Responsabilità e Diritto dell’Intelligenza Artificiale: Minaccia per la Libertà?

L’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle attività umane ha comportato una serie di benefici significativi, ma anche rischi considerevoli. La disumanizzazione dei processi decisionali è uno dei principali problemi etici associati all’IA. Decisioni cruciali, come quelle relative all’occupazione o al credito, vengono sempre più spesso delegate ad algoritmi. Questi sistemi, pur essendo efficienti, possono applicare criteri non etici o discriminatori, influenzando negativamente la vita delle persone coinvolte. Inoltre, l’obsolescenza di alcune professioni a causa dell’automazione rappresenta una sfida per il mercato del lavoro, richiedendo nuove politiche di riqualificazione e adattamento professionale.
Un’altra preoccupazione riguarda l’uso di tecniche avanzate di profilazione e psicometria, che permettono ai sistemi di IA di identificare desideri, pregiudizi e paure degli utenti. Questa capacità può essere sfruttata per pratiche manipolative, violando i diritti individuali e la privacy. Il problema dell’attribuzione di responsabilità e la definizione di limiti nell’uso dell’IA sono temi ancora aperti. La complessità dell’IA rende difficile applicare regole sufficienti a tutelare i diritti umani, e la mancanza di trasparenza degli algoritmi complica ulteriormente la questione.
Normative Europee e Proposte di Regolamentazione
Per affrontare queste sfide, l’Unione Europea sta lavorando alla proposta di Regolamento sull’Intelligenza Artificiale, mirata a stabilire un quadro giuridico uniforme per lo sviluppo, la commercializzazione e l’uso dell’IA. Questo regolamento, noto come Proposta di Regolamento IA 2021/0106(COD), mira a definire chiaramente cosa si intende per sistema di IA e a introdurre misure per proteggere i diritti fondamentali dei cittadini europei. Tra le pratiche vietate ci sono i sistemi che utilizzano tecniche subliminali per manipolare le persone, quelli che sfruttano le vulnerabilità di gruppi specifici come minori o disabili, e i sistemi di punteggio sociale simili a quelli utilizzati in Cina.
Il regolamento adotta un approccio basato sul rischio, distinguendo tra sistemi di IA a rischio inaccettabile, alto, basso e minimo. I sistemi ad alto rischio, che includono componenti di sicurezza dei prodotti e sistemi con implicazioni sui diritti fondamentali, saranno soggetti a obblighi di trasparenza e valutazioni di conformità. Ad esempio, i sistemi di identificazione biometrica remota e i sistemi di valutazione degli studenti rientrano in questa categoria e dovranno rispettare rigorose norme di trasparenza.
Negli Stati Uniti, invece, si sta discutendo una proposta di legge per l’istituzione di un’agenzia federale indipendente di controllo dell’IA. Questo approccio riflette la preoccupazione crescente riguardo allo scorretto uso dell’IA, specialmente in vista delle elezioni presidenziali. La proposta prevede anche la possibilità di escludere l’immunità per gli Internet Service Providers in caso di danni derivanti dall’uso dell’IA, rendendoli direttamente responsabili.
L’unione dell’IA con i big data rappresenta un potenziale enorme, ma anche un rischio significativo. Se da un lato queste tecnologie possono migliorare i servizi finanziari, aumentando l’inclusione e personalizzando le offerte, dall’altro possono portare a discriminazioni e pratiche scorrette. La mancanza di trasparenza degli algoritmi e la loro complessità tecnica rappresentano una sfida per la regolamentazione e la comprensione da parte dei consumatori e delle autorità di vigilanza.
Questi sviluppi normativi rappresentano un passo cruciale per garantire che l’IA possa essere utilizzata in modo etico e responsabile, proteggendo al contempo i diritti individuali e promuovendo l’innovazione.