Commodore torna a far parlare di sé, dopo anni dal suo fallimento, con uno smartphone. Chiunque sia nato negli anni 70 lo ha provato e, forse, ha passato interi pomeriggi a videogiocare ed imparare a programmare. Generazioni di informatici si sono formati attorno al Vic20, Amiga, Commodore 64 ed un loro ritorno non può far altro che renderci nostalgici e felici allo stesso tempo. Il marchio è stato rilevato nemmeno un anno fa da due italiani, Massimo Canigiani e Carlo Scattolini, rispettivamente CEO e co-founder dell’azienda, che hanno pensato a cosa avrebbe fatto Commodore se non fosse fallita nel 1994: la risposta è uno smartphone, essendo oggi il sostituto dei personal computer. Si tratta di Amarcord o follia? Probabilmente entrambe le cose. Ma c’è chi invece di farsi prendere dall’entusiasmo ha storto il naso, additandolo come l’ennesimo cinafonino. Il processore infatti è un Mediatek, ma lo stesso Scattolini risponde a questa accusa : “Non è vero, come ci accusano, di aver preso un cellulare cinese e averci messo il nostro marchio. Se così fosse, saremmo già fuori con il prodotto da qualche mese. E’ vero, non lo neghiamo, ci siamo appoggiati a tecnologie esistenti cinesi, ma per un semplice motivo pratico: in Europa non esiste più questo tipo di industria. Ma tutta la componentistica l’abbiamo ingegnerizzata in Italia, adattandola alle nostre esigenze. Così come il design“. Si chiamerà Commodore PET e le caratteristiche tecniche sono molto interessanti:
Schermo: 5,5” IPS full HD
CPU: MediaTek octa-core a 1,7 GHz
RAM: 3 GB
Memoria interna: 32 GB espandibile (con microSD fino a 64 GB)
Fotocamera posteriore: 13 megapixel
Fotocamera frontale: 8 megapixel
Connettività: LTE, Wi-Fi, Bluetooth, GPS, radio FM, dual SIM
Batteria: 3.000 mAh
OS: Android 5.0 Lollipop
Il prezzo, assicurano, sarà sui 300 euro. Non ci resta che aspettare.
Marco Piacentini
21 luglio 2015