L’affermazione dei principi cattolici nella grande finanza

Un argomento ormai noto a tutti gli specialisti del settore finanziario è l’importanza che il fattore ESG (Environmental, Social and Governance) riveste (e sempre più rivestirà) nelle politiche di investimento delle società e, di conseguenza sull’importanza di sviluppare prodotti di investimento sempre più attenti a tali tematiche.
E infatti, sin dalla crisi finanziaria del 2008, il tema della sostenibilità, milestone per lo sviluppo economico del futuro, è ripetuto come un mantra da operatori finanziari, docenti e investitori.
Un tema che impone un cambio culturale e di valori con al centro il rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e sociali e della dignità umana anche a livello di “governance” cui gli operatori economici devono ispirarsi anche al fine di adottare un politica di investimento coerente. Enviromental, Social e Governance (ESG), quindi, come architettura valoriale trivalente atta ad indirizzare gli investimenti favorendo emittenti virtuosi nell’applicare politiche aziendali coerenti con questi valori.
E come si pone il mondo catttolico di fronte a queste nuove sfide?
Invero, già nel 2009, l’Enciclica Caritas in veritate di Papa Benedetto XVI, rappresentava alla comunità mondiale una chiave di lettura per fondare un’etica della finanza rievocando chi opera nel settore della finanza a «riscoprire il fondamento propriamente etico della loro attività» (n. 65), ed auspicando che la finanza facesse ritorno «ad essere uno strumento finalizzato alla miglior produzione di ricchezza ed allo sviluppo».
Affinchè economia e finanza si dicano etiche, non basta infatti che «nascano settori o segmenti “etici” dell’economia o della finanza» ma occorre il rispetto di «esigenze intrinseche alla loro stessa natura» (CV, n. 45).
E proprio la spinta promossa dagli investimenti (e investitori) religiosi nella storia della finanza sostenibile ha permesso, soprattutto negli ultimi tempi, l’elaborazione di numerose proposte di strumenti, indici e prodotti d’investimento di matrice cattolica.
Valga, ad esempio, uno sguardo al S&P 500 Catholic Values Index, un indice di Borsa introdotto da S&P Dow Jones Indices nel 2015 che detta le linee guida per gli Investimenti responsabili in ambito cattolico.
Ancora, tra le più conosciute banche d’affari al mondo, Morgan Stanley, nel medesimo anno ha presentato il Catholic Values Investing Toolkit, un pacchetto finanziario rivolto ad investitori istituzionali ma anche a piccoli risparmiatori, e volto a prestare aiuto nella selezione di strategie e di prodotti d’investimento non in contrasto con il proprio credo.
Più di recente, le tipologie d’investimento ispirate ai valori cattolici, hanno riguardato anche prodotti come gli ETFs – Exchange Traded Funds – che rappresentano uno strumento operativo in grado di allineare l’investimento in una asset class interessante alle linee guida della Cei.
Il 20 marzo 2020, poi, la Conferenza Episcopale Italiana ha approvato il documento ‘La Chiesa cattolica e la gestione delle risorse finanziarie con criteri etici di responsabilità sociale, ambientale e di governance’.
Trattasi di linee guida che hanno lo scopo di orientare nella gestione dei propri investimenti le diocesi, le parrocchie, le fondazioni di religione e di carità, le congregazioni, le associazioni e gli altri enti religiosi. Un documento che ha tra i suoi scopi quello di smuovere le coscienze di quanti operano in istituzioni cristiane affinchè le attività economiche non siano orientate alla sola produzione di reddito ma tengano conto dei princìpi eticidella Chiesa e siano ispirati ai canoni di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
E per continuare nel nostro breve excursus storico, più recentemente, sulla scia dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, la Chiesa cattolica ha intensificato il proprio cammino di riflessione sull’eticità dei propri strumenti finanziari e sulle modalità di gestione di beni e risorse, volgendo il proprio interesse a quei prodotti finanziari coerenti con i propri valori e rispettosi dei fattori ESG.
D’altronde, impegnarsi per una finanza sostenibile, significa adoperarsi nel rispetto della vita dirigendo le proprie azioni a tutela dell’essere umano e del suo benessere. Questi dogmi, già evidentemente presenti nella morale cristiana, stanno interessando sempre di più anche l’ambito economico e finanziario, in ragione della crescente attenzione da parte della Chiesa Cattolica, che chiede alle proprie organizzazioni sempre più trasparenza e responsabilità.
In tale contesto, il dibattito sull’occorrenza di una compagine economica più equa e giusta ha dato luogo ad uno sviluppo di crescente affermazione, nel mondo della finanza, di strumenti sostenibili, nonché il fiorire di nuovi strumenti finanziari ispirati proprio ai dogmi della Chiesa cattolica, in linea quindi con questa dimensione più umana e solidale del mondo finanziario.
Resterà ora da vedere se oltre all’offerta di tali nuovi strumenti finanziari, vi sarà anche una maggiore competenza dei consulenti finanziari specializzati in tali settori.
La diffusione di una tale cultura passa, infatti, necessariamente, anche attraverso la canalizzazione di un messaggio chiaro, semplice, ma decisamente informato e non lasciato in balìa di “avventurieri” in cerca di facili guadagni.