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Dalla Luna alle Stelle, da Leopardi a Dante all’Auditorium di Vignate

In occasione dello spettacolo Dalla Luna alle Stelle che sarà giovedi 27 marzo 2025 alle ore 21 presso l’Auditorium di Vignate (Milano), abbiamo intervistato Riccardo Falco.

Sarà lui infatti, con l’attrice Barbara Menta e il musicista Gianmarco Frau, che ci porterà in un viaggio non solo “stellare”.

La pièce patrocinata dal Comune di Vignate, si inserisce nelle iniziative organizzate per il Dantedì, giornata nazionale istituita dal Ministero della Cultura in memoria del poeta Dante Alighieri, per conoscerne meglio le opere. La serata all’Auditorium, sito sulla piazza del Comune di Vignate, è ad ingresso libero.

Buongiorno Riccardo. Il suo percorso artistico, anche se amatoriale, è piuttosto curioso. Lei è laureato in matematica, ha fatto un Master in Ingegneria e fa un lavoro lontano dalla creazione artistica spesso “squadernata”.

Perché la matematica ha affascinato il giovane studente universitario?

Nella vita sono piuttosto disordinato; la matematica mi affascinava per l’ordine ed il rigore formale che impone.

In cosa questa materia la ha aiutata, se l’ha aiutata?

Sicuramente gli studi scientifici mi hanno dato un rigore che non possedevo. Tuttavia ho continuato a coltivare la passione per la parola, la lingua e la letteratura. E naturalmente per Dante!

Mi stupisco ancora nel vedere l’antitesi che molti fanno tra materie scientifiche e umanistiche, quasi che l’amore per le une escluda l’amore per le altre. Certo il pensiero dicotomico può essere molto rassicurante ma credo sia una distorsione cognitiva. Al tempo di Dante non era così. Le due culture, i due saperi, erano profondamente intrecciati.

Mi arrabbio quando sento dire: “Io la matematica non la capisco, non l’ho mai capita e non la capirò mai”. Nel mio lavoro infatti mi confronto spesso con persone che hanno una cultura umanistica (avvocati, magistrati etc.) e simili commenti sono molto frequenti, cosa che trovo molto triste.

Inoltre è molto più facile oggi incontrare laureati in materie scientifiche che si occupano di letteratura/arte che non il contrario: basti pensare a tutti i divulgatori scientifici, agli spettacoli di Gabriella Greison, e così via.

Dove la matematica può incontrare Dante visto che è priva, almeno apparentemente, di contemplazioni, patimenti e meditazioni cosmiche legate alla condizione di dolore dell’uomo?

Vedo la matematica come un mezzo, come uno strumento; quando mi sono messo a studiare recitazione dei versi delle poesie, la prima cosa che abbiamo fatto con il mio maestro è stato studiare la metrica e capirla.

Vincenzo Vespri osservava che la matematica è molto presente nel Paradiso: Dante per descrivere la visione di Dio si serve del concetto di punto euclideo (Par XXVIII 16-21). Quel punto emette una luce tanto intensa che l’occhio colpito è costretto a chiudersi. Eppure a Dante appare così piccolo che qualsiasi stella, per quanto piccola, sembrerebbe grande come la luna piena se fosse posta vicina a esso.

Da dove nasce invece la fascinazione per Dante ed il bisogno di indagarne ancora l’opera?

E’ una passione antica: ho iniziato a leggere Dante già alle medie. In casa c’erano dei dischi recitati da bravi attori. Nello spettacolo parlo di un episodio che ancora mi rode: in un tema avevo inserito delle citazioni dantesche che facevano parte del mio bagaglio. La professoressa mi prese in giro accusandomi velatamente di aver copiato o chissà che altro…..che nervi!!!!

Dalla Luna alle Stelle: come e perché nasce lo spettacolo?

Nasce da due mie passioni, Dante e Leopardi. Dall’idea, forse un po’ ingenua, che nella Commedia ci siano scritte (parecchi secoli prima) le risposte alle domande che pone Leopardi e che in concreto riguardano tutti gli uomini di qualsiasi epoca.

