E della sua infanzia maledetta, priva di affetti tra un padre alcolista, attore fallito, una madre morfinomane che avrebbe desiderato farsi suora o diventare pianista, un fratellino morto ed un altro alcolista e cinico. Malgrado gli onori e il successo sente il bisogno di esorcizzare il suo passato per provare a liberarsene.
Questo Lungo viaggio verso la notte è infatti il suo viaggio personale, drammatico e doloroso nella notte della sua infanzia e adolescenza. Va considerato quindi come il suo sofferto testamento.
Da questa prospettiva crediamo vada visto lo splendido lavoro di Lavia. Senza, si rischia di trovarlo a tratti schiacciato nella sua immobilità, lentezza e ombra.
C’è il padre anziano, Gabriele Lavia, alcolista, avaro e egoista. È stato un grande attore ma, cresciuto in povertà e per questo assillato dal danaro, ha sacrificato a questo dio satanico la sua arte, svendendo per denaro il proprio talento.
Poi c’è la madre, Federica Di Martino, una donna che porta i segni di una antica e fiera bellezza corrosa dalla droga e dalle amarezze. Avrebbe voluto farsi suora o diventare pianista.
I due figli hanno la tara dell’alcolismo del padre. Il più grande è un attore fallito, che può recitare solo grazie al nome del padre. É caustico, sadico, frequentatore di bordelli. Il piccolo è un’anima bella ma fragile, corroso, oltre che dall’alcool e dalla dipendenza, anche dalla tubercolosi.
Tra le ombre della serata che emergono con più veemenza visto che il vecchio avaro si ostina a svitare le lampadine per risparmiare la luce, c’è anche quella di un terzo fratello, morto da piccolo.
I morti del drammaturgo rivivono quindi li, sul palco, pieni delle loro speranze tradite e delle loro lacerazioni.
Sono li vivi a ricordarci come può pesare su di noi la complessa eredità famigliare e la fatica grande che si deve fare per trovare se stessi. Per uscire da quella gabbia.
La bellissima scena di Alessandro Camera è infatti recintata come fosse una gabbia, una prigione. Vi campeggiano due alte librerie, torri d’avorio contenenti centinaia di libri. Milioni di parole scritte, altrettante recitate dai personaggi. Che restano però intrappolati nella incomunicabilità.
Ma quella alta recinzione in ferro nero, ci è sembrata anche la delimitazione di uno spazio prezioso: quello del teatro novecentesco ormai quasi rinchiuso in una riserva. Niente filmati, effetti speciali, nudi. Solo la voce, il gesto, l’unità di tempo e spazio, un’architettura scenografica importante. E la parola, che comincia a vacillare nella disgregazione postbellica.
Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi – M2 Lanza), dal 18 al 30 marzo 2025
Lungo viaggio verso la notte
di Eugene O’Neill
regia Gabriele Lavia
traduzione Bruno Fonzi
adattamento Chiara De Marchi
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Andrea Nicolini
luci Giuseppe Filipponio
suono Riccardo Benassi
con Gabriele Lavia, Federica Di Martino
e con Jacopo Venturiero, Ian Gualdani, Beatrice Ceccherini
produzione Effimera, Teatro della Toscana
Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì riposo.
Durata: 165 minuti incluso un intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org