Non è il momento di pensare negativo e di lasciarsi andare allo sconforto, non mi stancherò mai di ripeterlo, ma è bene anche restare razionali ed oggettivi in un periodo storico come questo. Il Coronavirus ha colpito duramente le nostre vite, molte delle quali sono state spezzate, ed anche l’economia sta subendo, giorno dopo giorno, colpi durissimi.
Economia non significa soltanto soldi e ricchezze, ma il nostro sostentamento, le nostre sicurezze e i microbirrifici italiani sono una realtà, spesso familiare, che si trova a dover fronteggiare questa situazione.
Microbirrifici italiani: perché sostenerli?
Non si tratta soltanto di una scelta patriottica quella che vi propongo. Ci sono tantissimi birrifici e microbirrifici stranieri che producono delle birre di estrema qualità e che meritano di essere apprezzate, anche sul suolo italiano: la birra deve essere universale e non avere delle bandiere. Però in un paese come il nostro, dove si bevono maggiormente altre cose, in primis il vino, la sfida da affrontare è più ostica.
In questo articolo non proporrò alcun birrificio, tranne in alcuni casi per motivi che comprenderete presto, per non focalizzarci su nessuno e dare così l’opportunità a tutti di emergere.
Molti microbirrifici italiani hanno iniziato ad ipotizzare la chiusura definitiva, quindi diamo loro una mano! Vi lascio una mappa per vedere dove si trovano e sostenere quelli che preferite. Vi ricordo che la maggior parte di loro hanno delle pagine social dalle quali potrete informarvi sulla loro situazione, ma soprattutto tenere d’occhio offerte e codici sconto.
Ma come fare se non è possibile uscire liberamente? Molti microbirrifici, ma anche molti brewpub e locali del settore, si stanno organizzando per le consegne a domicilio, a volte con prezzi interessanti e spedizione gratuita, così da portarvi direttamente a casa la bevanda di Ninkasi.
Crowdfunding e beneficenza
Sostenere la birra artigianale (e sottolineo artigianale) italiana non significa soltanto aiutarla economicamente, ma, in alcuni casi, sostenere la lotta contro il Coronavirus, in diverse forme.
Il birrificio Elav, ad esempio, ha deciso di mettere tutte le sue birre ad un solo euro e di devolvere il ricavato interamente in beneficenza, raggiungendo in pochissimi giorni il risultato di 10.008 euro.

Il Tap di Milano invece ha organizzato un contest solidale in cui basta pubblicare un video mentre si beve una birra ed invitare due amici. Alla fine del gioco verrà donato alla Croce Rosa Celeste l’equivalente di una birra media per ogni partecipante
Le iniziative sono molte, e questi sono soltanto due dei tantissimi esempi che potrei fare, ma per correttezza vi rimando ad un ottimo articolo-elenco di tutte queste iniziative.
Perché non citare la birra industriale?
In un precedente articolo vi ho spiegato il perché la birra artigianale sia migliore della birra industriale, ma non voglio disincentivare le vendite di quest’ultima. Il mio intento non è quello di fare una crociata verso le multinazionali, ma semplicemente favorire e consigliare i microbirrifici italiani, quelli che non hanno lo sbocco nella GDO per sopravvivere, quelli che, ora, sono completamente fermi, perché Pub, ristoranti e taproom sono chiusi; chissà ancora per quanto tempo.
Probabilmente queste piccole realtà, che si impegnano per mandare avanti un progetto, un sogno, ma soprattutto una realtà economica che comprende poche persone, oppure una manciata di famiglie, non riusciranno a risollevarsi da questa situazione e la scelta dei prodotti che noi acquistiamo può aiutarli.
Oggi più che mai, e non soltanto per quanto riguarda la birra artigianale italiana, la scelta dei nostri acquisti è di vitale importanza. Dunque senza abbattersi e buttarsi giù dobbiamo cercare di stringere i denti e di guardare ad un futuro migliore, non troppo lontano.