Sanremo 2025, la serata delle cover: da sempre la migliore
La serata delle cover del Festival di Sanremo è, da sempre, riconosciuta come la migliore, ancor più della finale o della serata inaugurale. Perché? Semplice: ascoltiamo qualcosa che tutti conosciamo bene e lo riascoltiamo in chiave festivaliera con ospiti di ogni tipo.
Ad aprire la serata con Carlo Conti ci ha pensato Roberto Benigni, che tra una battuta sull’attuale governo e alcuni momenti musicali, ha dato il via a questa serata. Benigni a Sanremo è proprio quell’ingrediente che va sempre bene, ed infatti è stato così. Il grande annuncio: Roberto Benigni torna in RAI con uno spettacolo il 19 marzo “Il Sogno”.
Ma ora inizia la gara delle cover, la più bella.
Rose Villain con Chiello – Fiori rosa, fiori di pesco (Lucio Battisti) L’operazione Battisti è sempre rischiosissima, soprattutto di fronte a un sostenitore accanito come Carlo Conti. Compito portato a casa ma senza particolare impegno. Bella esibizione.
Modà con Francesco Renga – Angelo (Francesco Renga) Con un momento di incertezza di Kekko, si sente la fatica che sta facendo in questi giorni dopo la caduta. Il brano è sempre una certezza, ma la performance non decolla particolarmente.
Clara con Il Volo – The Sound of Silence (Simon & Garfunkel) Un bellissimo momento con un brano leggendario. “Il Volo” è ormai una presenza obbligatoria a Sanremo, ma regala sempre ottime soddisfazioni.
Tony Effe con Noemi – Tutto il resto è noia (Franco Califano)
Senza collana, Tony Effe parla senza interpretare, Noemi cerca di risollevare una situazione ormai troppo fuori controllo. Peccato.
Francesca Michielin con Rkomi – La nuova stella di Broadway (Cesare Cremonini)
Un’esibizione bella, ma niente di estremamente eccezionale; la portiamo a casa, ma niente di più.
Lucio Corsi con Topo Gigio – Nel blu dipinto di blu (Domenico Modugno)
Operazione perfetta.
Serena Brancale con Alessandra Amoroso – If I Ain’t Got You (Alicia Keys)
Qui sentiamo la Serena Brancale che (forse) conosciamo, la grande voce jazz che da sempre ci stupisce, con un’Alessandra Amoroso capace di concludere in bellezza la performance. Che voci!
Irama con Arisa – Say Something (Christina Aguilera)
Tecnicamente bravi, ma non riescono ad attirare l’attenzione, passa un po’ in sordina, ottime voci ma niente di più. Stasera sembra essere una serata impegnativa.
Gaia con Toquinho – La voglia, la pazzia (Ornella Vanoni)
Un bel flow, un bel mood, bella intesa tra i due, il ritmo trasporta e non annoia. Bella esibizione portata alla fine bene.
The Kolors con Sal Da Vinci – Rossetto e caffè (Sal Da Vinci)
Loro hanno capito tutto: portare un brano del genere significa sposarsi con il pubblico. Paraculo come pochi ma funziona, bravi The Kolors e ottimo Sal Da Vinci.
Marcella Bella con i Twin Violins – I gemelli Lucia – L’emozione non ha voce (Adriano Celentano e Gianni Bella)
La voce c’è, anche i Twin Violins riescono a stupire prendendosi un bel blocco, più di Marcella. Belle atmosfere.
Rocco Hunt con Clementino – Yes I Know My Way (Pino Daniele)
Un tributo incredibile, Pino Daniele non è facile da omaggiare ma Rocco e Clementino hanno saputo farlo con il giusto rispetto. Ariston in delirio.
Francesco Gabbani con Tricarico – Io sono Francesco (Tricarico)
Un’esibizione che non convince a pieno, non lascia il segno, peccato perché da Francesco Gabbani ci si aspettava molto.
Giorgia e Annalisa – Skyfall (Adele)
Non si può dire nulla su questa esibizione. Niente fuori posto.
Simone Cristicchi con Amara – La cura (Franco Battiato)
Fare Battiato e “La Cura” sono un campo minatissimo, i due riescono a districarsi con non poca fatica, esperimento riuscito, ma che fatica.
Sarah Toscano con gli Ofenbach – Overdrive
Un bel trip insieme a Sarah Toscano, bella esibizione, ma ci fermiamo qui. Sarah, al suo debutto, ha fatto meglio di altri.
Coma_Cose con Johnson Righeira – L’estate sta finendo (Righeira, per i 40 anni del brano)
“Adesso saliamo sul palco e spacchiamo tutto” sarà stato questo il briefing tra gli artisti poco prima di salire sul palco, una bella operazione ma un po’ macchietta.
Joan Thiele con Frah Quintale – Che cosa c’è (Gino Paoli)
Joan è tra le vere rivelazioni di questo Festival e tra quelle a cui – per davvero – questa esperienza porterà un vero risultato. Avrebbe potuto fare di più ma molto bravi.
Olly con Goran Bregovic e la Wedding & Funeral Band – Il pescatore (Fabrizio De André)
Non pervenuto, una performance troppo caotica e che ha reso poco la personalità di Olly. Tante, forse troppe cose.
Achille Lauro ed Elodie – Tributo a Roma (Rino Gaetano)
Non penso sia legale mettere più in risalto la voce di Achille Lauro rispetto a quella di Elodie, fonica, abbiamo sbagliato oppure qualcosa non va? Esibizione che non prende il volo.
Massimo Ranieri con I Neri per Caso – Quando (Pino Daniele)
Pino Daniele è sempre rischioso. L’esibizione funziona bene, ma non lascia particolarmente il segno.
Willie Peyote con Federico Zampaglione e Ditonellapiaga – Un tempo piccolo (Franco Califano) Esibizione un po’ piatta, anche se la voce di Ditonellapiaga è stato un gran contributo, il resto un po’ anonimo.
Brunori SAS con Dimartino e Riccardo Sinigallia – L’anno che verrà (Lucio Dalla)
Non male, ma un’esecuzione prettamente tecnica e di poca interpretazione.
Fedez con Marco Masini – Bella stronza (Marco Masini)
Uno dei duetti più attesi, ovviamente, a fine scaletta. Ma il tutto funziona, anche il testo aggiunto da Fedez, con di fianco un Masini concentrato e capace. Ne parleremo.
Bresh con Cristiano De André – Crêuza de mä (Fabrizio De André)
A parte il primo intoppo iniziale, il brano c’è ma solo nel finale si riesce ad apprezzare a pieno la performance. Ottima voce di Bresh.
Shablo con Neffa – Amor de mi vida (Sottotono) e Aspettando il sole (Neffa)
Un bel momento, sull’ingresso di Neffa scatta l’applauso in Sala Stampa, magari lo rivedremo presto tra i Big.
La classifica finale decreta Giorgia feat. Annalisa con Skyfall le vincitrici della serata cover.