Durante il periodo del lockdown ho avuto il tempo di studiare e di mettere insieme questo spettacolo; da un periodo difficile ho cercato di trarre una cosa bella che ho il piacere di proporre ad altri (lo spettacolo è alla terza replica).

Proprio quando si era costretti alla “reclusione” in un tempo sospeso e in uno spazio ristretto, io ho immaginato un viaggio immenso che dalle lande asiatiche arrivava al paradiso dantesco. Dalla Luna alle Stelle appunto.

Il viaggio inizia infatti in cima ad una montagna, altra mia grande passione, dove scorgo la luna e – come mi capita spesso quando ciò accade – prorompono le domande, ineludibili, del pastore errante; qui incontro la mia guida (non ci si salva da soli), la voce che mi accompagna per tutto lo spettacolo per la selva oscura (canto I Inferno). Insieme riviviamo l’epopea di Ulisse con il suo “folle volo” (canto XXVI Inferno). Magicamente ci trasferiamo poi in cima alla montagna del Purgatorio dove Virgilio incorona Dante padrone di se stesso (canto XXVII Purgatorio), per approdare infine nell’empireo dove cercheremo di rivivere le straordinarie visioni di Dio che prorompono nell’ultimo canto del Paradiso.

A chi è rivolto Dalla Luna alle Stelle?

A tutti coloro che amano il bello. Anche agli studenti che possono sentire la poesia amata e vissuta non come un fastidioso rituale scolastico. Su questo ho già avuto ottimi riscontri che mi hanno molto gratificato.

Preciso che non è rivolto solo ai ragazzi di quinta (che hanno già letto la Commedia) ma a tutti, con la speranza che la recitazione proposta possa far nascere in loro i piacere della poesia (anche se non l’hanno ancora studiata).-

Ai genitori, che possono scoprire come è possibile accompagnare un figlio, valorizzandone le qualità, ma senza tarparne le aspirazioni.

Insomma proprio a tutti….

È uno spettacolo che vuole dare conferme, porre interrogativi, o offrire il piacere di una riflessione corale?

E’ un viaggio, una ricerca, al termine della quale io trovo, come Dante ed in Dante, una risposta. Alcuni dicono che l’importante è il viaggio, non la meta; se però la meta è affascinante il viaggio diventa il mezzo, non il fine.

Questo non annulla l’importanza del viaggio; sono fermamente convinto che con tutte le difficoltà ed i patimenti che viviamo, la Salvezza per l’uomo sia possibile già in questa terra, non solo nell’aldilà.-

Se dovesse sintetizzare in sole 3 righe ciascuna la portata di a) inferno b) purgatorio, c) paradiso cosa direbbe

Inferno: la rappresentazione della grande tragedia del peccato e dell’uomo, travolto da questo. Non a caso nell’inferno ci sono le scene più teatrali e di effetto scenico (penso a Paolo e Francesca, Ulisse, Conte Ugolino etc.).

Purgatorio: nel purgatorio Dante si mette in discussione, grazie al confronto con altri uomini con i quali riesce a dialogare (a differenza dell’Inferno nel quale c’è uno scontro/contrapposizione con i peccatori)

Paradiso: molto in breve la bellezza e la pienezza; ciò che riassume il senso del tutto.-

Quale messaggio vorrebbe che gli spettatori portassero con sé all’uscita del teatro?

Dante non è quell’autore noioso che tanti ricordano nello studio liceale. E’ un autore vivo che a distanza di tanti anni ancora ci parla.

Più in generale (e qui rubo le parole ad un amico professore liceale ormai in pensione): la poesia ed in particolare quella di Leopardi e Dante, riesce ad esprimere con parole e forme, concetti che ci coinvolgono tutti. Che spesso non siamo capaci però di formulare: a ciascuno il suo poeta.

Un altro messaggio diretto ai più giovani è quello di coltivare le proprie passioni, a prescindere dal fatto che queste ci diano da vivere; prendersi cura di queste e coltivarle con attenzione.

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