Il sorpasso di Bastianini a Misano è azzardato, come quelli che fanno la storia
Misano, Bastianini scrive la storia della Ducati. Da Capirossi all’ultima di Enea, passando per Stoner, Dovizioso, Iannone, Lorenzo, Petrucci, Bagnaia, Martin, Bezzecchi, Di Giannantonio, Marquez: sono cento le vittorie per la Rossa di Borgo Panigale in MotoGP. Un traguardo impreziosito dalla conquista del mondiale costruttori, cui il risultato di Misano ha contribuito a conquistare.
Eppure il weekend in terra romagnola resterà nei ricordi degli 82.000 spettatori presenti e degli appassionati soprattutto per il modo con cui è arrivata la vittoria di Enea Bastianini. Il pilota riminese si è reso protagonista di una gara in lento recupero sul leader Martin, fino all’ultimo giro. Fino al sorpasso in curva 4. Una manovra discussa, contestata da Martin, con gesti e parole. Al limite, certo, ma regolare, come certificato dalla direzione gara.
Bastianini si aggrappa ai freni, chiude la curva. Martin fa la propria traiettoria. I due entrano in contatto. Il leader del mondiale è costretto ad allargare oltre i limiti della pista. “Se ci fossero stati altri piloti vicini, sarei finito quinto. Chi danneggia un altro pilota deve essere sanzionato”, tuona il pilota spagnolo. Ed è difficile dargli torto, verrebbe da dire. Se non fosse che il sorpasso lo ha danneggiato solo nel duello diretto. Il prezzo pagato è quello della posizione a scapito di chi quel sorpasso lo ha tentato (o, è appropriato dirlo, azzardato). Se il danno fosse stato peggiore, un’ulteriore perdita di posizioni o – ancor peggio – una caduta, sarebbe difficile immaginare la stessa inerzia nella direzione gara. Il sorpasso di Enea, probabilmente, è stato giudicato nei limiti per due motivi correlati: il danno limitato al duello e la volontà di non limitare lo spettacolo, con decisioni che fanno giurisprudenza. La pista non è fatta di binari, e cercare di crearne di virtuali a tavolino va contro la storia della MotoGP, che di questi duelli è ricca e fiera. Né si dovrebbe invocare il rispetto della sicurezza in pista, che il sorpasso in questione non sembra minacciare. Quantomeno non più di tanti altri, anche recentissimi. Non più di tanti altri che della MotoGP hanno fatto la storia.
La differenza di vedute tra Martin e Bastianini è frutto, oltre che delle emozioni del momento, del differente modo di interpretare le gare dei due campioni: costante e freddo il madrileno, emotivo e travolgente il secondo. Ad uno non appartiene lo stile dell’altro. Ad entrambi appartiene la correttezza: Jorge lo conferma chiedendo scusa dopo il gesto dell’ombrello al traguardo; Enea incassando le accuse con il sorriso, ben sapendo che la gioia per la vittoria valeva l’azzardo.