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Tetris dalla Russia con amore

Di qualsiasi ambito si parli c’è sempre un evento, un personaggio o qualcosa che cambiò il modo di vedere il mondo. Per quanto riguarda i videogiochi, sicuramente uno di questi fu Tetris. Siamo certi che con questo nome abbiamo riportato alla mente di tutti voi qualche ricordo. Ma se pensate che Tetris abbia avuto uno sviluppo ed un lancio come per tutti gli altri videogiochi vi sbagliate di grosso. L’approfondimento che segue ci farà incontrare la Russia degli anni 80, Gorbaciov, il KGB, le intuizioni di un uomo, il mondo dei videogiochi ai suoi primi passi, la Nintendo, per una favola che dura ancora oggi.

Tetris. L’idea

Innanzitutto il nome: perché si chiama così? È un portmanteau tra tetramino e tennis. Il tetramino è una figura piana composta da quattro quadrati connessi tra loro lungo i lati. Pensate ai pezzi del gioco e vi renderete conto che sono composti tutti da quattro quadrati più piccoli, disposti in maniera differente. Tennis probabilmente è dovuto ad un richiamo a Pong, altra pietra miliare dei videogiochi uscita anni prima o semplicemente allo sport preferito dello sviluppatore.

Il gioco è piuttosto semplice: dei tetramini cadono dall’alto per poi poggiarsi sul fondo ed è a nostra discrezione la disposizione e l’angolazione. Una volta che si riesce a creare una linea orizzontale completa i pezzi esplodono ed otteniamo punti. Lo scopo del gioco è dunque quello di non arrivare mai in cima così da non avere più lo spazio per muoversi. È più facile a farsi che a dirsi, perché si impara a giocare in meno di trenta secondi. Ma la sfida si fa più impegnativa quando la velocità della caduta è elevata, non avendo più molto tempo per pensare a come disporre i tetramini. Un gioco semplice ma divertente, è questo a cui puntava Aleksej Leonidovič Pažitnov?

Ecco i tetramini. Ognuno composto da quattro quadrati.
Ecco i tetramini. Ognuno composto da quattro quadrati.

Aleksej Leonidovič Pažitnov

Nato a Mosca il 14 Marzo 1956, fu un programmatore russo che tra il 1984/1985, lavorando per l’Accademia Delle Scienze dell’URSS, inventò proprio Tetris su un Electronica 60, i calcolatori russi dell’epoca. L’obiettivo non era quello di creare un videogioco per incassare soldi, ma semplicemente quello di divertirsi. La sua passione per i puzzle di quando era bambino lo portò a sviluppare il titolo.

Per tre settimane disse a tutti di avere tantissimo lavoro da smaltire: in realtà giocava con la sua creazione, la testava, la migliorava, la faceva provare ad amici e colleghi e tutti rimasero positivamente stregati. Ma da qui al successo la strada è lunga. Siamo nella gelida URSS, in un periodo di tensioni, soprattutto con gli Stati Uniti, e non certo in un’epoca di svago e divertimento.

Il fondatore di Tetris

Henk Rogers, Gorbaciov, URSS e il KGB

A volte è il caso a risolvere e favorire certe situazioni. Si, perché in quegli anni la perestrojka di Gorbaciov dà ampio respiro alla Russia, che può permettersi qualche maggiore apertura, in particolar modo con l’occidente. È proprio sotto Gorbaciov che Tetris vivrà la sua fortuna, perché il gioco inizierà a circolare, pur essendo stati ceduti i diritti soltanto al governo russo. Il gioco arriverà addirittura negli Stati Uniti d’America con la società Spectrum HoloByte. Pažitnov  non pensava, almeno inizialmente, al successo, e si diceva felice perché le persone si divertivano con la sua creazione, ed era quello a cui mirava.

Ma la fortuna venne con Henk Rogers, imprenditore danese-americano che si occupava, ai tempi, di importare in Giappone i videogiochi occidentali. Nel 1988 Rogers si trovava in una fiera di videogiochi a Las Vegas e vide Tetris per la prima volta. Rimase stregato e capì che poteva essere il gioco perfetto per il nuovissimo Gameboy, prodotto da Nintendo. Rogers voleva subito acquisirne i diritti, ma capì sin da subito che non sarebbe stato facile: si doveva trattare con i Russi, in Russia.

L’imprenditore parte, pronto a trattare con l’Elorg, il dipartimento che si occupava dell’esportazione dei software. Una volta arrivato non sa letteralmente che direzione prendere: non conosce nessuno, nessuno parla inglese, e non riesce nemmeno a trovare qualcuno che gli venda un cappotto, perché gli stranieri non erano ben visti.

Finalmente trova degli interpreti, e non interpreti qualsiasi, bensì degli agenti del KGB e così inizia il meeting che durerà ore ed ore. Immaginate un americano che si trova a trattare in Russia con i suoi agenti segreti. Alla fine Rogers riesce ad ottenere i diritti per il Gameboy. Siamo nel 1989 e Tetris verrà venduto in bundle insieme alla console e il successo fu strepitoso, perché fu uno dei primi videogiochi ad essere adatto al grande pubblico. A giocarci non sono soltanto i ragazzi, ma anche i genitori, gli adulti, attratti dalle meccaniche semplici ma mai scontate. Henk Rogers capì che sarebbe stato un successo soprattutto per un motivo: l’uomo ha una spinta a voler mettere ordine al caos, e quando ci riesce trova soddisfazione. Riuscire a comporre i pezzi di quel puzzle, ottenere sempre più punti, creava una sorta di dipendenza, e questo spiega le vendite che hanno superato, ad oggi, oltre 160 milioni di copie.

Tetris per Gameboy

Il gioco infinito? Curiosità.

https://youtu.be/wkFhhnApeF4

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