2duerighe

Martha Is Dead – Recensione di un dramma

fonte: igbd.com

L’approccio con Martha Is Dead non è stato affatto semplice, ma ero già pronto dopo aver viaggiato, ormai sette anni fa circa, nel potentissimo mondo di The Town Of Light, primo titolo per l’italiano LKA Games.

Gli avvertimenti nei vari store e riportati in copertina non sono delle esagerazioni, perché il gioco presenta tematiche ed immagini decisamente forti e non soltanto per la presenza di sangue ed automutilazioni, assuefatti poi come siamo alla violenza dei videogiochi contemporanei, quanto per l’intreccio narrativo che si dispiega in un crescendo di ansia, paura, angoscia.

Martha Is Dead – un grande mal di testa

Siamo nel 1944, in Italia, a San Casciano e ormai i tedeschi subiscono duramente l’avanzata alleata e si preparano alla resistenza sulla linea gotica. In una casa in campagna vive una famiglia composta da Irene, la mamma, Erich, padre e ufficiale tedesco, e le due figlie gemelle, Giulia e Martha.

Uguali in tutto e per tutto, se non per il sordomutismo dell’ultima, le due crescono un’infanzia apparentemente felice, dove l’utilizzo dell’avverbio, in questo caso, è d’obbligo per evitare di svelare troppo della trama che dovrete scoprire ed affrontare, in tutti i sensi.

Anche se c’è Martha come nome nel titolo, il protagonista che controllerete è Giulia, grande appassionata di fotografia e che una mattina, mentre ruba degli scatti lungo il lago nei pressi dell’abitazione, con grande stupore, inquadra un cadavere: quello di sua sorella

Giulia si precipita a recuperare il corpo per portarlo a riva, ma non c’è niente da fare: Martha è morta! Mentre Giulia indossa la collana della defunta arrivano in lontananza i genitori che, ironia della sorte, la scambiano per Martha e lei non fa nulla per impedirlo.

Da qui in poi un gran mal di testa, in senso buono si intende, per cercare di star dietro ad una trama complessa, piena di colpi di scena, ed enormi contraddizioni che, soltanto giocando, assumono significato e logica.

È proprio questa la grande sfida di questo titolo: trovare una logica, viaggiare insieme alla protagonista nella sua mente e in quella degli altri interessati, costruire un percorso e trovar casa al Senso delle cose. Non è soltanto introspezione, ma, azzarderei, una vera e propria ermeneutica, perché ad un certo punto nulla, per Giulia, avrà aderenza con la realtà.

Non voglio svelarvi più di questo; ogni ora sarà un pugno nello stomaco e nella mente. Mi raccomando, non prendete Martha Is Dead sotto gamba o come una sfida: potrebbe non piacervi!

LKA, un passo in avanti verso la libertà

Parlare di passo in avanti dopo quel capolavoro di The Town Of Light è improprio, anzi, per certi, soprattutto artistici e narrativi, reputo superiore il primo titolo di LKA Games, ma in Martha Is Dead è evidente la voglia di fare ancora di più sul serio e della maturità acquisita dopo la precedente esperienza.

Dal punto di vista puramente tecnico posso dirvi che la versione Steam provata da noi presentava numerosi problemi e cali di frame importanti, ma già la patch del 22 Febbraio ne risolve la metà; un paio di giorni e sono sicuro che sarà perfetto.

fonte immagine: igbd.com

Al massimo dei dettagli grafici è uno spettacolo per gli occhi, con profondità di campo ed effetti di luce che aiutano non poco nell’immedesimazione e nel respirare l’atmosfera della casa di San Casciano.

Ciò che mi ha colpito di più è la colonna sonora, perfetta in ogni singolo istante e fondamentale per toccare le giuste corde dell’anima; così come il doppiaggio in italiano, sempre apprezzato.

Ma non sono questi gli elementi che lo differenziano da The Town Of Light al punto da farmi pensare ad un passo in avanti, quanto le meccaniche di gioco in grado di dare maggiore profondità e libertà al titolo.

Nella ricerca disperata dell’assassino di Martha potrete anche compiere, ed è soltanto un esempio, alcune missioni per aiutare i partigiani e scoprire qualcosa in più intorno alla vita della protagonista.

Non si tratta di obiettivi secondari, come può accadere in tanti open-world in cui mentre il mondo va in rovina ci si ferma a giocare a dadi (vero The Witcher 3?), ma di porzioni di gioco integranti e legate pur sempre alla trama principale.

Parliamo di poche cose, ma fatte bene, come leggere un giornale ogni mattina per scoprire qualcosa in più sulla guerra o sulla cronaca attorno all’omicidio di Martha, si tratta di usare il telefono per cercare informazioni chiamando la stazione dei carabinieri e tante altre cose che non voglio svelarvi.

L’utilizzo di una macchina fotografica, che possiede diverse skin grafiche, non è soltanto divertente, perché in grado di far esperire tutte le sfaccettature di uno scatto analogico anni ‘40, ma anche per la sua capacità di catturare dettagli (a volte paranormali) per proseguire nella trama.

Quanto costa la libertà?

Questa libertà, non solo di esplorazione, ma di opzioni possibili e variabili (come appunto scegliere le skin), spezza inevitabilmente il ritmo, rendendo Martha Is Dead meno lineare ed immersivo rispetto al predecessore. È sicuramente una scelta degli sviluppatori quella di darci la possibilità di imparare l’alfabeto morse e utilizzare, per davvero, un telegrafo per comunicare con i partigiani.

Quello riportato è soltanto un esempio delle cose che non hanno a che fare immediatamente con il filone narrativo principale e che, senza troppi mezzi termini, può piacere o meno a discrezione del videogiocatore.

Personalmente ho trovato alcuni punti troppo statici, seppur fondamentali per la comprensione psicologica di uno dei personaggi, e mi riferisco al teatrino delle marionette, dove per proseguire dovrete scegliere tra i vari dialoghi per ricostruire alcune situazioni; pur comprendendo le esigenze e la coerenza narrativa, di cui non posso dirvi nulla, avrei preferito assistere semplicemente al teatrino e non farne parte.

Fonte immagine: 2duerighe.com | Richiamo a The Town Of Light

Al crescere della suspance e del terrore psicologico avrei preferito, dunque, una corsa repentina e violenta verso il finalissimo, senza interruzioni ed opzioni possibili. Va detto anche che Martha Is Dead è un’esperienza che necessita, anche nel finale, di qualche momento di respiro per la propria serenità ed incolumità.

L’ultimo capitolo presenta infatti il disclaimer che tanto ha fatto discutere la stampa in questi giorni, con la possibilità di vedere o meno le parti censurate; probabilmente tutto di colpo non sarebbe stato digeribile.

Conclusioni

Martha Is Dead è un titolo forte, cruento, a volte distoglierete lo sguardo dal monitor, altre volte invece proverete angoscia; non è un titolo facile. LKA centra ancora un volta il suo obiettivo e propone al mercato un’opera artisticamente e tecnicamente valida e che non ha nulla da invidiare, semmai il contrario, a quelle oltreoceano. Prima di avventurarvi però, pensateci bene!

Exit mobile version