La difesa secondo i finlandesi

Quando si pensa alle principali potenze militari di questo mondo, si tende sempre a far riferimento a tutte quelle entità politiche, storiche e territoriali che, in un modo o nell’altro, hanno segnato la storia dell’uomo e hanno giocato un ruolo fondamentale nella costituzione del mondo moderno e contemporaneo. In numerosi casi si tratta di imperi e regni dalle dimensioni sconfinate ormai appartenenti alle epoche passate, mentre in altre si tratta di nazioni attuali e ben presenti all’interno delle dinamiche internazionali di ogni singolo giorno. Sono, in genere, nazioni dotate di importanti risorse di tipo economico, naturale e finanziario, quasi sempre caratterizzate da una popolazione piuttosto numerosa e da ampi confini che dividono queste potenze dai vicini di terra e mare. Ognuna di esse, ovviamente, è dotata anche di uno strumento imprescindibile per affermarsi e mantenere la propria posizione all’interno della ristretta cerchia dei “Grandi del mondo”: la forza militare.
E’ facile, quando si pensa alle rispettive disponibilità in fatto di uomini, veicoli e armamenti, pensare a nazioni quali Stati Uniti, Federazione Russa, Cina, Gran Bretagna, Francia e Israele, mentre è ben più complicato associare l’idea di potenza militare a Paesi caratterizzati da risorse più modeste e da una popolazione maggiormente contenuta. Eppure, questo binomio non dovrebbe essere visto come un fattore che va a cancellare le effettive capacità sul campo di battaglia o la preparazione generale ad affrontare una qualsiasi condizione bellica. E se proprio si volesse fare un esempio preciso, la Finlandia potrebbe essere uno dei migliori.
Viste le dimensioni e la qualità del vicino di casa – l’Unione Sovietica prima e la Federazione Russa oggi – è molto semplice intuire per quale motivo il tema della Difesa sia particolarmente sentito dai finlandesi, che da decenni si preparano attivamente a contrastare possibili azioni ostili da parte di Mosca, proprio come avvenuto nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. Ora, però, con l’esplosione della polveriera ucraina e la sempre crescente tensione tra Europa e Federazione Russa, il Paese nordico ha preso un numero ancora maggiore di accorgimenti, che hanno perfino portato Helsinki ad entrare nella NATO, così da aver maggiori garanzie contro qualsiasi possibile azione ostile. Ma quali sono, oltre a ciò, le fondamenta della Difesa di questa poco popolosa nazione?
Per prima cosa, la cultura della Difesa e il servizio militare sono una tematica che accompagna la vita dei giovani finlandesi da decenni, ormai. Essendo previsto il servizio di leva – o in alternativa il servizio civile –al compimento della maggiore età si entra automaticamente nelle liste che portano i giovani a servire per un periodo di tempo variabile all’interno delle Forze Armate o in altre strutture al servizio della comunità. Per chi sceglie di indossare l’uniforme vi è periodo di formazione e di addestramento focalizzato alla creazione di ottimi soldati capaci di impiegare ogni tipo di armamento e di sfruttare al meglio le caratteristiche del terreno, generalmente caratterizzato dalla presenza di vaste foreste, laghi e territori selvaggi, che rende la Finlandia un campo di battaglia assai particolare, soprattutto nel corso del rigidissimo periodo autunnale e invernale.
Oltre alla formazione del personale, però, vi è anche la presenza di armamenti moderni, altamente tecnologici e disponibili in buona quantità. Di fondamentale importanza, in particolare, è la presenza di centinaia di bocche da fuoco di diversa tipologia e calibro, che rendono Helsinki uno dei principali leader nel settore delle artiglierie, il cui uso sul campo si è dimostrato fondamentale nel conflitto ucraino. Per quanto riguarda l’aviazione, invece, è previsto il passaggio della flotta aerea alla piattaforma F35, con una sessantina di esemplari da impiegare in sostituzione agli Hornet F/A 18. Le disponibilità missilistiche, invece, vertono intorno alla presenza dei sistemi lanciarazzi M270 MRLS, la cui gittata e precisione è già stata altamente testata nel tempo.
Oltre alle disponibilità militari vere e proprie, però, Helsinki può contare su un vero punto di forza, ossia l’impostazione dell’intera società su logiche di tipo bellico. Non solo le città e gli edifici sono dotati di rifugi antiaerei e luoghi sicuri per offrire protezione in caso di bombardamenti, ma l’intera industria e l’intera società sono formate e impostate per essere immediatamente mobilitate in caso di emergenza. La consapevolezza dell’inferiorità numerica, dunque, ha portato i decisori politici a compensare tale svantaggio con la disponibilità completa di ogni singolo cittadino ad operare e servire per il bene della propria nazione in caso di ostilità, fatto che rende, di conseguenza, il popolo finlandese una vera e propria macchina impostata per agire e sopportare numerose avversità, prima di tutto affrontare sul campo un nemico superiore per numeri, armamenti e risorse.
Molto probabilmente, l’efficacia del sistema di difesa nazionale non verrà mai davvero testato dai vicini russi, ma è ben chiaro, in una condizione di imprevedibilità e di crescenti tensioni internazionali, che il modello adottato dal paese scandinavo sia uno dei migliori al mondo, in caso di necessità. E, sebbene le minacce e le sfide strategiche italiane siano piuttosto differenti, importati lezioni sulla gestione e sulla prevenzione delle crisi potrebbero comunque essere apprese dallo studio di quanto avviene nelle sconfinate regioni del Nord.