La premier danese a Trump: «La Groenlandia non è in vendita»

Mercoledì 15 gennaio, la prima ministra danese, Mette Frederiksen, ha avuto una conversazione telefonica con il neo-eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che tra soli quattro giorni si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca. La telefonata ha avuto la durata totale di 45 minuti, tempo necessario per Frederiksen per ribadire la posizione della Danimarca riguardo le ultime esternazioni di Donald Trump sulla Groenlandia. Secondo una nota ufficiale del governo danese, riportata dai media locali, la prmier danese ha affermato che sarà la Groenlandia a decidere sul proprio futuro e sulla sua eventuale indipendenza. Inoltre, ha fatto riferimento alle recenti dichiarazioni del primo ministro groenlandese, Mute Egede, sottolineando con fermezza che “la Groenlandia non è in vendita”.
Trump e le minacce sulla Groenlandia
È, infatti, dalla fine di dicembre che Trump ha ripreso a parlare insistentemente della Groenlandia. il nuovo presidente statunitense aveva annunciato la nomina del nuovo ambasciatore danese, presentando il controllo dell’isola artica (parte del Regno di Danimarca) come una «necessità assoluta» per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. La Groenlandia ospita già una base militare statunitense di rilevante importanza ed è da tempo oggetto anche dell’interesse della Cina, attratta dalle risorse di metalli rari presenti nel suo territorio. Durante una conferenza stampa di martedì 7 gennaio, Trump ha dichiarato di non escludere l’uso della forza, oltre a misure di coercizione economica, per ottenere il controllo dell’isola. Lo stesso giorno, suo figlio Donald Trump Jr. è arrivato a Nuuk, capitale della Groenlandia, per un sopralluogo.
Le reazioni
Le sue recenti affermazioni hanno suscitato, ovviamente una certa reazione. I governi di Danimarca e Groenlandia hanno iniziato a prendere una posizione ufficiale sulla questione e, al contempo, hanno accelerato i dibattiti già in corso sul futuro dell’isola. La ministra degli Esteri danese, Annie Kristine, ha dichiarato che la Groenlandia è una parte integrale del Regno di Danimarca e non è oggetto di negoziati o trattative. La ministra ha sottolineato comunque la disponibilità della nazione scandinava a cooperare con gli Stati Uniti su temi di interesse comune, ma ribadendo che la sovranità della Groenlandia non è in discussione. Allo stesso modo, l’Unione Europea ha reagito in modo fermo alle affermazioni di Donald Trump riguardo alla Groenlandia, ribadendo il rispetto per la sovranità danese e il diritto all’autodeterminazione del popolo groenlandese. Sebbene l’UE non abbia emesso una dichiarazione ufficiale unitaria immediata, diversi esponenti europei hanno espresso la loro posizione in modo chiaro e unanime.
La Groenlandia è stata colonia danese per secoli, ma dal 1953 ha acquisito proprie istituzioni di governo e, dal 2009, gode di una considerevole autonomia in ambito politico. Nel suo discorso di inizio anno, il primo ministro groenlandese Múte Egede, approfittando della visibilità internazionale ottenuta, ha annunciato l’intenzione di convocare un referendum per l’indipendenza totale, da svolgersi insieme alle elezioni per il parlamento locale entro il 6 aprile.